1. PREMESSA
L’anno pastorale 2020 – 2021 si inserisce in un particolare periodo storico contrassegnato, purtroppo, dalla pandemia ancora in corso, che ci ha posti di fronte a scenari assolutamente inaspettati, urgenze cui far fronte, emergenze in campo sociale, economico, sanitario, educativo.
Anche la comunità ecclesiale della nostra Diocesi ha risentito di questa fase di isolamento, disagio, difficoltà. Però, dopo un primo momento di smarrimento, ciascuno ha provato a mettere in campo ogni risorsa possibile per rispondere degnamente all’emergenza, esprimendo soprattutto vicinanza alle persone, nei modi e nei tempi ritenuti necessari per non perdere il contatto con Gesù e la sua Parola e per mantenere vive, anche a distanza, le relazioni umane.
Ora è tempo di ripartire con la consapevolezza che nella programmazione e realizzazione delle attività pastorali, sia a livello parrocchiale che diocesano, è necessario tener conto delle norme socio-sanitarie richieste per sconfiggere il coronavirus, con lo stile della responsabilità personale e collettiva, della prudenza e dalla pazienza, per far rifiorire la speranza e la fiducia che solo Dio può donare.
Il programma pastorale di quest’anno trova ancora la sua ispirazione nella lettera consegnataci dal Vescovo per il biennio 2019-2021: Parrocchia missionaria. Chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli. Dal prossimo mese di ottobre, il nostro Pastore desidera riprendere la Visita Pastorale, secondo il calendario già stabilito prima del lockdown, concludendola a giugno 2021 (e non a febbraio), recuperando l’incontro con le comunità che non ha potuto visitare nei mesi scorsi. L’obiettivo rimane sempre quello descritto nella lettera pastorale: «La mia Visita Pastorale nelle comunità parrocchiali serve ad incoraggiare tutti, sacerdoti, religiosi e laici, ad attuare un serio processo di conversione pastorale per ridare nuovo slancio all’opera evangelizzatrice della parrocchia, pensando soprattutto ai destinatari dell’annuncio di salvezza (bambini, ragazzi, giovani, fidanzati, famiglie, adulti, persone con disagi socio-economici, coppie di sposi in crisi, malati, anziani), e progettando modalità nuove di azione. Coraggio! Il Signore ci darà la forza e la tenerezza dello Spirito Santo per essere audaci e creativi nell’individuare obiettivi e scelte pastorali che facciano realmente innamorare le persone di Gesù. Non facciamoci prendere dal timore di non farcela! Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario! Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!» (Domenico Cornacchia, Lettera per il biennio 2019-2021 nel tempo della Visita Pastorale, pag 15-16).
Questo programma, inoltre, fa tesoro di un prezioso lavoro di discernimento e proposte avviato nei mesi scorsi dalla Consulta Diocesana per le Aggregazioni Laicali (CDAL), che ha permesso la stesura di un documento consegnato al Vescovo e al Consiglio Pastorale Diocesano il 13 giugno u.s. (Forzare l’aurora a nascere. Pensare il presente, agire il futuro). I laici appartenenti alle Associazioni diocesane e parrocchiali, durante questo periodo, hanno avvertito la responsabilità di interrogarsi e porre, all’interno della nostra Chiesa locale, l’attenzione a snodi importanti, da cui ripartire per un cammino pastorale che tenga conto dell’esperienza umana vissuta in questi mesi, dando ad essa modo di parlare ed interpellare le nostre coscienze cristiane, ma anche le nostre prassi, così da rimodulare ogni progettazione, proposta, attività sulle reali necessità del tempo.
2. LE SCELTE DI FONDO
Ci sono scelte che probabilmente non costituiscono una novità, ma si impongono, oggi più che mai, per la loro importanza, soprattutto riguardo all’individuazione di uno stile che deve caratterizzare il nostro essere Chiesa, come richiesto da Papa Francesco nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium e nella enciclica Laudato si’.
Anzitutto la necessità di camminare insieme, individuando le priorità su cui fermarsi a riflettere per poi agire. È urgente convergere su alcune importanti priorità, da declinare secondo il proprio carisma e le proprie peculiarità, per non continuare a procedere su vie parallele. Questo comporta lo sforzo di pensare, elaborare insieme gli obiettivi da perseguire. Parole come sinodalità e corresponsabilità, richiamate in tanti documenti del magistero, vanno concretamente vissute, incarnate, rivitalizzando luoghi e organismi di partecipazione, a livello parrocchiale come a livello diocesano, per dare a tutti, l’occasione di operare un paziente discernimento comunitario, con tutta la fatica che comporta il confronto e l’ascolto reciproco comportano, per giungere ad una condivisione di obiettivi e scelte operative.
