Giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel Mondo

Indetta da Papa Francesco il 7 settembre

In occasione della Giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel Mondo, indetta da papa Francesco per sabato 7 settembre, il Vescovo Mons. Luigi Martella dispone che:

  •  nelle parrocchie di Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi la S. Messa vespertina sia preceduta da un’ora di adorazione eucaristica, secondo lo schema predisposto dall’ULD (in allegato);
  • a Molfetta la S. Messa in onore di Maria Regina della Pace sarà da lui presieduta nella Basilica della Madonna dei Martiri alle ore 7,00 con i giovani della città e con quanti vorranno partecipare.

‘Quest’oggi vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno. Dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente. È il grido della pace’. Lo ha detto domenica 1 settembre Papa Francesco, prima della recita dell’Angelus da piazza San Pietro. È ‘il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace, mai più la guerra. La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato’. Il Pontefice ha ammesso: ‘Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra. In questi giorni il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria, è angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano’. Di qui ‘un forte appello per la pace. Un appello che nasce dall’intimo di me stesso. Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme. Pensiamo quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro’. Con ‘particolare fermezza – ha proseguito – condanno l’uso delle armi chimiche. Ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi’.  ‘C’è un giudizio di Dio e anche della storia – ha tuonato Papa Francesco – sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire. Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza. Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come a un fratello e intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione’.

Il Papa ha, quindi, rivolto la domanda: ‘Cosa possiamo fare noi per la pace nel mondo? Come diceva Papa Giovanni, a tutti spetta il compito di ricomporre i rapporti di convivenza nella giustizia e nell’amore. Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà. È un forte e pressante invito che rivolgo all’intera Chiesa cattolica, ma anche estendo a tutti i cristiani di altre confessioni, agli uomini e donne di altre religioni e anche a quei fratelli e sorelle che non credono. La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità’. ‘Ripeto a voce alta: non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo. Questa è l’unica strada per la pace. Il grido della pace si levi alti perché giunga al cuore di tutti e tutti ripongano le armi e si lascino guidare da un anelito di pace’. Per questo il Santo Padre ha deciso ‘di indire per tutta la Chiesa il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria Regina della pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria e nel Medio Oriente e nel mondo intero’.