Don Luigi Aiello

DON LUIGI AIELLO

(Napoli 1816 – Molfetta 1866)

sacerdote

7 luglio

 

Nato il 2 novembre 1819 a Napoli, don Luigi Aiello nel 1842 fu ordinato sacerdote. Stimato e onorato da re Ferdinando e da Papa Pio IX, era conosciuto per la sua umiltà e per la capacità organizzative. È famosa una sua affermazione, che evidenzia la sua fiducia nel chiedere contributi per l’opera che promuoveva, ovvero quella per i sordumuti: «In Napoli manca chi cerca, ma non manca chi da’».

L’attenzione per i sordomuti
Nel 1853 iniziò il suo ministero sacerdotale presso il Reale Albergo dei Poveri come assistente spirituale. Confessando le sordomute qui ospitate, rimase colpito dallo stato di miseria materiale e spirituale in cui esse si trovavano. Si rese conto dell’urgenza di una speciale assistenza.
Nel 1854 riuscì a organizzare per la Quaresima un corso di Esercizi Spirituali di otto giorni per sordomuti e sordomute. Questa iniziativa, per la sua singolare novità, ebbe grande successo anche sulla stampa locale.
Don Luigi Aiello, sempre più interessato ad approfondire le problematiche della sordità, grazie a continue interlocuzioni con esperti del settore, realizzò ricerche, visitò gli istituti del Nord Italia dediti all’educazione dei sordomuti e, coadiuvato dai Vescovi e dai parroci, effettuò la prima statistica sul numero dei sordomuti nell’Italia Meridionale. Infine, nel 1855 pubblicò un libro dal titolo “Della educazione dei sordomuti in Italia. Studi morali, economici, storici”.

Il suo apostolato attivo
La sua azione apostolica si innestava nella tradizione del sacerdote Benedetto Cozzolino che nel 1839 aveva fondato la prima scuola di educazione per sordomuti a Napoli. Il Cozzolino nel 1786 era stato inviato a Roma dal re Ferdinando IV presso la scuola di Tommaso Silvestri per apprendere l’arte di insegnare ai muti, arte che il Silvestri aveva appreso alla scuola dell’abate CharlesMichel de l’Epée.
È opportuno evidenziare che don Cozzolino apparteneva alla «élite di sacerdoti napoletani colta e qualificata e necessariamente implicata nelle pubbliche funzioni educative di cui l’aveva investita l’azione di governo dei Borboni» (F. Casella, “I Salesiani e l’educazione dei sordomuti a Napoli”, in “L’Opera Salesiana dal 1880 al 1922. Esperienze particolari in Europa, Africa, Asia”, pp. 138 – 141). Di contro, l’Aiello, pur innestandosi sull’esperienza della Scuola regia per sordomuti, era fortemente impegnato in un apostolato attivo, essendo stato educato nel Collegio dei Cinesi.
Constata l’insufficienza dell’istruzione e osservato che erroneamente l’opera per sordomuti era presentata come opera di beneficenza o come opera di istruzione (il sordomuto era confuso con il povero o con l’ignorante), l’Aiello concludeva che solo nella prospettiva della dimensione religiosa era possibile raggiungere, invece, in modo tendenziale tutti i sordomuti e sottrarli dal loro isolamento e dalla condizione di ignoranza religiosa nella quale si trovavano all’interno delle famiglie.

La fondazione della casa per i sordomuti

Ormai esperto delle problematiche della quotidianità dei sordomuti, egli capì sempre meglio la necessità di offrire loro un’adeguata formazione in luoghi destinati esclusivamente a questo obiettivo.
Lasciare i sordomuti nella situazione in cui si trovavano avrebbe significato, infatti, confermare che «la loro stessa salvezza eterna era minacciata dalla mancanza di fede attuale», come concordemente pensavano i teologi, rifacendosi al testo paolino «fides ex auditu» (la fede viene dall’ascolto), contenuto nella Lettera ai Romani 10,17.
Si trattava, dunque, di istituire centri riservati solo ai sordomuti e provvedere alla specializzazione del personale addetto alla loro educazione. Il 21 giugno 1856, incoraggiato dal Cardinale Sisto Riario Sforza, don Luigi Aiello fondò a Napoli la Pia casa per Sordomuti e, allo stesso tempo, la Congregazione dei Salesiani del padre Aiello.
A lui si aggiunsero ben presto altri tre sacerdoti, tra cui don Lorenzo Apicella, fervidi collaboratori nell’educazione e nell’assistenza ai sordomuti. Per garantire stabilità ed efficienza all’opera, l’intento di don Luigi Aiello era quello di fondare un vero e proprio Istituto Religioso: purtroppo, non riuscì a realizzare questoi progetto, e, con il passare degli anni, pensò di affidare l’opera da lui iniziata a istituzioni già affermate.

L’Istituto “Apicella” a Molfetta
Fu così che egli nel 1862 affidò alle religiose Stimmatine le sordomute e ai Frati Bigi i sordomuti.
Nel contempo, proprio il 13 febbraio 1862, prendendo il nome di padre Luigi Aiello dell’Umiltà di Gesù cristo, vestì il sacco dei Frati Bigi, fondato da padre Ludovico di Casoria.
Nel 1863, don Luigi giunse a Molfetta per l’abitudinaria questua e, dopo aver conosciuto il canonico Giuseppe Pansini, maturò l’idea di una sezione distaccata della scuola per sordomuti di Napoli (l’attuale Apicella, fondata nel 1863).
Morì il 7 luglio del 1866 a Molfetta.

 


Fonti:
▪  “La catechesi dei sordi nell’opera educativa di San Filippo Smaldone” di Suor Prisca Corrado
▪  “I Salesiani e l’educazione dei sordomuti a Napoli”, in “L’Opera Salesiana dal 1880 al 1922. Esperienze particolari in Europa, Africa, Asia”, pp. 138 – 141
▪  “Il sordomuto Biagio Majone di Napoli nell’ottocento“, sul sito “Storia dei sordi”