L’abbiamo vissuta tutti l’esperienza, ne sono certo. Mi riferisco al gesto devoto di metterci davanti alla bellissima immagine della Madonna dei Martiri e di lasciare che i nostri occhi incrocino i dolcissimi occhi di Maria.
Nei giorni della novena, in Basilica, e nei giorni della permanenza del simulacro in Cattedrale, quanti bambini con la faccina colma di meraviglia, ragazzi entusiasti, giovani innamorati, adulti che sperano, anziani affaticati, ammalati in cerca di conforto: tutti col naso all’insù, con lo sguardo rivolto verso l’alto, in silenzio, a cercare di leggere i pensieri della Madonna attraverso i suoi occhi.
Papa Francesco lo ha scritto in modo mirabile nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia che stiamo celebrando quest’anno: «La dolcezza dello sguardo della Madre di misericordia ci accompagni perché possiamo tutti riscoprire la gioia della tenerezza di Dio».
Abbiamo tutti bisogno di bussare al cuore della Madre di Gesù, alla Madre di ciascuno di noi e, così come ci suggerisce il Papa, invocarla con «la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perché non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù». Solo così, quando non riusciamo a compiere il bene, quando cadiamo nel peccato, la tenerezza dello sguardo materno della Madonna ci spinge a ricominciare a camminare sulle vie del bene e dell’amore.
Maria si fa così «nostra compagna di viaggio sulle strade della vita», come amava definirla il servo di Dio Don Tonino Bello, mettendosi soprattutto accanto a coloro che soffrono e piangono. In questo momento sono certo che la Madonna ha scelto di stare vicina ai parenti delle vittime dell’incidente ferroviario avvenuto lo scorso luglio tra Andria e Corato, come pure starà asciugando le lacrime di tutti coloro che in questi giorni sono disorientati per il terremoto che ha seminato morte e paura in alcuni paesi delle Marche. Mai come in queste circostanze risultano vere quelle parole che pronunciamo nella preghiera mariana: «a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime».
Per tutti questi motivi, nei giorni della festa in onore della Regina dei Martiri, impegniamoci, con la preghiera e con la partecipazione ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, a cercare gli occhi misericordiosi di Maria, perché ci accarezzi il cuore, perché ci ricordi che solo nel suo figlio Gesù possiamo trovare la sorgente della speranza, perché ci esorti a far diventare la misericordia lo stile delle nostre relazioni in famiglia, al lavoro, a scuola, nel condominio, nelle relazioni tra parenti e tra amici.
In questo Anno Santo, la festa patronale segni l’inizio di un rinnovato cammino personale e comunitario di conversione che riporti la misericordia al centro di nostri rapporti con il prossimo. Sotto lo sguardo dolcissimo di Maria.
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