«Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (1Ts 5,21)

di Ettore Minutillo e Natale Nappi

La Strada è per noi Scout un simbolo prezioso e un’autentica immagine per farci capire quanto sia affascinante e misterioso il viaggio della vita e, dentro questa, della fede in Cristo Gesù, il Crocifisso Risorto. Siamo sempre pronti a metterci in cammino, nonostante tutto e non mai da soli, perché nessuno deve avere la pretesa di sapere già tutto, specie in un mondo come il nostro, in “vertiginosa mutazione” e ormai “liquido”.

Camminiamo audacemente con amici che come noi follemente intraprendono la bellissima avventura della fede e della propria chiamata a servire ovunque. Ci è stato di sprone e di esempio la superlativa e privilegiata testimonianza del patrono del Roverismo cattolico: san Paolo Apostolo, per noi illuminante figura di grande camminatore e di appassionato missionario e servitore inarrestabile del Vangelo di Gesù Cristo.

Con questi sentimenti si è accolta a Molfetta nei giorni 14 – 16 luglio la Pattuglia Nazionale Rover dell’Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici della Federazione dello Scoutismo Europeo, guidata intelligentemente dal Commissario Nazionale Rover Lorenzo Cacciani, dal suo vice Alessandro Galantin e da don Nicola Felice Abbattista Assistente Ecclesiastico Nazionale. Presenti anche alcuni Incaricati Regionali e di Distretto della Branca Rover provenienti da diverse località d’Italia.

I lavori si sono svolti in una vetusta villa nell’agro molfettese gentilmente posta a disposizione degli ospiti dal nobile cuore della signora Annamaria Azzarita che premurosamente e con spirito squisitamente materno ha preparato delle prelibatezze tipiche locali, in collaborazione con il Clan “don Tonino Bello” del Gruppo Molfetta 1 F.S.E. “Charles de Foucauld”.

Alla luce di san Paolo, instancabile camminatore, uomo contemplativo e uomo della speranza coraggiosa, la Pattuglia aprendosi sulle “strade di futuro” a cui guarda e verso cui cammina, ha programmato il percorso formativo e la composizione delle Staff che dirigeranno i campi-scuola di Primo Tempo (per Aiuto Capo Clan) e di Secondo Tempo (per Capo Clan) che dal 2 al 9 dicembre p. v., nello stile del campo mobile, si svolgeranno in Puglia sul Promontorio del Gargano.

Il mistero di grazia e di debolezza dimorante in san Paolo ha permesso ai membri della Pattuglia di trovare quella forza interiore per continuare il proprio servizio, così come la serenità e il coraggio nascono dalla convinzione che solo Dio è il vero protagonista di ogni azione apostolica – “noi non predichiamo noi stessi” – e che solo a Dio si deve rendere conto: si è sempre nelle mani di Dio e lo si imita in questo! Così come per san Paolo, il prossimo non è la ragione ultima del lavoro apostolico, perché proprio incontrando l’eventuale rifiuto di ciò che si annuncia potrebbe scoraggiare o rendere schiavi, così per i membri della Pattuglia si è scoperto che solo l’amore di Dio deve necessariamente precedere l’amore del prossimo, il quale non lo annulla, ma lo libera e lo autentica con uno stile di amore forte, folle e critico.

Vertice dei lavori di programmazione e di verifica della pattuglia è stata la celebrazione eucaristica condivisa nella comunità parrocchiale di Santa Teresa in Molfetta, sede operativa del Gruppo Scout e di cui è parroco don Nicola. Nel vespro di sabato 15, in una chiesa carica della tipica afa estiva, la celebrazione è stata scandita da intensi momenti che hanno fatto vibrare il cuore dei presenti attraverso l’animazione liturgica, preparata dagli stessi scout e sapientemente accompagnata all’organo dal maestro Ivano Zanzarella. Al termine della stessa il commosso discorso del Commissario Nazionale Lorenzo ha suscitato non solo un accorato applauso, ma toccato il cuore per la richiesta di preghiere per il prezioso servizio che gli scout rendono ancora, dopo ormai cento anni di vita, alle giovani generazioni nel formare “uomini e donne della partenza” pronti a vivere con protagonismo e coraggio una storia che si fa strada di vita.

È nata così la comprensione della vita come un’esperienza di fragilità e di inadeguatezza che conduce alla scoperta di quel tesoro contenuto in vasi di terracotta, di quella potenza d’amore divino presente nella debolezza di ogni uomo (2Cor 4,7); un’esperienza che vissuta nella fede, non è ostacolo al Regno, ma diviene la condizione perché ne appaia l’efficacia e la vitalità. I lavori della Pattuglia hanno raggiunto l’apice nella ricomprensione del Roverismo cattolico centrato sulla eminente figura di san Paolo come uomo, apostolo, contemplativo, capace di far gustare l’avventura della fede in Gesù che chiama a sé quelli che vuole e poi li manda ad annunciare l’esperienza fatta. Solo così il Rover riscopre le radici della chiamata (da dove vengo?), l’identità e il senso di ciò che si fa (chi sono?), il tessuto che costituisce il progetto “uomo nuovo” (cosa ho nel cuore?), la finalità del percorrere la strada (dove voglio andare?).

Vivere è scegliere la strada su cui camminare: «Buona Strada», dunque, fratelli!