Sabato 23 gennaio il vescovo incontr per la prima volta il Clero diocesano. Si intensificano le relazioni e si prepara l'atteso appuntamento del 20 febbraio. Intanto esprimiamo il nostro affetto al vescovo richiamando quel momento dell'annuncio della sua nomina.
Tanti i pensieri e le parole nei giorni che hanno preceduto e seguito la nomina di Mons. Domenico Cornacchia a nostro vescovo. Ciascuno esprime opinioni, avanza ipotesi, incalza desideri, tanto a livello interpersonale quanto sulla vasta e incontrollabile agorà di internet. Ed è normale che sia così, segno di una presenza rilevante – quella del vescovo nella diocesi – alla quale in tanti guardano come riferimento imprescindibile anche dal punto di vista laico e sociale.
«Avere un vescovo dopo i due lutti che abbiamo vissuto – ha detto Mons. De Gioia nel comunicarci la nomina – dà anche un senso di gioia, perché significa riprendere il cammino…». E ci ha commosso Mons. Cornacchia quando, nel suo primo messaggio, ha esplicitamente espresso il desiderio di venire anche per «asciugare ancora le lacrime che grondano sul vostro, sul nostro viso».
Tuttavia «andiamo avanti con serenità perché la Chiesa non si ferma e va avanti – ha proseguito don Ignazio –. Dobbiamo sentire la gioia di dire grazie al Signore, il grazie viene spontaneo perché il vescovo è sempre un dono… ispirato da Dio, attraverso gli uomini e confermato dalla Santa Sede». Questa la comunicazione dalla Nunziatura:
«Reverendo Signore, mi pregio di comunicare alla Signoria Vostra Rev.ma che il Santo Padre ha nominato S.E. Mons. Domenico Cornacchia, attualmente Vescovo di Lucera-Troia, nuovo Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. La notizia della nomina sarà resa pubblica alle ore 12.00 di venerdì 15 gennaio corrente e fino a quel momento, come è noto, dovrà rimanere sub secreto pontificio». (Adriano Bernardini, Nunzio apostolico, 11/01/2016).
Più che una sorpresa il lungo applauso dei presenti ha sottolineato la conferma dell’affetto riservato a Mons. Cornacchia, già conosciuto da tanti sacerdoti e laici, provvidenzialmente inviato qui da noi, forte della sua esperienza episcopale, a riprendere un cammino doppiamente interrotto.
«Apriamoci a questa speranza che può rendere feconda la nostra chiesa per continuare a camminare con tutte le ricchezze che abbiamo dentro di noi». Don Ignazio ha fermamente ribadito come è necessario che ciascuno, singoli e comunità, manifesti le sue potenzialità, cercando di restare uniti, senza divisioni, senza settorialità, proprio come abbiamo dato prova nella recente marcia per la pace, da più parti – e anche dal Papa – apprezzata per qualità e partecipazione. Ma proprio in questa fase, concludeva don Ignazio, «è necessario che ciascuno faccia la sua parte, morendo anche a se stessi, così troveremo la pace. Dimentichiamo la superbia innata della nostra vita, per poter mettere un po’ di cuore di Dio nelle nostre azioni. Se faremo questo la diocesi potrà applaudire al nuovo vescovo».
Allora prepariamoci all’ingresso di Mons. Cornacchia, lo faremo anche attraverso queste pagine e dal sito diocesano, compiendo un esercizio di autoriflessione. Guardiamo senz’altro «con serenità e fiducia al Buon Dio» nella novità e nella continuità e siamo pronti anche noi a rivolgere il nostro primo saluto dicendogli “Anche noi ti vogliamo bene e certamente preghiamo per te!”.
(Luce e Vita n.4 del 24/01/2016)