Diceva Philippe Daverio, noto storico e critico d’arte: «La gente di solito va nei musei, guarda 400 quadri in un’ora e mezza, torna con i piedi gonfi e va alla ricerca di una coca-cola per dimenticare l’esperimento. I luoghi dove stanno i quadri si chiamano pinacoteche, come esistono i luoghi dove ci sono i libri che si chiamano biblioteche. Nessuno va in biblioteca e legge tutti i libri.
Uno che va in una pinacoteca, in un museo, dovrebbe andare a vedere due quadri. All’inizio, a mio parere, uno solo. Quello che l’ha fatto il quadro spesso ci ha messo due anni a farlo. O anche due mesi a farlo… Cosa mi dà il diritto a me di guardarlo in venticinque secondi? Quando erano in Chiesa, la gente li vedeva da quando nasceva a quando moriva: tutta la vita. E adesso deve vederlo in un minuto mentre stai correndo al quadro prossimo?».
Prendendo spunto dalle sue parole, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei, la Fondazione Museo Diocesano lancia la Card “Tesori d’Arte Sacra”: con l’acquisto del biglietto intero del museo verrà consegnata una card che permetterà di poter ritornare a visitare le collezioni in maniera illimitata e di partecipare gratuitamente a tutti gli eventi targati “Tesori d’Arte Sacra”, fino alla fine del 2024.
L’annuncio avviene in concomitanza anche con le Giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico, che si terranno in tutta Italia dall’11 al 19 maggio 2024, organizzate dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana. Il tema di questa edizione celebra il XL CONCORDATO, ovvero quando è stata decretata la possibilità di impiegare parte dei contributi dell’8xmille destinati alla Chiesa Cattolica per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali.
A partire da quel giorno, i cittadini italiani contribuiscono tramite la dichiarazione dei redditi alla cura del vasto patrimonio culturale ecclesiastico, conservato negli edifici religiosi, nei musei, negli archivi e nelle biblioteche ecclesiastiche.
Nella Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi sono tanti i progetti che hanno visto il recupero e il restauro di opere d’arte, come per la statua seicentesca raffigurante Sant’Antonio da Padova, il finanziamento delle attività di catalogazione, valorizzazione e restauro di beni librari all’interno della Biblioteca del Seminario Vescovile, il restauro di organi storici, il restauro degli edifici ecclesiastici come nel caso della Chiesa del S. Rosario in Terlizzi e la Chiesa di San Giuseppe in Giovinazzo, e le attività di laboratorio aperte a tutti gli istituti scolastici come la caccia al tesoro “Storie da Museo” che si sviluppa negli ambienti del Museo Diocesano.
Uno strumento in più, quindi, per godere della bellezza e fare del Museo Diocesano un luogo unico, un luogo di tutti.