Carissimi figli e figlie,
fratelli e sorelle tutti della città di Terlizzi. Questo messaggio che mi viene chiesto per ciascuno di voi e per coloro che in questi giorni si troveranno a passare dalla nostra bella Città, è un invito a vivere profondamente e con sincerità la festa della Vergine Maria SS. di Sovereto. È un invito a viverla insieme sì, come famiglia, a lasciare che l’esteriorità delle luminarie, dei fuochi pirotecnici, delle processioni e delle espressioni di devozione popolare, siano uno squarcio nel nostro cuore e nelle nostre vite per permettere a Dio di parlarci, si incontrarci, di entrare nella nostra vita per abitare con noi; per poi riscoprirci coinquilini del suo cuore. Al centro dell’estate, la festa patronale ci ricorda che non c’è festa nella vita se non c’è Cristo, la nostra Festa; ci ricorda che ci saremo affannati inutilmente tutto un anno nel rincorrere impegni e doveri, senza che questi abbiano portato vita in noi se non abbiamo lasciato spazio alla sua Parola di abitare le nostre giornate e, alla sua Grazia, di conformare tutta la nostra vita, gesti e parole, a quella di Cristo Signore, per cui il salmista dice: «se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori […] Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno» (Sal 127,1-2). Oggi sentiamo per noi l’invito di Gesù, per mezzo di Maria, ad andare da Lui, riposarci in Lui, alla sorgente viva della sua Parola, la sorgente di acqua fresca che zampilla sempre, che non inaridisce mai, non si consuma, ma quanto più si attinge tanto più si rigenera e sgorga, allora il Signore ripete anche a noi: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). È questo il ristoro che tutti quanti cerchiamo, anche quando ci illudiamo di poter fare a meno di tutti e di tutto, il nostro cuore continua a desiderare qualcosa a cui molte volte non sappiamo dare nome, ma a cui Dio ha dato un volto: il suo figlio Gesù, che Maria porterà solennemente in braccio tra le strade del nostro paese. È nell’icona della Vergine Maria che contempliamo il suo farsi “trono” per il bambino Gesù, così porgendolo a noi come risposta a tutti i nostri desideri; a noi, invece, è chiesto di accoglierlo autenticamente, così da farci “trono” per Gesù nella quotidianità delle nostre vite, nella nostra famiglia, nelle nostre amicizie, sul nostro posto di lavoro, nello studio ed in ogni occasione che ci è chiesta di vivere.
L’invito, allora, che vi faccio è quello di ritagliarci del tempo, in queste settimane, per farci più vicini a Maria, e quindi al suo figlio Gesù. In che modo? Partecipando alla liturgia, mettendoci in ascolto della sua parola, come ci ha ricordato il Papa ultimamente: «Abbiamo bisogno di una sua parola per essere salvati (cfr. Mt 8,8). Non abbiamo altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. Gal 6,14). La Liturgia non ha nulla a che vedere con un moralismo ascetico: è il dono della Pasqua del Signore che, accolto con docilità, fa nuova la nostra vita» (Desiderio desideravi, 20). Il periodo estivo è l’occasione migliore per vincere la frenesia e la dispersione così da ritrovarci attorno alla fonte della vita vera, della beatitudine eterna. Se durante l’anno strattoniamo la nostra preghiera, e la nostra vita, tra le tante cose da fare, la festa è l’occasione propizia per rendere attenti i nostri cuori e le nostre orecchie alla Parola di Dio, vera beatitudine di Maria, che le ha permesso di accogliere dentro di sé la grazia di Dio e di dare forma al Verbo incarnato.
Per questo predisponiamo i nostri cuori alla festa, non disperdiamola in mera esteriorità. È l’augurio che faccio a voi ed a me: prepariamoci a vivere insieme, attorno alla nostra madre Celeste, questo momento importante perché rafforzi la nostra fede, confermi la nostra speranza ed accresca la carità.
A voi sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, ed a voi confraternite ed associazioni religiose, l’invito a predisporre la comunità cittadina, ad aiutarla, a vivere santamente questo momento di festa, ad alimentarne la preghiera con l’esempio e la partecipazione.
Colgo l’occasione ulteriore per rinnovare il mio augurio al neo-eletto sindaco ingegner Michelangelo de Chirico, perché prenda a cuore la vita di questa comunità cittadina con la stessa tenerezza e cura con cui Maria ha accettato, sotto la croce del figlio Gesù, la sua Chiesa nascente. Come amministratori dell’ordine pubblico vi invito anche a vigilare sul corretto svolgimento della festa esterna. La processione della Vergine Maria, soprattutto quella solenne con il carro trionfale, non si traduca in una giostra alternativa e non si riduca ad una folcloristica parata ma, nell’accertarne la sicurezza, si provveda anche a predisporre i giusti mezzi perché possa essere vissuta con serena gioia ed autentica devozione.
Al comitato feste patronali va il mio più sentito ringraziamento per l’impegno e la cura che ci mette nel predisporre una festa così impegnativa, ma a tutti quanti voi, soprattutto i malati e le famiglie che stanno vivendo un momento di sofferenza, giunga il mio augurio di una buona e feconda festa della nostra amata Madonna di Sovereto.
Paternamente vi saluto e benedico.
22 Luglio 2022, Festa di Santa Maria Maddalena
Domenico Cornacchia, vescovo