30/7/2016
“Costruire ponti: sapete qual è il primo ponte da costruire? Un ponte che possiamo realizzare qui e ora: stringerci la mano, darci la mano. Forza, fatelo adesso, qui, questo ponte primordiale, e datevi la mano. È il grande ponte fraterno, e possano imparare a farlo i grandi di questo mondo!… ma non per la fotografia, bensì per continuare a costruire ponti sempre più grandi”. Si è conclusa con la platea sterminata dei giovani – si parla di 1.600.000 – che ha risposto a questo invito del Papa, la Veglia al Campus Misericordiae. “Che questo ponte umano sia seme di tanti altri; sarà un’impronta”, le parole di Francesco: “Oggi Gesù, che è la via, ti chiama a lasciare la tua impronta nella storia. Lui, che è la vita, ti invita a lasciare un’impronta che riempia di vita la tua storia e quella di tanti altri. Lui, che è la verità, ti invita a lasciare le strade della separazione, della divisione, del non-senso”. “Ci stai?”, la richiesta di impegno rivolta singolarmente ad ognuno dei giovani: “Cosa rispondono le tue mani e i tuoi piedi al Signore, che è via, verità e vita?”. “Oggi Gesù ti invita, ti chiama a lasciare la tua impronta nella vita, un’impronta che segni la storia, che segni la tua storia e la storia di tanti”, le parole pronunciate dal Papa subito prima: “La vita di oggi ci dice che è molto facile fissare l’attenzione su quello che ci divide, su quello che ci separa. Vorrebbero farci credere che chiuderci è il miglior modo di proteggerci da ciò che ci fa male”. “Oggi noi adulti abbiamo bisogno di voi, per insegnarci a convivere nella diversità, nel dialogo, nel condividere la multiculturalità non come una minaccia ma come un’opportunità”, il tributo sincero alle nuove generazioni: “Abbiate il coraggio di insegnarci che è più facile costruire ponti che innalzare muri! E tutti insieme chiediamo che esigiate da noi di percorrere le strade della fraternità”. “Che siate voi i nostri accusatori – la richiesta a braccio del Papa – se siamo noi a creare muri, a creare inimicizie, a creare guerre”. E la “ola” delle mani dei ragazzi intrecciate l’una con l’altra – accompagnata da un applauso interminabile con il nome del successore di Pietro ben scandito nelle sue sillabe – ha fatto calare il sole sul Campus Misericordiae. Il colpo d’occhio, ora, è un campo trasformatosi in una grande tenda, fatta di tante piccole tende, che aspetta domani Papa Francesco per il grande appuntamento finale.
Veglia Campus Misericordiae, fate “un ponte primordiale”, dai giovani un’ovazione
a cura della redazione
