Come don Bosco, con i giovani e per i giovani !

di Valentina De Tullio e Alessandro Capurso

Abbiamo dovuto aspettare ben 200 anni perché giungesse il 16 agosto 2015, la data fatidica del bicentenario della nascita di don Bosco. Ed eravamo quel 16 agosto al Colle don Bosco ad aspettare in 5.000 appartenenti al SYM, cioè al Salesian Youth Movement, o meglio ancora al Movimento Giovanile Salesiano. Eravamo provenienti dalle varie case salesiane sparse nel mondo intero.
La diversità di lingua e di cultura che si era notata già da subito avrebbe costituito una grossa difficoltà per comunicare fra di noi, ma quasi per incanto o per magia con l’inventività nostra giovanile, con i gesti più disparati e con un surplus di sorrisi, superammo barriere e ostacoli:  fu un’esperienza condivisa, vissuta, piena di emozioni, ma soprattutto piena di testimonianze vibranti di vita ispirate a don Bosco.
Si sentivano tante grida di gioia e al tempo stesso ci piaceva sentir urlare da tutti il motto “Si vede, si sente, don Bosco è qui presente” e la cosa più bella era ascoltare quelle grida in tantissime lingue perché seppur diversi condividiamo lo stesso sentire fatto di amore con i Giovani e per i Giovani.
Da tempo c’eravamo preparati con uno studio particolare sulla storia, pedagogia e spiritualità di don Bosco, per cui non eravamo proprio impreparati a vivere, tra il 10 ed il 16 agosto 2015, a Torino e al Colle Don Bosco, i vari momenti di confronto, preghiera e incontro attorno al tema dalla triplice sfaccettatura “Come don Bosco, con i giovani e per i giovani”: avere lo stile di vita di don Bosco, stare con i giovani condividendo tutto, operare unicamente a servizio dei giovani.
Le giornate sono state scandite come (1) la giornata del like-come, (2) la giornata del with-con, (3) la giornata del for-per! Offrendo ai partecipanti un’opportunità di condividere, approfondire e guardare al futuro dell’esperienza carismatica del’educazione salesiana. 
Martedì 11, la giornata del LIKE don Bosco.
Luc Van Looy, già consigliere per le Missioni Salesiane, oltre che consigliere per la Pastorale giovanile e vicario del Rettor Maggiore, ora vescovo di Gent in Belgio, ci comunicava la sua esperienza di solidarietà e di fratellanza, porgendo sempre un orecchio in ascolto delle persone in situazioni di bisogno, ovunque nel mondo, come Don Bosco ci ha insegnato”. 
Mercoledì 12, la giornata del WITH the young.
La Madre Generale FMA Yvonne Reungoat nel suo intervento salutava con gioia tutti i giovani: “La comunione la stiamo vivendo qui, perché qui siamo 5000 cuori in un solo cuore, questa è la pace nel mondo. Don Bosco come Gesù ha voluto andare incontro ai giovani e camminare accanto a loro e la stessa cosa la possiamo fare noi, stare accanto ai giovani per far bruciare nel loro cuore una luce, una speranza”. 
“Giovanni Bosco, ci diceva ancora, ha costruito una casa per i giovani, una casa che non è solo di mattoni ma è soprattutto relazioni tra giovani e adulti che, insieme, continuano in questa costruzione che non finirà mai, una casa senza porte e finestre capace di accogliere tutto il mondo. Una persona non si costruisce nell’individualismo, ma nella relazione. Relazione vuol anche dire aprire il dialogo a tutte le culture, le religioni senza perdere la propria identità”.
Giovedì 13, la giornata del FOR the young.
Accoglievamo calorosamente il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime, che rispondendo alle domande dell’intervistatrice ci parlava di futuro, di salesianità, di sogni: “Mi commuove la vostra gioia e la facilità con cui passate dalla musica e la danza alla riflessione e alla preghiera. E’ possibile festeggiare 200 anni di Don Bosco solo con i giovani, in mezzo ai giovani. Siate i protagonisti della vostra vita. Sogno che nulla e nessuno soffochi o rubi i vostri sogni di bene, di bontà, di una umanità migliore. Sogno che i giovani salesiani nel mondo siano capaci di essere alternativa, di essere controculturali in ciò per cui è importante e necessario andare controcorrente. Sogno giovani che dato che pensano, e sono giusti e hanno un grande cuore, siano capaci di dire Si e dire No, con grande libertà. Non concepisco modo migliore di essere giovani salesiani se non offrendo qualcosa di valido, essendo voce di chi non ha voce”.
