Omelia nella Notte di Natale

24-12-2019

Carissimi fratelli e sorelle, auguri a voi tutti per le festività Natalizie. Auguri ai vostri cari, vicini e lontani. Auguri ai nostri ammalati, ai nostri bambini e ai nostri giovani.

Questa è la festa che, più delle altre, ci rimanda all’atmosfera bellissima della nostra infanzia, ci fa rivivere lo stupore e la semplicità delle cose semplici, dei doni offerti e ricevuti. Tutto è bello, tutto ci richiama all’idea che nessuno mai deve soffrire la solitudine, specie a Natale. Il Santo Dottore della Chiesa Leone Magno (400-461), in un sermone così si esprime: “Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita”!

Sì, miei cari, nessuno aveva i requisiti per sentirsi in comunione con Dio, dopo il peccato di origine. Questo è il motivo per il quale Dio ha inviato Gesù suo Figlio: la divinità ha assunto su di sé la nostra infermità, affinché questa si rivestisse di eternità. I primi ad essere avvolti dallo storico evento della nascita del Bambin Gesù, sono stati proprio i pastori, che erano considerati degli esseri impuri! Gesù non si è lasciato contaminare, ma ha trasformato questa loro miseria, in segno e sacramento della luce di Dio. Gli stessi pastori, una volta inondati dalla stupefacente visione, pieni di giubilo, sono tornati ai loro villaggi, annunciando e testimoniando quanto avevano udito e visto!

Il Vangelo di San Luca ci ha detto che Gesù Bambino fu adagiato in una mangiatoia (= presepe), perché non c’era posto per lui nell’albergo. Consideriamo che forse anche noi siamo tra quelli che hanno esibito dietro la porta del loro cuore: completo, non c’è posto per nessuno.

Facciamo posto al Signore, lasciamoci espropriare da Lui, dal suo amore, dalla sua tenerezza! A Natale tutti dobbiamo accendere una luce a quella sorgente luminosa che è nel presepe. Torniamo sui nostri passi, nelle nostre case, negli ambienti di vita e di lavoro, illuminando le strade del mondo con quella luce che deve scaturire dai nostri occhi e dai nostri gesti. Gridiamolo con la nostra vita: oggi è nato per noi il Salvatore, lasciamoci abbracciare da Lui; facciamo sì che il presepe, che vuol dire dunque, mangiatoia, sia sempre la fonte a cui attingere forza necessaria per la nostra vita. Accostiamoci sempre più spesso a Gesù vera ed unica fonte di sostentamento spirituale e morale. Anzi, facciamo sì che la nostra stessa vita sia alimento e nutrimento per i nostri piccoli, per i giovani e per quanti vivono una certa inappetenza spirituale. Coraggio, auguri a tutti! Gesù viene per rimanere con noi, oggi e sempre. Così sia!