Ordinazione diaconale di fra’ Michele Berardi

Sabato 18 ottobre 2014 - Parrocchia S. Giacomo - Ruvo di Puglia

¿Sabato 18 ottobre, alle ore 19 nella parrocchia S. Giacomo  apostolo, in Ruvo, fra’ Michele Berardi ofm, riceverà il diaconato per mezzo dell’imposizione delle mani di Mons. Luigi Martella e la preghiera consacratoria. Fra’ Michele sarà presente, per la prima volta da diacono, alla celebrazione eucaristica di domenica 19 ottobre a San Giacomo, presieduta dal Vescovo che amministrerà il sacramento della Confermazione ai ragazzi della parrocchia.

L’evento è stato preceduto e preparato con una mini missione dei frati francescani di Assisi, rivolta a giovanissimi, giovani e coppie di sposi.

Venerdì 17 ottobre, alle 20,30 presso la parrocchia S. Giacomo, avrà luogo una veglia di preghiera alla vigilia dell’ordinazione.

Riportiamo di seguito un testo di fra’ Michele, scritto per Luce e Vita in occasione dei suoi voti perpetui nel settembre 2012 (Lev n.32 del 30/09/2012).

Carissimo Francesco,

ti chiamo così, perché un santo è innanzitutto un uomo!

Sono fra Michele e volevo scriverti per ringraziarti di cuore per la tua vita e per la via di santità che è nata, per opera della Grazia, attraverso te: la vocazione francescana! Sai, sabato 15 settembre ho detto il mio “ECCOMI” definitivo, con la Professione Perpetua dei voti, nell’Ordine dei Frati Minori. Tu hai sempre salutato ogni creatura con le parole: “Il Signore ti dia Pace” e ora quella Pace vive dentro me e trabocca, diventando Pace e Benedizione per tante altre persone… anime!

Sai, quel giorno, nella Basilica della Porziuncola, luogo che tu hai tanto amato, perché dedicato alla Vergine Maria, c’era un vero popolo! Eravamo in sette a fare la Professione, ma in molti ad assaporare la

Pace che lì si respira, anticipo della Vita Eterna che ci attende!

Molti ci hanno considerato degli eroi, facendoci i complimenti. Sì, lo so che ti stai “rivoltando nella tomba”, come si dice dalle mie parti; anch’io fremevo dentro, davanti a queste parole. Mi sono ritrovato, invece, nelle parole di p. Giampaolo che ci ha chiamato “i 7 nani”. Sì, perché questa è una via di piccolezza, di umiltà; del resto Gesù ci ha detto che è stretta la via che conduce alla vita e, quindi, bisogna essere

piccoli come bambini per entrarci. Branduardi ti ha chiamato “l’infinitamente piccolo”, ma tu eri e sei immagine di quel Dio che si è fatto piccolo per “superare” le nostre difese, si è fatto sussurro per “vincere”

la nostra sordità, come diceva sant’Agostino, e si è fatto debole per essere la nostra forza.

Tu mi conosci, tu sai quanto fossi ricco di me stesso e quanto lo sono ancora! Desideravo essere felice con progetti di grandezza: ottimi voti all’università, il bravo e stimato ragazzo di parrocchia, appartenente

ad una famiglia in vista a Ruvo, fidanzato con una ragazza di quelle “da sposare”, voluto bene dagli amici, complici di tante serate (e bravate!), con un futuro assicurato nell’azienda di papà… ma non era la mia vera ricchezza! Egoisticamente ho legato tutti a me, mi sentivo forte perché in possesso di tutto questo. Il diabete, scoperto all’età di 20 anni, mi ha aiutato a ritrovare il vero Dio e a capire che mi ero messo al suo posto! E, fidandomi di Lui e di un frate che mi accompagnava, ho iniziato a riconsegnare tutti questi tesori, chiedendo perdono per il modo in cui li ho usati, per essere stimato.

Questo è stato possibile perché, accogliendo la mia debolezza, ho incontrato Colui che è “mite e umile di cuore”, che è tremendamente bello e poteva saziare il vuoto del mio cuore! Anche tu, Francesco, hai scoperto Gesù quando, a Spoleto, sei stato fermato dalla malattia, tu che volevi diventare cavaliere, andando a combattere la Crociata!

Fin qui, siamo tutti coinvolti, perché questo “ritorno a casa” è un desiderio che geme al fondo di ogni cuore. Ma con il passare del tempo ho compreso che volevo appartenere solo a Gesù ed essere totalmente

disponibile per servire i fratelli. Non un amore esclusivo verso una donna, con una famiglia mia, ma un amore allargato con cui portare quante più creature al loro Creatore e Padre. Così i voti professati per

tutta la vita, sono il sigillo di questa volontà, che ho scoperto essere anche la Volontà di Dio!

Ti ringrazio e benedico Dio per te, perché ti ha messo nel cuore una grandissima intuizione, di cui parla anche Gesù nel Vangelo: “Voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8).

Ti chiamavano il “Fratello” e noi ti abbiamo immaginato come un “maestro” che sapeva già tutto! In realtà tu hai conosciuto Dio e il Suo disegno d’amore, attraverso i fratelli; anche quando ti hanno fatto

soffrire, hai capito che il Signore ti chiedeva di riconsegnare pure loro, perché erano e sono opera Sua, e non tua. In questi primi anni di consacrazione ho sperimentato la stessa cosa: la via per conoscere Dio che non vedo, sono i fratelli che vedo (Cfr 1Gv 4,20), così come il coniuge per chi si sposa. Loro sono la mia gioia e la mia croce, ovvero sono stimolo ad allargare sempre più il mio cuore, a umiliare le mie convinzioni che non moltiplicano la vita, ma la soffocano. Attraverso loro, Dio Padre mi ricorda che sono “un cantiere sempre aperto”, mai concluso, in attesa della Gerusalemme Celeste, dove l’opera di Dio sarà completa.

Grazie Francesco per avermi ascoltato.

Ti prego intercedi per me presso Dio perché possa perseverare nella relazione con Lui ed essere strumento della Sua Pace, per tutti i Suoi figli.

Tuo, in Gesù, fra Michele