Chiesa locale

«Portiamo un segno di carità, di solidarietà e di speranza»

Omelia nella Messa della notte di Natale, 24 dicembre 2020

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Nell’omelia il vescovo ha posto l’attenzione sulla Parola ascoltata e in modo particolar sul racconto lucano: «”C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia

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al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore.” Mi piace sottolineare questi due momenti i pastori vegliavano di notte e poi l’esortazione del messaggero divino “non temete” queste mi sembrano le due coordinate di questo grande mistero che stiamo celebrando nella notte santa. In questo tempo come non mai, stiamo sperimentando il grande disagio di un buio, più che atmosferico, un buio interiore, morale, psicologico.»
 
Mons. Cornacchia ha invitato i fedeli ad essere come i pastori, che dopo aver accolto l’invito dell’angelo e visto il bambino nella mangiatoia tornano con il cuore pieno di gioia ad annunciare quanto conosciuto, «Siamo invitati a vivere questa grande vocazione: portiamo laddove vi sono ancora le tenebre della sofferenza, un segno di carità, di solidarietà e di speranza. […] L’anti covid più efficace è costituito dalla serenità del nostro sguardo e dal calore del nostro cuore» e ancora «La fede capovolge la realtà, nel silenzio e nel raccoglimento di questa Notte Santa ascoltiamo la voce del cuore di Dio che parla a noi attraverso il cuore di un bimbo».
  
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