«Il villaggio di cartone». Cineforum per giovani

Giovedì 1 marzo presso l'oratorio Pio XII della parrocchia san Domenico in Ruvo

Ero forestiero e mi avete ospitato’ (Mt 25,35)

 

Continua il percorso  per i giovani della diocesi, muovendo alcuni passi sul tema degli orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo, che propone ‘un cammino, con le sue esigenze radicali, che tenda all’incontro con Gesù, mediante il riconoscimento della sua identità di Figlio di Dio e Salvatore‘ (EVBV n. 32).

In continuità con il convegno pastorale di settembre scorso, ci siamo ritrovati insieme come Pastorale Giovanile e Caritas Diocesana, giovedì 01 marzo presso l’oratorio Pio XII della parrocchia san Domenico in Ruvo per un momento formativo sul tema della ‘solidarietà’ , prendendo spunto dal film di Ermanno Olmi ‘Il villaggio di cartone’.

La presenza degli ospiti, provenienti dall’Africa nei mesi scorsi, e dei volontari che li assistono quotidianamente presso la Casa di Accoglienza ‘don Tonino Bello’ in Molfetta, ci ha consentito di approfondire e  dare concretezza al tema  affrontato durante il cineforum.

Il Servizio di Pastorale Giovanile e la Caritas intendono insieme rimettere al centro la concretezza dell’amore cristiano che nasce dall’ascolto del Vangelo. Oggi come chiesa siamo chiamati a testimoniare l’amore di Dio, costantemente celebrato, con gesti di Vangelo, nella ferialità della vita, soprattutto nell’attenzione a chi continuamente bussa alle nostre porte e chiede accoglienza. Ha inizio un tempo, e forse è il nostro, in cui il mondo ha bisogno di uomini nuovi e giusti per smascherare l’ambiguità di tanto spreco di parole con l’oggettività degli atti e dei comportamenti.

‘Quando la carità è un rischio, proprio quello è il momento della carità’. Così si esprime il vecchio prete protagonista del film di Olmi, girato anche nella città vecchia di Bari, che qualche critico ha definito ‘la traduzione cinematografica dell’inno paolino alla Carità’.

Partecipando all’ultimo convegno nazionale di Caritas Italiana, mons. Francesco Cacucci nella sua relazione su Memoria, fedeltà e profezia così si esprime: ‘Evocare il rischio nel nostro attuale contesto ecclesiale e culturale significa riflettere sul carattere rischioso di ogni azione che comporti delle scelte precise e ponderate; infatti solo chi non fa nulla non rischia nulla.

Allora vogliamo contare sui giovani affinché, prima degli altri, assumano l’impegno di animare ancora le nostre comunità a partire dal rischio della carità. Attendiamo da essi quella forza dirompente che spinga la chiesa sulle strade dell’esodo, già occupate da tanti popoli che non intravedono per nulla le frontiere rassicuranti di una terra promessa, ma, come spesso accade, incontrano le barriere respingenti di territori chiusi in difesa di una ricchezza ormai svanita. L’esodo che tanti scelgono come possibile rimedio alla miseria, la chiesa deve sceglierlo come invito serio e non più rinviabile da parte di Dio,  per ritrovare la verità di se stessa, nella progressiva  spoliazione dei suoi apparati e nell’incontro arricchente di una umanità altra che potrebbe manifestare i segni evidenti della Parola che vuole ancora farsi carne. Per noi, credenti. Per tutti gli uomini e tutte le donne.

P.S. : La visione del film di Ermanno Olmi è caldamente consigliata a quanti amano riflettere, lasciandosi provocare.