«La scuola è aperta a tutti»

di Anna Vacca

Cara Scuola,

parlare di te è cosa seria, mi sembra doveroso non lasciare passare nel silenzio le recenti e controverse affermazioni e la tentazione di una critica indiscriminata su di te.

è sconfortante, si avverte quasi impotenza.

Con questo ideale dialogo desidero ringraziarti per ciò che porti nella vita delle persone e in tutti gli ambiti dell’umano consesso.

Ho imparato a conoscerti fin dai miei primi anni di vita frequentandoti sia pure con fatica ma con tenacia. Hai fatto parte di tutte le mie esperienze, quelle innocenti e quelle importanti. E, come spesso succede guardando indietro, si constata di aver vissuto un’avventura affascinante perché giorno dopo giorno per me, come credo per tutti, eri come un prodigio, una scoperta continua di quel groviglio di ricchezze umane, linguistiche, artistiche, storiche, matematiche (croce e non delizia). Quelle geografiche poi mi facevano scoprire il mondo, quel grande mistero sconosciuto così lontano dal mio mondo e del tutto inesplorato e tutto mi faceva sentire meno povera e un po’ più sicura.

Giornate trascorse tra i banchi ‘ non si perdeva un giorno, sempre presenti anche perché per i nostri genitori non c’erano giustificazioni perché potessimo rimanere a casa.

Abbiamo studiato anche senza libri, non sempre le famiglie potevano assicurare l’acquisto dei libri di testo, ma c’era sempre una strategia da mettere in atto’. Si studiava da qualche vecchio libro di grammatica, di storia, di geografia, di poesie’.. magari prestato o conservato e custodito gelosamente in casa come reliquia.

Cara Scuola, sei luogo di diversi saperi, di conquiste in cui si scoprono i limiti e le grandezze che ci caratterizzano; sei luogo in cui la fatica e la bellezza della convivenza di mondi diversi (ricchi e poveri, intelligenti e meno dotati) trovano lo spazio per un confronto e un luogo di sapere comune. Tutti trovano una opportunità per maturare e canalizzare il senso dei valori fondamentali della vita che assumono il volto dell’educazione, del rispetto, della formazione integrale della persona riservata a tutti: al figlio dell’operaio, al figlio del disoccupato, al figlio del medico o del professionista. Lasci vie aperte a tutti. Sei come l’aria, tutti hanno diritto a respirare e tu sei un diritto per tutti, un’opportunità di conoscenza per tutti.

Hai il volto vivace dei bambini, degli alunni, dei ragazzi, degli adolescenti, dei giovani che da te arrivano per realizzare un progetto: aprire un libro, possederlo, maturare un pensiero consapevole verso se stessi e verso gli altri, argomentare e dibattere su una posizione nel rispetto di posizioni e opinioni opposte ma che alla fine porti a maturare un proprio pensiero chiaro e a formare una propria personalità capace di guardare oltre i propri confini con serietà e passione per diventare ‘uomini e donne’ del domani, persone autentiche che hanno a cuore le domande della vita, persone libere e consapevoli che credono nelle proprie capacità e che sanno vedere e progettare le fatiche nel proprio futuro.

Oggi però tutto si vuole oscurare. Le sfide, i chiaroscuri di questo tempo vogliono gettare ombra e banalizzare il tuo essere luogo di pensiero e di prospettiva; vogliono svuotare l’insostituibile ruolo sociale della classe insegnante svolto da sempre con  passione, dedizione paziente e generosa e con orgoglio. Risorse preziose per il nostro Paese.

E oggi cosa sta accadendo? Siamo esperti ormai di tutto’ tanti fatti nel nostro paese stanno a dimostrare come la cultura, il sapere’ ‘siano in buone mani!’ e di ciò in questi giorni si sta dando ampio e chiarissimo concetto!

Mi si rafforza sempre più il timore di vivere in un paese che risponde a una cultura individualista ormai ben radicata; ma guai a lasciarci soffocare dalla rassegnazione o dall’impotenza. è vero, si fa molta fatica a invertire questa tendenza, ma è una responsabilità da assumere e ci tocca farlo.

Diversi sono i tempi che attraversiamo e diverse le idee.

Certo, tu scuola presenti i problemi che sono sotto gli occhi di tutti, ti troviamo imperfetta, ma credo che lo sei sempre stata solo che oggi vieni molto mortificata e per questo vai difesa, valorizzata, curata, migliorata e tanto amata.

Ma per uscire da questo disagio bisogna addossarci il carico di desiderare un mondo nuovo da costruire con un atteggiamento di speranza e di responsabilità. Occorre dar prova che questo disagio ci scuote ma non annulla la voglia di uscirne. Di qui il compito di superare  insieme rafforzando l’attenzione sulla ‘curiosità delle conoscenze dei saperi’ che aprono orizzonti più vasti, profondi e fecondi di pensiero, che aiutano le persone a esprimersi al meglio, a liberare quelle difficoltà create da noi stessi e a comprendere che il disimpegno rende aridi e chiude il cuore.

Qui voglio prendere in considerazione l’articolo 34 della nostra Costituzione:

‘La scuola è aperta a tutti.

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso’.