Papa Francesco: alla Festa degli italiani, “fate ponti umani”

di Andrea Teofrasto

 
27/7/2016
Pregano, cantano, urlano “italiano batti le mani” ogni volta che incrociano un altro gruppo. Sono i giovani venuti dalla diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e ieri convenuti qui a Cracovia per attraversare la Porta santa del Santuario della Divina misericordia. Tutti a piedi, dopo metri macinati sotto il sole. Ragazzi dagli occhi puliti e dallo sguardo gioioso. Una gioiosa muraglia umana che con canti e bandiere, si è messo in cammino con pazienza, ma anche con determinazione.
Il morale è sempre alto. Tanta festa, tanta gioia. “Incendiate il nostro amato Paese, cari giovani”. Lo ha ripetuto due volte il cardinale Angelo Bagnasco al termine della messa celebrata ieri pomeriggio sulla spianata della basilica della Divina Misericordia, a Cracovia. Lo ha detto davanti a 100mila ragazzi, in maggioranza italiani. Il cardinale ha poi ricordato san Giovanni Paolo II che ha voluto queste Giornate mondiali e ha detto di essere felice di “essere qui, nella terra della misericordia”, davanti al santuario di santa Faustina Kowalska.
A chiudere la serata in bellezza, la “Festa degli italiani” davanti alla chiesa dedicata a Giovanni Paolo II. Ovazione alle stelle per Simona Molinari, i Nomadi per il rapper Moreno e soprattutto per Renzo Arbore. Poi tifo da stadio per papa Francesco, collegato in diretta dall’arcivescovado.
“Come possiamo tornare alla normalità, tornare ad essere felici su quei treni che sono la nostra casa?”. È la prima di tre domande che hanno posto tre ragazzi al Papa, intervenuto in diretta video dall’episcopio, alle 20.50 circa, durante la “Festa degli italiani” in corso nella spianata davanti al Santuario della Divina Misericordia. Il riferimento della domanda era l’incidente ferroviario avvenuto di recente in Puglia. “Quello che è successo a te è una ferita”, la risposta di papa Francesco: “Alcuni sono stati feriti nell’incidente nel corpo e tu sei stata ferita nel tuo animo, nel tuo corpo, nel tuo cuore, e la ferita si chiama paura. Tu hai subito uno choc che non ti lascia star bene, ti fa male, ma questo choc ti dà anche l’opportunità di superare te stessa, di andare oltre”.
Una ragazza rumena 15enne accenna al tentativo di suicidarsi perché, in passato vittima di episodi di bullismo a scuola. “Ho perdonato un po’ quei ragazzi, ma come faccio a perdonarli del tutto?”. “La crudeltà, – ha esordito Francesco – è alla base di tutte le guerre. Le chiacchiere sono un terrorismo. È come buttare una bomba. Dobbiamo vincere questo. Come? Silenzio, pazienza. Perdonare non è facile. Extracomunitario, non conoscevo questa parola. È una crudeltà. Ti portano via dalla comunità. Dobbiamo lottare tanto contro questo terrorismo della lingua. Si può perdonare totalmente? È una grazia che dobbiamo chiedere al Signore. Ci vuole anche l’atteggiamento della mitezza: stare zitti, trattare bene gli altri. Chiedere la grazia della mitezza. Una strada che apre al perdono”.
“Come facciamo a diffondere la pace in questo mondo pieno di odio?”. A interpellare il Papa con la terza e ultima domanda, sono stati tre giovani di Verona, accompagnati da un sacerdote, che erano a Monaco nei giorni dell’attentato. “Tu hai detto due parole chiave: pace e odio”, la risposta di Francesco: “La pace costruisce ponti, l’odio è il costruttore dei muri. Tu devi scegliere nella vita: o faccio ponti, o faccio muri. I muri dividono, crescono le divisioni e l’odio. I ponti invece uniscono: quando c’è il ponte, l’odio può andare via, perché io posso sentire l’altro, parlare con l’altro”. “Noi abbiamo nelle nostre possibilità, tutti i giorni, la capacità di fare un ponte umano”, l’incoraggiamento del Papa: “Quando stringi una mano a un umico, tu fai un ponte umano, quando colpisci un altro, costruisci il muro. L’odio cresce sempre con i muri”. “Fate ponti voi, tutti, prendete le mani!”, l’invito alla folla radunata nella spianata davanti al Santuario della Misericordia: “Io voglio vedere tanti ponti umani. Questo è il programma di vita: fare ponti, ponti umani!”. Poi parte il coro “papa Francesco”.