Omelia per le esequie di don Michele Fiore

29-10-2019

Carissima Eccellenza Felice, cari sacerdoti, Diaconi, Religiosi/e, Seminaristi, Rettore del Seminario Regionale, Signor Sindaco, autorità tutte fratelli e sorelle tutti, celebriamo nella fede, il mistero della morte e della risurrezione del Signore Gesù. In Lui, anche la nostra vita e la nostra morte si colorano di senso e  di eternità.

A differenza di tutti gli altri esseri viventi, l’uomo non muore mai, nel suo animo. La prima Lettura ci ha ricordato che: “La morte distrugge il velo che ci separa da Dio” (Is 26, 7), essa è la porta che dal tempo ci fa passare nell’eternità.

L’Apostolo Paolo, come abbiamo ascoltato, afferma: “Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a Lui insieme con voi” (2Cor 4, 15).

Non abbiamo dubbi che Don Michele, sia stato già chiamato dal Signore accanto a sé. lo crediamo fermamente, avendo conosciuto lo stile, la passione con cui il nostro fratello, padre ed amico ha speso la sua intera esistenza terrena. Chi non ricorda come egli definiva coloro che in qualche modo lo avevano conosciuto: sono grandi amici miei?!

Il suo servizio nella Chiesa,  è stato sempre: a tutto campo e, consapevole di incontrare Gesù, travestito nei panni del prossimo! La sua automobile era un piccolo supermercato ambulante, in essa c’era di tutto per tutti: completini sportivi per i ragazzi, latte per bambini, pacchi per famiglie bisognose, e via dicendo. Son  certo che quel Gesù che egli ha incontrato oggi, in cielo, è l’immagine speculare di quello che ha intravisto, servito ed amato qui in terra: nelle Parrocchie di San Giuseppe in Giovinazzo, in Sant’Agostino, qui in Concattedrale a Terlizzi, alla C.A.S.A. di Ruvo, tra i giovani della Comunità “Exodus” di Don Antonio Mazzi e, quale economo nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.

Don Michele aveva compiuto 81 anni lo scorso 10 Maggio. La malattia lo ha consumato. Dal letto della sofferenza però, aveva sempre una parola di speranza e di fiducia per tutti.

Ringrazio il Buon Dio, perché sono stato l’ultimo a salutarlo, Domenica, nel primo pomeriggio. Mi ha atteso, abbiamo pregato per lui e con lui, gli ho amministrato l’unzione degli infermi con l’assoluzione e l’indulgenza plenaria. Sembra che mi abbia aspettato apposta! A nome di tutti dico grazie a Don Michele! L’altro ieri, Domenica XXX del Tempo Ordinario, la Liturgia ci ha fatto ascoltare la bellissima dichiarazione di Paolo Apostolo al discepolo Timoteo e che possiamo benissimo attribuire al carissimo Don Michele: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2Tm 4, 6-7). Nessuno può esimersi dalla lotta per il Regno! Siamo in corsa verso le realtà eterne, lasciamo quelle transeunti e di nessun valore! Ricordiamo sempre che mieteremo quello che avremo seminato!

Spero valgano per te, caro don Michele, alcune espressioni che Papa Francesco indirizza ai giovani nell’Esortazione Christus vivit (126): “Contempla Gesù felice, traboccante di gioia. Gioisci con il tuo Amico che ha trionfato. Hanno ucciso il santo, il giusto, l’innocente, ma Egli ha vinto. Il male non ha l’ultima parola. Nemmeno nella tua vita il male avrà l’ultima parola, perché il tuo Amico che ti ama vuole trionfare in te. Il tuo salvatore vive”!

Esprimo, infine, a nome dell’intera Diocesi, la sincera vicinanza e profonda gratitudine alle sorelle, all’intera famiglia di Don Michele e, soprattutto a  Mario, vero Angelo custode durante il periodo della sua malattia. Esprimo anche a nome di Mons. Girasoli (Nunzio in Perù), di Mons. Vincenzo Turturro, di Don Luigi Amendolagine e di Don Vincenzo Marinelli, l’espressione di vivo cordoglio alla Diocesi e ai cari familiari di Don Michele.

Concludiamo con le parole del Salmista: “… Il Signore benedice quelli che lo temono, benedice i piccoli e i grandi… Non i morti lodano il Signore, né quanti scendono nella tomba. Ma noi, i viventi benediciamo il Signore, ora e sempre” (Sal 113).

Non dimentichiamo, carissimi, che il vero suffragio per i nostri defunti è proprio continuare l’opera di bene da essi appena incominciata!

Così sia!