Prestito della speranza 3.0 anche in diocesi

di Nando Vitelli

Dal 2 marzo, dopo una pausa di assestamento, è partita la terza fase del progetto di microcredito “Prestito della Speranza”, avviato nel 2009 dalla Conferenza Episcopale Italiana, per l’erogazione di finanziamenti alle famiglie in stato di vulnerabilità economica e sociale e alle micro-imprese escluse dall’accesso al credito ordinario. L’accordo è stato presentato il 26 febbraio da Caritas e Banca Intesa-Banca Prossima e prevede 25 milioni a garanzia di un ammontare complessivo di microcrediti per 100 milioni di euro. Con importanti novità che potrebbero sostenere soggetti finora rimasti esclusi.
La platea dei destinatari da sostenere viene estesa e tenta di arrivare a situazioni tali che prevengano la criticità estrema: quindi si è messo da parte il concetto di famiglia (tre figli e con matrimonio ufficiale), e vengono considerati sostenibili tutti i soggetti in condizione di vulnerabilità economica e sociale (famiglie, certo, ma anche disoccupati, poveri, anziani al minimo pensionistico, debitori di utenze di agenzie di servizio e anche semplici giovani coppie che non riescono a trovare risorse per mettere su casa).
A gestire le richieste sarà, come in passato, il Centro d’ascolto della Caritas diocesana di via Marco Polo 2, a Giovinazzo. L’istruttoria passerà quindi alle filiali del gruppo Intesa Sanpaolo aderenti al progetto.
Il “Prestito della Speranza 3.0” ‒ appunto di prestito si tratta, e non di donazione ‒ si articolerà in due distinte forme di credito. Una di “Credito sociale”, destinato alle famiglie disagiate, con un prestito di importo massimo di 7.500 euro erogato in 6 rate bimensili di € 1.250 ciascuna come forma di sostegno al reddito. La seconda, denominata “Credito fare impresa”, è destinata invece alle microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un prestito erogato in unica soluzione dell’importo massimo di 25.000 euro.
I tassi applicati sono fissi e pari al 2,50% per i prestiti erogati alle famiglie, con una rata mensile media indicativa di 138 euro e al 4,60% per le microimprese, con una rata/mese stimata in 468 euro. La durata del prestito è di complessivi 6 anni di cui 5 di ammortamento, che decorre dopo 12 mesi dall’erogazione. Obiettivo del “Prestito della Speranza 3.0” è quello di erogare 100 milioni di finanziamenti garantiti da un fondo di 25 milioni costituito da risorse della Cei, provenienti dall’8xMille e affidato a Banca Prossima, la banca del gruppo dedicata al no profit laico e religioso.
Il Prestito non si rivolge soltanto a categorie fragili, rese oggi più vulnerabili dal contesto economico-sociale (over 50 anni, espulsi dal sistema produttivo, nuovi italiani, genitori separati, coppie di lavoratori non stabilizzati), ma fissa ulteriori due focus specifici, oggetto di iniziative dedicate: i progetti di vita e di autoimprenditorialità dei giovani e le imprese start up”.
Altra novità riguarda la modifica/flessibilità del meccanismo di garanzia, con l’effetto di aumentare il moltiplicatore e quindi il rapporto tra il plafond disponibile e il fondo di garanzia. Quindi una maggiore integrazione del processo di valutazione: la valutazione e la selezione delle richieste di accesso al prestito sarà gestita in stretta sinergia tra gli uffici diocesani e l’associazione Vobis, che si occupa, tra le altre cose, di famiglie che versano in condizioni di difficoltà per favorire la loro inclusione finanziaria, nonché prevenire e combattere i fenomeni di sovraindebitamento che potrebbero coinvolgerle.
Ulteriore aspetto riguarda la sperimentazione di nuovi criteri di bancabilità: nell’ambito dell’accordo potranno essere attivate iniziative sperimentali su specifiche categorie di soggetti per ridefinire il perimetro di bancabilità.
Un progetto che non ha solo una ricaduta economica. Secondo la ricerca sull’impatto avuto dopo il prestito nei tre anni in cui ha funzionato la versione 2.0, le risposte positive di oltre l’80% degli intervistati sono state sia sull’efficacia del microcredito per sanare la situazione critica, sia – soprattutto – sulla possibilità di ritrovare un equilibrio personale e il clima positivo ritrovato in famiglia dopo il prestito. Un impatto sociale non indifferente.
Ed è infatti sul valore ideale e morale che viene rimarcato quando si presenta l’iniziativa: il card. Bagnasco, che ha introdotto la conferenza stampa di presentazione del lancio, ha ribadito non solo quanto le nostre parrocchie stiano ormai a contatto costante con una povertà diffusa che bussa alle porte delle chiese, con il suo tasso di disagio e spesso di degrado, ma ha anche rilanciato con pressione un’altra idea di rappresentazione del popolo italiano: quella che vede slanci di generosità inattesi e continui “sono gli italiani che si vedono restringere le tasche ma lo stesso allargano il cuore, magari facendo sacrifici”. Sono tanti, per il presidente della Cei, e contribuiscono ad alimentare il Fondo, al di là del contributo dell’8xMille.
Ora si attende una campagna d’informazione adeguata, che tutti i responsabili della Diocesi devono garantire, spendendo qualche parola in più, a cominciare da ora.
 
Diac. Nando Vitelli
Referente Diocesano
per il Prestito della Speranza
347 5857818