Disposizioni liturgico pastorali per la celebrazione dei sacramenti

don Pietro Rubini*

In data 15 settembre 2015 l’Ufficio liturgico diocesano ha emanato, ai Parroci, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, nonchè agli Pperatori pastorali, Fotografi, Organisti e Floricultori, la riproposizione delle norme relative alle modalità per la celebrazione dei sacramenti nelal nostra diocesi.
           
«A seguito dell’avvicendamento di nuovi parroci, avvenuto negli ultimi anni, nonché al fine di aiutare sacerdoti e laici a promuovere la corretta celebrazione dei Sacramenti, questo Ufficio – cui spetta il compito di promuovere la vita liturgica e la fedele applicazione della disciplina liturgica (SC 45) – intende richiamare l’attenzione su alcune importanti disposizioni, già in vigore nella nostra Diocesi, da osservare con vigile senso di responsabilità.
Tale necessità sgorga dalla natura stessa della celebrazione liturgica che ha come soggetto la Chiesa e le leggi che la guidano in tutto il suo agire, soprattutto in quell’ambito che è “culmine e fonte” della sua vita. Così il rispetto delle norme, qui richiamato, viene direttamente dal sentirsi Chiesa e non mondi chiusi e, al tempo stesso, allontana la tentazione di “inventare” una liturgia a propria immagine e somiglianza, modellata sui propri gusti.
 
Dunque, visti gli Orientamenti dell’Episcopato italiano e pugliese, dei nostri ultimi Vescovi, Mons. A. Bello – Mons. D. Negro – Mons. L. Martella, e dell’Ufficio diocesano per la Liturgia, sono di seguito ripresentate alcune indicazioni e norme per la celebrazione dei Sacramenti.
 
1.    IL MATRIMONIO
Il rito del matrimonio — come del resto tutte le celebrazioni — pur esprimendo il senso della gioia e della festa cristiana (DPF 77; OCM 31), deve splendere per nobile semplicità; non deve essere espressione di esibizionismo che offende i poveri del Signore o chi è svantaggiato. Esso invece sia «dignitoso, uguale per tutte le coppie di sposi, perché maggiormente appaia il carattere comunitario della celebrazione e sia affermata la medesima dignità di tutti i fedeli» (Evangelizzazione e Sacramento del matrimonio, 88; SC 32; OCM 31; DPF 77). 
Pertanto,
riguardo all’addobbo floreale è consentito:
– arredare l’ingresso della chiesa con piante ornamentali;
– porre la guida lungo il corridoio che conduce all’altare;
– contornare il presbiterio e l’altare della celebrazione nuziale con composizioni idonee alla specifiche strutture architettoniche delle singole chiese senza eccedere in ornamenti stravaganti. Questi fiori, dopo la celebrazione, non vanno asportati.
Sono proibiti: drappi e fiori sui banchi; oggetti infiorati, come arpe, colonne, cuscini e corbeilles (cf. ULD, Perché la liturgia celebri la vita, 1989;  CEP,Celebrare il Vangelo della famiglia nelle Chiese di Puglia,1994,12-13).
Purtroppo nuove consuetudini immesse dai fioristi evidenziano sempre più la confusione tra l’addobbo floreale, che deve essere realizzato nel luogo sacro, e gli ornamenti allestiti per le sale ricevimento. Occorre, perciò, evitare che in Chiesa vengano introdotti oggetti che non c’entrano nulla con la celebrazione liturgica: lanterne e altri manufatti, ceri accesi tra le composizioni floreali o disposti per terra lungo la navata, strutture finalizzate ad accentuare in modo esagerato l’immagine degli sposi.
 
riguardo agli operatori e strumenti musicali:
va ricordato che gli operatori, in ogni celebrazione liturgica, esercitano un vero ministero liturgico nella promozione della partecipazione attiva dei fedeli all’azione sacra. Perciò la migliore esecuzione, anche nella celebrazione del matrimonio, sarebbe il canto dell’assemblea, come partecipazione attiva alla liturgia che si compie. Ove questo non fosse possibile, è tollerato il canto di qualche singola persona come guida dell’assemblea nei canti dell’ordinamento della Messa. È permessa solo musica liturgica, con esclusione di musica lirica, sinfonica ed operistica, anche se di soggetto sacro. L’elenco delle sonate ammesse e non ammesse è pubblicato nella Nota pastorale della CEP del 1994, di cui si allega copia.
Quanto agli strumenti è previsto l’uso dell’organo o dell’armonium, eventualmente accompagnato da un altro strumento, ma non l’intervento di orchestrine. È inoltre vietata l’esecuzione di canti o suoni registrati o incisi su disco; non è altresì consentito l’accompagnamento con sottofondo musicale alla lettura delle Parola di Dio e durante la preghiera eucaristica (cf. ULD, oc; CEP, oc, n.16).
 
riguardo al servizio fotografico:
«Bisogna evitare con ogni cura che le celebrazioni liturgiche, e particolarmente la S. Messa, siano turbate dalla ripresa di fotografie» (EM, 23). Sono significative per ricordare. La loro ripresa non deve però disturbare la partecipazione. Essa può essere fatta:
 
– all’ingresso – durante la parte centrale del rito (consenso, scambio degli anelli) – alla presentazione dei doni – allo scambio della pace – alla comunione – alla firma – all’uscita.
 
È assolutamente vietata ogni ripresa durante la liturgia della Parola e durante la prece eucaristica.
Il servizio fotografico sia limitato a due operatori (fotografo e cineoperatore) e ad un aiutante. Si installeranno le apparecchiature necessarie fuori o ai margini del presbitero e si opererà in postazione fissa (cf. ULD, oc; CEP, oc, n.14).
 
2.    ALTRI SACRAMENTI
Per gli altri momenti celebrativi, degni di ricordo, viene stabilito quanto segue:
Battesimo(segno di croce sulla fronte del battezzando – infusione dell’acqua – riti esplicativi); Cresima (unzione sulla fronte e foto di gruppo o di ogni singolo cresimato); Prima Comunione(momento della Comunione, collocandosi a debita distanza – per il resto concordare tutto con il parroco).
 
3.    L’EUCARISTIA NELLE COMUNITÀ ECCLESIALI
«L’unità della Chiesa esige, tra l’altro, molta attenzione per non dividere o disperdere la comunità che celebra l’Eucaristia. Si eviti pertanto la moltiplicazione immotivata o inopportuna delle Messe che spesso finisce per convocare assemblee frazionate e frettolose» (ECC 81).
 
Si raccomanda di osservare nelle singole parti la presente disciplina, approvata a tempo debito dai nostri Ecc.mi Vescovi e già in vigore nella nostra Chiesa locale. 
 
Lì, 15 settembre 2015                   
 
* Direttore Ufficio liturgico diocesano
 
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