La celebrazione dell’Unità di Italia si è rivelata una opportunità preziosa per guardare e continuare a guardare, da varie angolature, al lungo percorso storico della Nazione, col suo nuovo volto ridisegnato 150 anni fà e, evidentemente, non del tutto completato e condiviso. Un esercizio di memoria storica che ci consente di riannodare i fili delle nostre radici che da più parti si tenta di recidere, approfondendo così una delle cause dell’attuale emergenza educativa.
Uno degli angoli visuali, per la verità non molto considerato, è quello di intere generazioni che nei lunghi decenni del passato e ancora oggi si sono spese nel ‘prendersi cura’ direi della propria storia, delle persone e delle comunità, facendolo in forma organizzata e diffusa su tutto il territorio nazionale. La Storia dell’Italia non può prescindere dalla storia di numerose associazioni che, sia nella vita quotidiana di piccoli villaggi di montagna o di grandi centri abitati, sia in ambiti istituzionali nazionali e locali, hanno reso una presenza viva di coscientizzazione e di unione, hanno offerto una possibilità di convergenza e di solidarietà verso obiettivi comuni in situazioni difficili. Tra le tante espressioni aggregative è doveroso citare quelle già presenti o sorte all’indomani dell’Unificazione: la famiglia Salesiana, l’Azione Cattolica e lo Scautismo cattolico.
In queste poche righe non possiamo che aprire soltanto uno spiraglio sul contributo dato dall’associazionismo cattolico alla Storia dell’Italia a partire dalla sua Unificazione, contributo tutt’altro che marginale – non riducibile alla consueta insistenza sullo scontro tra cattolici e laici che certamente è un dato storico – e che è proseguito in questi 150 anni, come ‘una presenza sotterranea e molecolare di tante forme di solidarietà o della rete di iniziative sociali e politiche del cattolicesimo italiano per affrontare squilibri economici e disuguaglianze sociali. Il contributo dei cattolici, inoltre, è emerso in particolare nei momenti di difficoltà o in situazioni di crisi’ (A. Giovagnoli).
Chiare a riguardo le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha riconosciuto, più volte, ”il grande contributo che la Chiesa e i Cattolici hanno dato, spesso pagandone alti prezzi, alla storia d’Italia e alla crescita civile del Paese. Anche dopo la formazione dello Stato unitario l’intero mondo cattolico, sia pure non senza momenti di attrito e di difficile confronto, è stato protagonista di rilievo della vita pubblica, fino ad influenzare profondamente il processo di formazione ed approvazione della Costituzione repubblicana’.
Il contributo dei Cattolici all’Italia è risultato particolarmente decisivo nel passaggio costituzionale, una splendida stagione in cui una giovane generazione di esponenti dell’associazionismo cattolico (è ancora Napolitano a citare il quartetto dei professorini Moro, Fanfani, La Pira e Dossetti), fu testimone di una autentica sintesi tra cultura, politica e fede.
È da riconoscere, in via generale, come la nascita dell’associazionismo in quel periodo abbia contribuito a delineare nuovi contorni sociologici del fenomeno stesso, trasformandolo pian piano e nella diversità di esperienze, da fenomeno èlitario ad una possibilità aperta al popolo quale fenomeno di massa, con la conseguente opportunità estesa di coltivare oltre ai sentimenti religiosi, anche esigenze di sviluppo culturale, estetico e ricreativo. Esso ha rappresentato anche un baluardo di riferimento per conservare o ritrovare la propria identità culturale e sociale in fasi storiche caratterizzate dalla disgregazione di istituzioni tradizionali, quali la famiglia patriarcale, e dal non facile passaggio ai nuovi assetti sociali delle comunità urbane.
Profonde e diffuse sul territorio nazionale le motivazioni che spinsero giovani laici cristiani, animati da sacerdoti zelanti e di vedute lungimiranti, ad unire le proprie forze organizzandosi in vista di un apostolato nuovo e originario, mosso sì dall’esigenza evangelizzatrice, ma prima ancora dal desiderio di dare il proprio contributo per un’azione sociale e culturale rivolta alle nuove generazioni.
La difesa del Papa e della sua autorità soprattutto morale e spirituale, le battaglie per la salvaguardia dei valori cristiani, la cura dell’educazione cristiana e morale dei giovani, l’apporto concreto nelle ricostruzioni post-belliche. É appena il caso di richiamare la preziosa azione sociale promossa dai gruppi laicali nei dopoguerra, contribuendo, per dirla con termini più recenti, ad organizzare la speranza nelle fasi di ricostruzione materiale e morale. La spinta educativa si fece più marcata nei primi decenni del ‘900, sollecitata dall’affermarsi dei totalitarismi che negavano e contrastavano ogni spazio alle espressioni di libertà e di religione. Poi, come già detto, la costituzione e il sostegno del partito cattolico in ogni paese, la battaglia per la democrazia e la Costituzione repubblicana, l’animazione culturale, sociale e ricreativa delle comunità locali, il dibattito aperto su questioni politiche e morali, la creazione di spazi educativi quali oratori, teatri, scuole e istituzioni superiori, la produzione e diffusione di buona stampa per ogni fascia di età, il confronto all’interno e all’esterno della Chiesa, la contestazione giovanile e la crisi con conseguente ripensamento della propria identità e della propria presenza…
Sul piano più strettamente educativo le associazioni cattoliche hanno garantito, e continuano a garantire, la possibilità di promuovere la crescita e lo sviluppo umano e cristiano di intere generazioni, maturando in loro il senso del dovere, della responsabilità e della libertà, della partecipazione e della solidarietà, valori ineliminabili nella vita personale e sociale.
Resta ineliminabile il dovere di gratitudine della nostra Italia, in ogni sua espressione culturale e ideologica, nei confronti delle nostre associazioni, per aver cercato, nei modi, non sempre quelli desiderati, ma certamente possibili, nelle alterne vicende di un secolo e mezzo, di formare ‘Buoni cittadini e onesti cristiani’, ‘Esperti nella splendida avventura di far incontrare il Vangelo con la vita’ e, in definitiva, impegnati a ‘Lasciare il mondo un po’ meglio di come lo si è trovato’.