Alla scuola del Vangelo: educarsi per educare

Convegno per la presentazione del progetto pastorale diocesano 2012-2016

Martedì 26 giugno 2012, nel corso del convegno pastorale diocesano di fine anno, all’Auditorium ‘Regina Pacis’ di Molfetta, ore 19, Mons. Luigi Martella presenterà e consegnerà alla comunità diocesana il nuovo progetto pastorale ‘Alla scuola del Vangelo: educarsi per educare’ che orienterà la pastorale diocesana nel quadriennio 2012-2016.
 
La chiave interpretativa di questo strumento, che è frutto di un articolato percorso di discernimento partito dal livello parrocchiale fino a quello diocesano, è la scelta educativa compiuta dalla Chiesa italiana e fatta propria dalla Chiesa di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi, in continuità con il progetto sviluppato negli ultimi sei anni ‘Con Cristo sui sentieri della Speranza’.
Una scelta dettata infatti, come dice il Vescovo nella presentazione, da «tre esigenze profondamente avvertite: la prima raccoglie l’appello del Santo Padre Benedetto XVI rivolto alla diocesi di Roma, circa ‘l’emergenza educativa’; la seconda è generata dagli Orientamenti pastorali della CEI per il decennio in corso, Educare alla vita buona del Vangelo; la terza è legata alla recente Nota pastorale della Conferenza Episcopale Pugliese, Cristiani nel mondo, testimoni di speranza; il tutto é poi sostenuto dalla consapevolezza che l’educazione fa parte integrante della missione stessa della Chiesa».
Nelle 35 pagine dell’agile volumetto c’è già un’indicazione di metodo educativo da assumere sempre più nelle nostre comunità, ed è appunto quella del discernimento comunitario, cioè di una condivisione costante di pensieri e di prospettive da cui scaturiscono impegni che non calano dall’alto, ma nascono da una lettura attenta della realtà, dalle sensibilità e dalle buone pratiche che gli stessi sacerdoti, religiosi e operatori pastorali hanno espresso e condiviso con il Vescovo, in un importante esercizio di corresponsabilità ecclesiale, illuminata dalla luce della Parola e dal Magistero della Chiesa.
Alla scelta educativa è correlata la scelta pastorale, che vede al centro l’icona di Gesù Maestro, modello per la nostra intenzionalità educativa; icona che apre il progetto per rimarcare a quale educazione intendiamo riferirci come comunità cristiana, ovvero alla Scuola del Vangelo, come recita il titolo.
Il progetto declina l’atto educativo ecclesiale nelle tre dimensioni della pastorale, articolate sul verbo ducere –condurre- nelle tre dimensioni della vita cristiana:
  • e-ducere, ovvero l’educazione alla fede, mediante il primo annuncio e il rinnovamento della catechesi;
  • intus-ducere, ovvero l’educazione alla speranza mediante l’esperienza liturgica viva;
  • tra-ducere, ovvero l’educazione alla carità attraverso l’educazione concreta alla testimonianza del servizio e dell’amore.
Quelli che sono i pilastri della pastorale, catechesi-liturgia-carità, non sono considerati strumenti, ma di per sè esperienze e modelli educativi che certamente hanno bisogno di essere ricompresi nel presente.
La scelta degli ambiti di vita, individuati dal Convegno di Verona e riarticolati dalla diocesi, sta a delineare i contesti e le situazioni in cui come chiesa siamo chiamati a compiere la nostra scelta educativa: l’ambito dell’educazione alla fede,  della vita affettiva, della cura delle fragilità,  del senso di cittadinanza e l’ambito della Tradizione.
In questi ambiti la chiesa diocesana intende farsi compagna –cum-ducere- di ogni persona, lasciandosi orientare dalla guida del Vescovo e degli Organismi di partecipazione, verso precisi obiettivi individuati per ciascun ambito educativo ed elencati nella terza parte del progetto, a livello parrocchiale e diocesano, che anno dopo anno saranno oggetto di programmazione e di impegno.
Infine, la scelta di costruire alleanze educative pervade il progetto perchè educatore ed educando non vivono rapporti unici ed esclusivi; ciascuno vive ed è plasmato da agenzie diverse: famiglia, scuola, chiesa, associazioni, lavoro, mezzi di comunicazioni… che solo dialogando possono ambire a perseguire mète educative valide. Per cui sarà cura tanto delle parrocchie che delle associazioni e degli uffici diocesani creare reti sul territorio per obiettivi educativi comuni.
Educatore ed educando non sono e non possono essere ruoli assoluti e distinti perché solo chi sente il bisogno di educarsi, di migliorarsi, di dover ancora camminare, al di là delle età e dei ruoli, può farsi compagno di viaggio di altri. Diversamente vivrebbe un’esperienza solitaria. Educarsi per educare, sottotitolo del progetto, è allora la scommessa che in questi anni vogliamo accogliere insieme, gareggiando non nella corsa solitaria nè nell’insopportabile vezzo di mugugnare su tutti e tutto, piuttosto nella stima reciproca e nell’incoraggiamento.
Il progetto ha, evidentemente, una valenza ecclesiale, ma per la sua finalità educativa rivolta ad ogni persona che vive nelle quattro città, e il suo dinamismo metodologico, che porterà ad interagire sul territorio, esso non può non essere preso in considerazione da tutti i soggetti che operano per l’educazione della persona. Di ogni persona.