La seconda scelta di fondo è la necessità di essenzializzare larga parte dei nostri percorsi e delle nostre proposte. Abbiamo sperimentato in questo tempo quanto sia importante individuare insieme ciò che veramente vale la pena di promuovere, tenuto conto delle nuove e sopravvenute esigenze personali e collettive, rispetto al quale “dosare” le attività da proporre con discrezione ed intelligenza, avendo cura di non sottrarre spazio alle persone per la costruzione di legami affettivi, familiari, relazionali. L’essenzialità va assunta come cifra di una Chiesa che riduce la quantità a favore della qualità, con la consapevolezza che annunciare la Buona Novella esige la capacità di coniugare senso del limite e senso di responsabilità. Un’essenzialità che si gioca anche sul versante spirituale: meno devozionismi, meno attenzione esagerata a pratiche rituali, a favore di una fede più sostanziale, che dia senso e direzione alle nostre vite.
Infine, è importante, nell’attuale momento storico, impegnarsi a fare rete con tutte le realtà, anche quelle del mondo civile e sociale, per “organizzare la speranza”, intrecciando competenze e risorse, rafforzando il rapporto con le istituzioni, coordinando la presenza sul territorio, contribuendo a ricreare una immagine di comunità che sostiene, supporta, accompagna. È fondamentale il ruolo della realtà ecclesiale locale nella promozione di tutti gli organismi e i tavoli di confronto che si dedicano a far crescere la cultura della cittadinanza attiva, della legalità e del rispetto dell’ambiente.
3. TRE SCELTE DI CAMPO
Il Vescovo, nella sua Lettera Pastorale, ricorda che «l’autentico discepolo di Gesù, dopo aver accolto e vissuto la proposta evangelica, ha la consapevolezza di essere chiamato a trasmettere la propria esperienza di fede, con coraggio, franchezza, gioia, passione, costanza. Essere testimoni dell’amore di Dio per le persone comporta la scelta di non rimanere chiusi nei luoghi sacri o negli ambienti di formazione, quasi che si abbia il timore di incontrare gli uomini e le donne che hanno scelto di fermarsi sulla soglia delle nostre chiese oppure che si sono allontanati da Dio e dalla comunità cristiana» (Domenico Cornacchia, Lettera per il biennio 2019-2021 nel tempo della Visita Pastorale, pag 11).
La programmazione delle attività troverà un prezioso strumento di verifica e discernimento nell’ultimo documento vaticano dal titolo La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa. È urgente ridisegnare il volto delle nostre comunità parrocchiali perché «la configurazione territoriale della parrocchia è chiamata oggi a confrontarsi con una caratteristica peculiare del mondo contemporaneo, nel quale l’accresciuta mobilità e la cultura digitale hanno dilatato i confini dell’esistenza… Si avverte oggi che tali cambiamenti culturali e il mutato rapporto con il territorio stanno promuovendo nella Chiesa, grazie alla presenza dello Spirito Santo, un nuovo discernimento comunitario, «che consiste nel vedere la realtà con gli occhi di Dio, nell’ottica dell’unità e della comunione». È dunque urgente coinvolgere l’intero Popolo di Dio nell’impegno di cogliere l’invito dello Spirito, per attuare processi di “ringiovanimento” del volto della Chiesa» (n 8-10).
Pertanto, gli Uffici pastorali diocesani sono invitati a focalizzare l’attenzione su alcune urgenze, gli ambiti più innervati di fragilità, su cui confrontarsi e programmare le attività: educazione, famiglia, lavoro.
Per ogni ambito, vengono indicate due proposte operative: la prima è da realizzare a livello diocesano, la seconda è invece da attuare a livello parrocchiale. Le proposte vanno in ogni caso lette in modo intrecciato e collegato, per far emergere una condivisione di idee e la possibilità di individuare scelte operative comuni.
3.1. EDUCAZIONE
L’impegno educativo caratterizza da sempre e veicola il nostro annuncio cristiano. La grave crisi economica in atto richiede di ricalibrare i nostri percorsi puntando fortemente su stili di vita virtuosi che valorizzino la sobrietà come forma di rispetto per chi è in difficoltà e l’essenzialità per dare il giusto peso alle cose della vita.
Con l’avvento dirompente di modalità d’incontro e di comunicazione on line, lo sforzo educativo va nella direzione di rendere la nostra comunicazione “etica”, nei modi, nel linguaggio, nei giudizi, nel rispetto della persona, dei suoi tempi e della sua privacy, rendendo questi strumenti un servizio da imparare a gestire con attenzione e correttezza nei nostri gruppi e nelle nostre realtà ecclesiali, ribadendo l’etica del volto e la necessità di continuare ad essere “volti rivolti”.
