Giungiamo così alla Veglia Pasquale, madre di tutte le Veglie, come amava chiamarla Sant’Agostino, e alla Domenica di Pasqua, giorno dell’amore che vince la morte.
La notte, il fuoco, la luce, il suono delle campane, il canto: sono schegge di creazione che invadono la liturgia notturna della Veglia Pasquale come segni di risurrezione e di vita nuova. Così la Chiesa, colma di gioia per quanto il Signore ha fatto, nell’Exultet canta: «O felice colpa che ci ha meritato un tale Redentore!». È un’espressione densa di significato: dice che il Cristo morto e risorto ha fatto di tutte le colpe umane, delle “felici colpe”, ossia delle colpe che non si ricordano più se non per l’esperienza di misericordia e di tenerezza divina di cui sono state occasione.
Da questa certezza, come un saluto trionfale a Cristo che ha riportato la vittoria sulla morte, esplode, dopo i 40 giorni della Quaresima, il canto dell’Alleluia. Così la Pasqua ci mette dentro la voglia di cantare, ci fa sentire liberi, leggeri, in armonia con Dio, con gli altri, con noi stessi, con le cose.
Ogni giorno è Pasqua: perché ogni giorno muore qualcosa di vecchio in noi e facciamo un passo verso la vita nuova. E, soprattutto, ogni domenica è Pasqua: perché siamo chiamati all’incontro con il Signore Risorto nella santa Messa. Da Lui contagiati, dovremmo avere il fuoco nel cuore e la gioia sul volto, così da renderGli testimonianza.
Di Giorgio La Pira si dice che quando era deputato a Montecitorio, mostrava spesso a un suo collega ateo il piccolo Vangelo che portava con sé e, sorridendo, diceva: «È risorto!». Dobbiamo dirlo anche noi, a tutti e prima di tutto a noi stessi. Essendo anche noi, come i primi discepoli, testimoni della Pasqua di Cristo, siamo certi che la pagina dolorosa e difficile che stiamo vivendo presto si trasformerà in un nuovo scenario di vita, di speranza, di orizzonti nuovi, di lacrime asciugate. Con Cristo possiamo risorgere.
Mentre siamo consapevoli che la Passione di Cristo continua in ogni crocifisso della terra, abbiamo anche ragione di credere che la sua Risurrezione è sempre in atto, fino al suo compimento.
Celebrare il Giorno di Pasqua in casa
La Domenica di Pasqua sarebbe bello vivere in casa una celebrazione della Parola che prevede il canto gioioso e corale dell’Alleluia, la proclamazione del Vangelo della Risurrezione (Gv 20, 1-9), il rinnovo della professione di fede attraverso la recita del Credo e un momento di gioia, senza dimenticare chi è solo. A queste persone, parenti – amici – semplici conoscenti – possiamo renderci presenti attraverso una telefonata per uno scambio di auguri, per trasmettere una parola di vicinanza e di speranza. Lo dobbiamo fare spesso, ancor più la Domenica di Pasqua.
Tu, o Signore risorto,
sei la speranza che non ci delude mai.
Sempre ci fai sentire
follemente amati e semplicemente salvati da Dio,
il Padre buono che tutto dona e perdona,
pronto ad abbracciarci e ad attraversare insieme con noi
i difficili momenti come quelli
che stiamo vivendo in questo tempo.
Tu, o Signore risorto,
sei al nostro fianco come conforto.
Tu ci sei, Forza della nostra forza.
La tua presenza è la sola certezza
che ci accompagna nella vita.
Noi, per Te, siamo importanti.
Non ti interessano le cadute e i fallimenti,
i peccati e i tradimenti, le debolezze e le fragilità
che abbiamo a nostro carico.
Ogni volta Ti ostini a tirarci fuori dai sepolcri
della rassegnazione, della delusione e dello scetticismo.
Indifferente verso il nostro oscuro passato,
ami scrivere futuro nei nostri cuori.
Tu, o Signore risorto,
sei vivo e ci vuoi vivi.
Aiutaci a dare inizio ad un mondo in cui
cresce l’amore e diminuisce l’odio,
si diffonde la pace e si superano le divisioni,
avanza la cultura della tenerezza e dell’accoglienza
e arretra il clima dell’indifferenza e della diffidenza.
Donaci la capacità di vedere intorno a noi
i fiori di primavera più che le foglie morte dell’autunno,
perché, con Te, la vita non finisce mai.
È la benedizione della Pasqua!
A tutti voi, protesi alla gioia pasquale, sulle orme di Cristo Signore,
auguro un santo cammino.
don Pietro Rubini
direttore ULD