Omelia per il 25° anniversario di sacerdozio di don Giuseppe Pischetti

Molfetta, Parrocchia di San Pio X, 1° luglio 2017
01-07-2017

Carissimi fratelli e sorelle, carissimo don Giuseppe De Candia, confratelli sacerdoti, amici tutti, siamo radunati per celebrare la Festa del Signore, ma anche per commemorare il 25° anniversario di sacerdozio del caro don Giuseppe Pischetti. Senza dubbio è una gioia grande, una gioia di famiglia, in cui il padre condivide coi propri figli la gioia della sua vocazione e missione.

La Parola di Dio ci introduce favorevolmente nella riflessione. La Prima Lettura riporta un grande miracolo che il Signore compie tramite il suo profeta Eliseo. Questi frequentava una famiglia, in cui di tanto in tanto veniva ospitato. I coniugi erano anziani e sterili. La moglie descrive l’ospite come “un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi” (2Re 4, 9).
Chi è il parroco, se non colui che passa sempre tra la sua gente, distinguendosi da tutti gli altri visitatori! Egli è colui che per amore del Signore ha lasciato tutto, preferendolo a tutto il resto! Il sacerdote è uno che senza odiare, ha messo in cima ai suoi affetti, Dio e il prossimo; è uno che ha giocato la sua vita, a favore di chi ha bisogno.
Miei cari, nulla di ciò che si ama può diventare un peso insopportabile. Guardo qui, tante coppie, tanti genitori. Forse loro hanno trovato un numero inferiore di croci e di problemi rispetto a noi preti? Eppure sono così sereni, felici e gioiosi di aver consumato la loro esistenza per la famiglia, i figli, la società. Sono certo che ogni peso leggero, portato senza amore, diviene pesante; invece, ogni peso pesante, portato con amore, diviene leggero e sopportabile!
Caro don Giuseppe, grazie per quello che hai fatto in questo quarto di secolo e non ti scoraggiare per quello che il Signore ti chiederà per il futuro. Grazie ai tuoi cari, presenti e che dal cielo sono con qui con noi, stasera.
Vorrei rivolgere a te quanto recentemente Papa Francesco ha detto parlando di don Primo Mazzolari: “La sua parola, predicata o scritta, attingeva chiarezza di pensiero e forza persuasiva alla fonte della Parola di Dio vivo, nel Vangelo meditato e pregato, ritrovato nel Crocifisso e negli uomini, celebrato in gesti sacra- mentali mai ridotti a puro rito” (Bozzolo, 20 giugno 2017). Tu, caro don Giuseppe, stai vivendo il tuo ministero in questa splendida comunità. Papa Francesco così riportava un pensiero di don Primo: “La parrocchia è il luogo dove ogni uomo si sente atteso, un focolare che non conosce assenze” (Ivi). Don Mazzolari è stato un parroco convinto che “i destini del mondo si maturano in periferia”. Carissimo, la periferia è il luogo privilegiato in cui Gesù, nascosto nel povero, nella persona sola, ti aspetta.
A voi, cari parrocchiani, grazie e, coraggio, fate la vostra parte collaborando con i vostri pastori e, insieme, costruiamo il Regno di Dio.
Così sia.

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo