Lo scorso anno, tornato a Terlizzi per una breve vacanza, don Paolo Malerba, nostro sacerdote missionario fidei donum a Marsabit, in Kenya, comunicava, dalle colonne di Luce e Vita (n.35 del 23 ottobre 2016, in allegato), della nuova istituzione parrocchiale che il vescovo Peter Kihara K., gli aveva affidato a Log Logo. Poi c’è stato un rinvio di tempi, e adesso ci siamo. «Dopo aver ascoltato i consultori e dopo aver ascoltato più volte il local council di Log logo il vescovo Peter Kihara K ha deciso che Log Logo potesse diventare parrocchia». Sono parole di gioia che don Paolo ci scrive. «È una delle primissime comunità che fino ad oggi era legata a Laisamis, un centro più grande, prima parrocchia di Marsabit. La mancanza di preti e altre componenti aveva rimandato l’apertura di Log Logo a parrocchia».
Come si è preparata la Comunità? «In quest’anno la comunità si è preparata in vari modi affinché potesse sentirsi protagonista. La comunità ha raccolto circa 8 euro per iniziare una piccola costruzione come alloggio per il sacerdote. Questo gesto è stato molto apprezzato dal vescovo e la diocesi di Marsabit ha integrato per la costruzione della suddetta struttura».
Ecco allora che domenica prossima, 16 luglio 2017, la chiesetta costruita 25 anni fa e intitolata, appunto, all’Immacolata, sarà elevata a parrocchia. «Inizieremo in semplicità. Sappiamo che la chiesa non è fatta di mattoni, ma di persone. Anzi in Log logo – prosegue don Paolo – c’è una grande “basilica”, come diceva don Tonino, perché i cristiani, pur essendo stati soli per molti anni, sono stati forti e hanno resistito e resistono al proselitismo islamico fatto a suon di petrodollari».
Sarà intitolata all’Immacolata, titolo che, quasi provvidenzialmente, è fortemente legato all’esperienza di don Paolo: «nel 2008, 13 dicembre, al mio primo arrivo in Africa, lì ho celebrato la prima messa; sarà dedicata all’Immacolata e io provengo dall’Immacolata (di Terlizzi). Sono anche nato nel giorno dell’Immacolata…».
C’è una preoccupazione a Log Logo che però deve trasformarsi in impegno: «Quella dell’Islam è una realtà forte, ma anche affascinante perché ci aiuta a dare più senso, sapore e colore alla nostra fede. I giovani purtroppo si convertono all’Islam perché gli offrono soldi, lavoro e futuro. Un progetto che vorrei iniziare da subito, oltre quello pastorale dell’annuncio della fede, sarà una vicinanza ai giovani con la creazione di lavoro. Lavoreremo perché i cristiani non si sentano soli o uomini e donne di serie b. Io cercherò di essere accanto a loro. Non mi sostituirò a loro.»
In questa nuova opera dello Spirito dobbiamo coinvolgerci come diocesi di origine di don Paolo e lo faremo come sarà possibile e secondo le indicazioni che ci proverranno da Marsabit.
Intanto possiamo unirci spiritualmente nella preghiera, domenica 16 luglio, magari parlandone nelle nostre parrocchie e pregando insieme. Poi don Paolo ci farà sapere come sarà andata quella storica giornata. «Cercherò, nella mia povertà, di far sì che il vangelo si incarni in atti concreti di amore visibile.
Il Signore so che non farà mancare la sua presenza attraverso le mani e la preghiera dei suoi figli».
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