Nella lettera che l’Ufficio Catechistico ha inviato a tutti i catechisti ed educatori ACR della Diocesi il 24 maggio u.s., viene ribadito l’impegno a riprendere gradualmente le attività ordinarie di formazione: «La comunità è una esperienza di Chiesa reale, non è solo online. Il tempo che è davanti a noi, perciò, può essere propizio per rilanciare il nostro impegno formativo a servizio delle nostre parrocchie, aiutando i nostri gruppi a riscoprire la gioia dell’incontro con Gesù, a non avere paura delle relazioni, a saper scambiare opinioni e a elaborare anche i conflitti. A saper ritornare, di fatto, con gradualità e con le giuste attenzioni, alla vita reale».
Anche temi quali il rispetto dell’ambiente, della pace e del disarmo vanno implementati e richiamati con molta più convinzione, integrandoli nei nostri ordinari percorsi. Vanno spiegati gli effetti devastanti del degrado ambientale, del consumo smodato delle risorse naturali, dell’inquinamento, sul nostro presente e sul nostro futuro anche sanitario, mettendo in atto atteggiamenti ecologici e virtuosi nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e nelle nostre città. Il documento prodotto dal Tavolo Interdicasteriale della Santa Sede, In cammino per la cura della casa comune – A cinque anni dalla Laudato si’ può essere un ottimo strumento di lavoro per riprendere in mano l’Enciclica e mettere in atto i suggerimenti del Papa.
Va evidenziata, inoltre, la stringente consequenzialità tra le logiche perverse della produzione e commercio delle armi ed il persistere di guerre e sottosviluppo, insieme ai fenomeni migratori che tanto ci interrogano.
Infine, l’educazione alla politica e alla democrazia come esercizio cristianamente doveroso di responsabilità, è impegno urgente che deve caratterizzare tutta la comunità ecclesiale, in modi e forme da reinventare, soprattutto nell’ordinarietà dei percorsi e non solo attraverso occasionali appuntamenti di nicchia, per arginare la rabbia sociale, incanalando le energie nei binari della consapevolezza delle sfide, della propositività, della partecipazione e della cittadinanza attiva.
Proposte
A livello diocesano:
Promuovere l’esperienza formativa della scuola socio politica coinvolgendo giovani e adulti delle comunità parrocchiali e delle realtà associative diocesane e cittadine, individuando insieme temi e struttura.
A livello parrocchiale:
Puntare sulla formazione dei laici, per far crescere persone capaci di pensiero critico e costruttivo, incisive sul piano culturale, nella comunità ecclesiale e nella società civile, proponendo, nello specifico, percorsi tematici sulla salvaguardia del creato, politica, etica della comunicazione, pace, sobrietà nel consumo. In particolare, incoraggiare componenti delle comunità parrocchiali a inserirsi nei comitati di quartiere, laddove esistono, oppure favorirne la nascita, per impegnarsi concretamente, insieme alle più svariate realtà operanti sul territorio, a favore della crescita della cultura della cittadinanza, della legalità e del rispetto dell’ambiente.
3.2. FAMIGLIA
Le famiglie sono quelle che stanno pagando e, verosimilmente, pagheranno il tributo più pesante a questo momento di seria difficoltà. Su di loro è gravata la cura degli anziani, l’accompagnamento dei figli nell’esperienza della didattica a distanza, ma anche della reclusione forzata, la responsabilità della prevenzione sanitaria, in alcuni casi la gestione della malattia dovuta al virus, l’assistenza alla disabilità, la perdita dei cari vissuta nel vuoto sociale, lo smart working e l’incertezza lavorativa. La convivenza o la distanza sociale, sottoposta a prove e pressioni enormi, che nei casi più semplici ha dovuto rimodulare equilibri consolidati e, in quelli più complessi e compromessi, ha evidenziato anche violenze domestiche e solitudine, ha provocato serie conseguenze psicologiche, affettive, relazionali.
Non sono mancati però i segni di speranza che hanno coinvolto le famiglie con i bambini e i ragazzi, facendole sentire protagoniste del cammino di fede dei propri figli. Il Vescovo lo ha ribadito nella lettera del 10 maggio u.s.: «Grazie a voi, care famiglie, in particolare grazie a voi, genitori, che vi siete riscoperti i primi educatori alla fede, i migliori catechisti dei vostri figli. Avete avvertito la preoccupazione non tanto di organizzare la festa della prima comunione o della cresima, ma innanzitutto avete avvertito la responsabilità di far crescere il dono della fede che dà sapore alla vita e qualità a questa società impaurita dalla grave crisi economica e sociale che ci ha travolti. Grazie, cari genitori, perché in questo tempo la speranza di una vita buona per i vostri figli si è nutrita di tanta pazienza».
