Ufficio per le Comunicazioni Sociali

Ascolto e accoglienza: dinamiche di un incontro

Ieri 26 maggio si è tenuto il secondo appuntamento della Settimana della Comunicazione nella Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.

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Ieri 26 maggio si è tenuto il secondo appuntamento della Settimana della Comunicazione nella Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.

L’incontro, accreditato dall’Ordine dei Giornalisti della Puglia per la formazione professionale, aveva come tema Ascolto e accoglienza: dinamiche di un incontro. Prendendo spunto dalle sollecitazioni del messaggio di Papa Francesco per la 56^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, si è appunto parlato di ascolto, accoglienza e molti altri temi inerenti alla comunicazione.

 

ascolto_accoglienza_1La serata si è aperta con l’esecuzione dell’Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven, inno dell’Unione Europea, e di Venezia, sinfonia in tre movimenti di Peter Martin, ispirata alle composizioni di Antonio Vivaldi. I brani sono stati eseguiti dall’Ensemble Musicainsieme, quintetto d’archi diretto dal M° Annalisa Andriani. Il la per la scelta di offrire questo contributo musicale è stato dato dalle parole sulla Chiesa sinfonica, scritte proprio da papa Francesco nella parte finale del messaggio. Una Chiesa “nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone.”

 

 

Subito dopo l’intervento musicale, si è passati alla parte più propriamente formativa, benché anche l’aver goduto di tanta bellezza in note sia stata un’educazione molto concreta all’ascolto e all’accoglienza di ciò che stimola il senso dell’udito. La formazione è stata impostata in forma di dialogo con il relatore Renato Piccoli, giornalista di Tgr Rai Puglia, partendo dalla lettura di alcuni paragrafi del messaggio e commentandolo passo per passo.

 

Piccoli, che aveva già approfondito il messaggio nei mesi scorsi dopo la consueta pubblicazione del 24 gennaio, ha focalizzato l’attenzione su alcune parole chiave.  Riconoscendo al Papa l’abilità di aver fatto un reportage giornalistico sul tema dell’ascolto, si è soffermato su alcuni concetti. Prima di tutto, ha parlato del “desiderio sconfinato di essere ascoltati” e dell’incapacità, tante volte, di ascoltare l’interlocutore per davvero, senza essere lì solo ad attendere che finisca. Poi, si è soffermato sul come porsi in ascolto richiamando gli esempi riportati dal Vangelo, da Sant’Agostino e da San Francesco d’Assisi nel messaggio.

 

Centralità è stata data al paragrafo L’ascolto come condizione della buona comunicazione. Da giornalista, Piccoli ha potuto approfondirne vari spunti, a partire dall’origliare come patologia dell’ascolto nella vita reale e soprattutto sul social web, fino alla continua ricerca di audience più che di un reale ascolto. Si è parlato anche della necessità di “non fermarsi alla prima osteria” nella raccolta delle informazioni, del “martirio della pazienza” nell’ascoltare l’altro e dell’annosa questione dell’infodemia, dilagato nel tempo della pandemia. A tal proposito, ha fornito alcuni semplici suggerimenti per non cadere nelle trappole delle fake news, tra cui andare sempre alle fonti, evitare di aprire link di portali dai nomi che imitano quelli di altri autorevoli giornali, acquistare più quotidiani, variandoli di giorno in giorno, sia pure acquistando continuativamente la testata che si preferisce o ricevendola in abbonamento. Non a caso, durante la serata ha anche richiesto di sottoscrivere l’abbonamento annuale al settimanale diocesano Luce e Vita.

 

A seguire, è stato dato ampio spazio al tema delle migrazioni, richiamato dal Papa nel messaggio, anche attraverso il racconto della recente esperienza di Piccoli a Leopoli, dove è andato sul campo a documentare la fuga dei profughi ucraini e l’impegno delle organizzazioni umanitarie. Riflettendo su questo tema, si è evidenziato come in questi anni non si sia saputa dimostrare pari empatia e solidarietà verso popoli migranti che fuggivano da guerre o situazioni di fame in altri contenenti, forse solo perché si trattava di persone meno “europee”, culturalmente e linguisticamente meno “immediate” da approcciare. Su questa capacità di accoglienza e incontro italiani ed europei hanno sicuramente ancora tanto da lavorare. Come suggerisce il Papa nel messaggio, invece, queste persone migranti andrebbero avvicinate, perché possano raccontare le loro vite e diventare “volti e storie concrete, sguardi, attese, sofferenze di uomini e donne da ascoltare”.

 

L’incontro si è concluso parlando del Sinodo della Chiesa universale, richiamato anche nell’ultima parte del messaggio. Ai lavori Piccoli ha partecipato sia come giornalista a livello diocesano che come fedele nella propria parrocchia, quindi ha potuto riferirne un racconto dall’interno, non solo con uno sguardo terzo da giornalista. Certamente, un’occasione straordinaria e da non sprecare per incontrarsi e ascoltarsi, non solo tra credenti, ma anche con chi abitualmente non frequenta gli ambiti ecclesiali.

 

Al termine, anche i giornalisti presenti in platea per la formazione hanno espresso soddisfazione per i contenuti ricevuti durante l’incontro e hanno mostrato anche di gradire l’intervento musicale, una variazione rispetto alla consueta impostazione di questi incontri che ha probabilmente stimolato in loro anche un maggiore coinvolgimento nell’ascolto delle parole, oltre che delle note.

 

Roberta Carlucci

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ph. Giuseppe Clemente