Rileggendo la teologia di Lutero

di Giovanni de Nicolo

Insieme ad alcuni delegati diocesani per l’ecumenismo della Puglia, ho avuto modo di partecipare, dal 22 al 28 agosto, a una visita sui luoghi tipicamente luterani della Germania e, nello stesso tempo, a un approfondimento della spiritualità dell’unità promossa da C. Lubich. È stato un gruppo del movimento da lei fondato che ha organizzato il viaggio. Siamo stati ospitati in due centri: a Zwochau e a Ottmaring.
Risulta difficile sintetizzare i numerosi contenuti e raccogliere i tanti nomi e luoghi che abbiamo potuto ascoltare e visitare in un itinerario che da Wittenberg, dove Lutero iniziò la Riforma con l’affissione delle tesi, ci ha portati a a Wortburg, dove rimase nascosto per 10 mesi dopo la scomunica del papa e il bando dell’imperatore; fino a Erfurt, nel cui monastero agostiniano entrò quando scoprì la sua vocazione, e a Lipsia, dove tenne una disputa con il teologo cattolico G. Eck, e Augsburg, dove nel 1530 fu firmata la Confessione augustana e, nel 1999, la Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, tra luterani e cattolici.
Diversi luterani e un valdese facevano parte del gruppo che partecipava al Seminario in Germania e che abbiamo imparato a conoscere meglio, in uno spirito di condivisione e di ascolto reciproco.
Vorrei soffermarmi qui sull’intervento di S. Günther, direttore degli studi al Predigtseminar di Wittenberg, dal titolo: M. Lutero, il professore del nord. Ha evidenziato i diversi modi di chiamare la Riforma, sulla base della distanza culturale tra i popoli aldilà e aldiquà delle Alpi, ad esempio: scontro di culture, certamente un dato da non sottovalutare per comprendere lo svolgersi degli avvenimenti in seguito agli insegnamenti di Lutero. Mentre nella sede romana se ne parlava e si auspicava un concilio, per cui la riforma era decisa, c’erano in Germania delle tensioni per i pagamenti dovuti a Roma e il commercio delle indulgenze. L’impressione che ebbe Lutero, quando si recò alla sede del papa nel 1511, a 28 anni, fu negativa, oltre al fatto che non fu ascoltata la richiesta della sua parte. Del resto era visto nell’Urbe in modo non proprio positivo. In realtà, la teologia di Lutero attinge alla mistica tedesca del 1300. Da Taulero aveva capito che non l’ordinazione fa il prete, ma la devozione, cioè il battesimo.
Le radici teologiche del suo pensiero sono nella Scrittura, in quanto viene interiorizzata, come la sua intuizione della giustizia di Dio, nella famosa esperienza della torre, per cui la giustizia è data da Dio per la fede in Cristo. Lutero sottolinea la capacità teologica della lingua tedesca, al pari del latino, del greco e dell’ebraico. Gesù Cristo è importante per la salvezza umana.
Bisogna dire che Lutero scatenò il dibattito con Roma sulle indulgenze, con l’affissione delle 95 tesi, in un contesto che vedeva le reliquie esposte e connesse con un’offerta dei fedeli. Quando la questione arrivò a Roma il papa la affidò all’agostiniano Gabriele della Volta, generale dell’ordine. Purtroppo l’incomprensione crebbe senza che ciascuno tenesse conto dei presupposti del suo interlocutore.
Ci sono alcuni punti di forza di Lutero, che possono arricchirci. La fede incondizionata nell’amor di Dio e la scoperta della giustificazione: Dio ci ama gratuitamente e ci fa buoni, ci rende giusti.
La mistica della parola e della fede. Sappiamo quanta forza ha, nella spiritualità di Lutero, la parola di Dio che ci fa morire e risorgere. È la grande protagonista della vita cristiana. L’esperienza cristiana come vita estatica, per cui Lutero insegnava a portare le cose all’essenziale.
Se provassimo a dialogare profondamente con Lutero, scopriremmo che forse non era proprio contrario all’Eucaristia come si è sempre detto, non era contrario a Maria, avendo scritto un commento al Magnificat e celebrato e predicato per tanti anni in tedesco nella StMarienkirche a Wittenberg. Forse si diffiderebbe dell’individualismo e soggettivismo che si dice abbia generato, ma se ascoltassimo bene, la sua questione non era sul papa, ma su una chiesa basata sulla Parola di Dio e il primato della mediazione di Cristo.

 

© Luce e Vita, n.35 del 29 ottobre 2017