Una Chiesa che mette in atto antiche e nuove strade di prossimità, deve tener conto delle problematiche e delle risorse che ci sono nelle nostre famiglie, programmando tempi e tipologie delle proprie attività adatte a questo periodo, alleviare disagi e sofferenze, recuperare i rapporti umani, scongiurare l’isolamento, arginare la disperazione, rilanciare la speranza in nome di Gesù Cristo. Occorre pensare ad una comunità ecclesiale dove i laici facciano da cassa di risonanza di istanze e bisogni di vita, dove tutti si adoperino per saper accogliere il peso dell’altro ed essere “samaritani dell’ora prima, dell’ora giusta e dell’ora dopo”.
Proposte
A livello diocesano:
Istituire centri di ascolto che orientino gli utenti verso servizi garantiti dalle amministrazioni comunali, enti privati, realtà ecclesiali e per mettere in circolo informazioni (per esempio, affissione dei numeri di pubblica utilità, elenco di tutte le strutture presenti in diocesi disposte ad accogliere, anche attraverso la stipula di apposite convenzioni, donne vittime di violenza e minori in situazioni di emergenza).
A livello parrocchiale:
Individuare e formare, a livello parrocchiale e interparrocchiale, figure di volontari o gruppi già esistenti che assumano il compito di accompagnare il cammino di vita e di fede di bambini, anziani, giovani, adulti.
3.3. LAVORO
La crisi lavorativa, figlia del lockdown, rappresenta una delle grandi voragini che si sono aperte e rischiano di inghiottire nel precipizio gli equilibri di un’economia già precaria e minata, con danni irreversibili soprattutto per piccole e medie imprese, conseguenze pesanti per le famiglie e il loro tenore di vita, crescente divario socio-economico tra ricchi e poveri. Ci vorrà tempo per reinventarsi e ripartire davvero. Intanto occorrerà vigilare e intervenire perché sia scelta la direzione di uno sviluppo giusto e sostenibile, garantire dignità a chi perde il lavoro, offrire occasioni di rilancio a chi ha bisogno di riproporsi sul mercato.
Come Chiesa siamo consapevoli che questo è un banco di prova per esprimere reale vicinanza alla problematiche della gente. Da un lato occorre chiedere, mettendosi a fianco dei lavoratori, tutele e impegni a mantenere posti di lavoro. Dall’altro, studiare e sostenere forme di supporto e aiuto, per evitare il rischio di far insinuare in questo ruolo la criminalità organizzata, col moltiplicarsi di forme illegali parallele e fenomeni quali lavoro nero, mercato nero, usura, gioco d’azzardo.
Proposte
A livello diocesano:
Istituire un fondo per il finanziamento e il sostegno con la formula del microcredito.
A livello parrocchiale:
Proporre nei quartieri esperienze di pane, carne, frutta “sospesi”, a favore di famiglie ed anziani in difficoltà. Suggerire ai vari gruppi parrocchiali il sistema di GAS (Gruppi di acquisto solidale), che incentivino acquisti a chilometro zero da agricoltori del nostro territorio.
4. CONCLUSIONE
Il tempo e lo spazio che è davanti a noi devono essere riscoperti come opportunità che Dio dà a tutti per riscoprire la virtù della speranza che ridà fiducia ai giorni futuri. Il Vescovo, nella sua Lettera Pastorale, indica la strada da percorrere. Le attività che saranno programmate possono contribuire a raggiungere lo scopo.
«Le persone che incontriamo ogni giorno desiderano vedere Gesù attraverso i nostri pensieri, le nostre parole, i nostri gesti; ci vogliono vedere coerenti con la fede che professiamo; ci chiedono di manifestare con i fatti l’amore di Dio per l’umanità. Per questo motivo, non possiamo dichiararci cristiani e poi non scegliere quotidianamente di incontrare Cristo, ripartire da Lui, dalla sua Parola, dal dono che Lui fa del suo Corpo e del suo Sangue… Il Vangelo non è un optional del cristiano, non è un’esperienza che, se piace, si mette in pratica. È invece un dovere che scaturisce dal Sacramento del Battesimo che impegna ogni uomo e ogni donna che credono in Dio a portare al mondo la salvezza di Gesù Cristo, morto e risorto (Domenico Cornacchia, Lettera per il biennio 2019-2021 nel tempo della Visita Pastorale, pag 7-8. 10).
Seguirà, in vista del convegno pastorale del 25 ottobre, il planning degli appuntamenti pastorali annuali.