In quella giornata del FOR the young, noi giovani della Ispettoria Italia Meridionale avevano ricevuto l’impegno di animare la giornata. Con quanta emozione potete immaginare ci accingevamo a farlo, eppure quella tensione tipica di chi è consapevole di fare una cosa più grande di sé che crea attenzione e responsabilità, non pareva vero che, superato il momento iniziale, come per magia esplodesse in tanta gioia: parlavamo infatti di cose belle attraverso i colori del giallo per dire allegria, del rosso per dire passione, del bianco per dire meta raggiunta e gioia completa che nessuno potrà togliere perché gioia piena e definitiva.
Nelle tre giornate, ai momenti di ascolto erano intervallati momenti di silenzio e di meditazione dove si rendeva veramente grazie al Signore per il dono di Don Bosco e per l’esperienza storica che stavamo vivendo: tutto diventava momento di festa, che creava condivisione ed emozione permettendo che ogni singolo momento ci diventasse evento storico.
La bellezza di quelle giornate è che ci hanno fatto assaporare che il carisma di don Bosco è veramente senza tempo, perché adatto a tutti i tempi e a tutte le culture, capace di inventarsi nelle forme più varie e possibili: attraverso di esso lo Spirito parla tutte le lingue perché risponde ai bisogni di ogni persona, capace di creare magari nuove e diverse strutture come risposta alle esigenze e ai bisogni secondo mentalità e culture diverse.
E così arrivammo al 15 agosto. Questo nostro immenso mondo giovanile si trasferiva a Castelnuovo don Bosco. Da lì partiva il pellegrinaggio verso Colle don Bosco e ad accompagnarci in questo bellissimo viaggio è stata la pioggia che non ci fermava anzi continuava a farci urlare e a gioire come voleva don Bosco.
L’esperienza della vigilia, quando la pioggia poteva bloccare e snaturare tutto, è stata tale da meravigliare tutti per le soluzioni dei problemi del momento … il dormire nella due chiese, inferiore e superiore, con i letti sacco a pelo, gli uni accanto agli altri, giovani-animatori-confratelli-superiori locali-e-superiori ispettori ali …
Quanto veniva gradito il pensiero di Buona Notte portato dal Rettor Maggiore  e dalla Madre Gernerale che accostavano ogni gruppo e scherzavano condividendo filosoficamente l’esperienza offerta dalle circostanze non volute, tutt’al più che pensate, eppur tanto gradite nella loro immediatezza e spontaneità.
La nostra avventura su quei luoghi si concludeva con il momento clou, tanto atteso e sognato, della celebrazione eucaristica del 16 agosto. Il nostro Rettor Maggiore don Angel Artime ricordandone la data di nascita (16 agosto 1815 !), disse grazie a Dio Padre per il dono di don Bosco fatto all’umanità intera. Nella omelia ci ebbe a ripetere “Siamo eredi di un grande uomo … Siamo eredi di un’eredità che viene sviluppata, trasmessa e fecondata con le proprie opzioni di vita e la donazione piena di noi stessi per farla feconda e ancora più ricca…”.
Quella parola, “eredi”, ancora oggi ci risuona nella mente. E in tutta onestà ci chiediamo se siamo effettivamente in grado di far nostra questa eredità? SI! Noi siamo i veri eredi  perché don Bosco, a distanza dei 200 anni, vive in noi, e noi oggi ne siamo i continuatori.
L’eredità di quest’Anno Bicentenario è una rinnovata spinta nel cuore di ognuno di noi di quel fuoco che ha abitato il cuore del nostro Padre e Maestro, Don Bosco.
Ed ora ci chiediamo: “Ma don Bosco è stato un sognatore da un intuito tutto genio e carisma oppure un sognatore incosciente e inconsistente?
La risposta sembrerebbe scontata ma non lo è, perché è stato tutti e due: don Bosco, oltre ad essere innamorato di Dio e di Maria, ha avuto la intuizione simpatica e furbesca di crearsi e di creare un movimento carismatico, tutto spirito di famiglia e di passione-tensione educativa, fatto di giovani e di persone che condividessero i suoi sogni e li portassero a realizzazione di generazione in generazione.