L’accoglienza è tra i pilastri dei cammini formativi di Azione Cattolica, ma questa storia nella quale siamo immersi richiede un’attenzione ulteriore, più specifica. Per questo l’esigenza di avviare una campagna sui Nuovi Stili di Vita “Volti rivolti. L’umanità che fa bene” che sarà presentata giovedì 28 marzo presso l’Aula Magna del Seminario Regionale “Pio XI”, alle ore 19.30. Nel convegno interverranno due figure di spicco dell’accoglienza: Giusi Nicolini, già sindaco di Lampedusa e Linosa, e don Gianni De Robertis, Direttore Generale Fondazione Migrantes. Sarà presente anche il vescovo Mons. Cornacchia. Modererà Vito Giannulo, giornalista Rai. L’evento pubblico è rivolto a tutti, aderenti e non. “Volti rivolti. L’umanità che fa bene” rivitalizza nel titolo un’espressione di don Tonino Bello, che da Levinas prese in prestito proprio l’etica del volto, per riconoscere nell’altro il fratello a cui tendere la mano. La campagna porrà l’accento sull’accoglienza come dimensione umana, affinché diventi sempre più stile di vita cosciente e aperto. In particolare, sarà incentrata sull’accoglienza dei migranti, perché come associazione sentiamo forte il legame con l’attualità e la necessità di dare un contributo alle coscienze, a seguito soprattutto del notevole incremento dei flussi migratori e degli episodi di xenofobia che si stanno diffondendo. Sono trascorsi circa 35 anni dall’accoglienza dei cittadini provenienti dal Maghreb e dai primi sbarchi di Albanesi sulle coste pugliesi che mobilitò l’intera Diocesi con a capo don Tonino che ne accolse alcuni in maniera diretta.
L’Ac, come associazione fortemente radicata nella realtà territoriale, intende contrastare l’abbassamento culturale a cui si sta andando incontro, in un clima di crescente diffidenza e paura. Per cui riteniamo necessario tornare a promuovere i valori più umani che partono dal volto dell’altro, dallo sguardo di chi incrocia le nostre esistenze, indipendentemente dalla sua storia personale.
La campagna durerà fino a maggio 2020, sarà articolata su tre livelli: parrocchiale, cittadino e diocesano; prevederà anche collaborazioni con altre realtà associative ecclesiali e laiche presenti sul territorio.
Come cittadini e cristiani siamo chiamati a vivere nel rispetto dell’altro, considerato oggi più ostacolo e minaccia che vera risorsa e ricchezza umana. Vogliamo dunque re-imparare a stare insieme, con le nostre differenze, i nostri sguardi diversi, i vissuti da raccontare così da abbattere i pregiudizi verso chi ha deciso di cambiar vita, Stato, cultura.
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