Cultura, famiglia e dialogo, un trinomio per la vita

di Francesco Altomare

Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium del 24 novembre 2013, dedicata all’evangelizzazione e alla missione della Chiesa, il Pontefice accenna ad alcuni temi ripresi nel messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della CEI per la 36ª Giornata Nazionale per la vita, Generare futuro: la cultura dell’incontro, la famiglia e il dialogo tra le generazioni.

In primo luogo, quale cultura è necessario promuovere per favorire la tutela del valore della vita? Fermo restando che «il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano» (182), e che non deve mai mancare «l’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via» (195), occorre promuovere una «cultura dell’incontro», cioè uscire da se stessi per andare verso gli ultimi nelle periferie esistenziali della società, superando le strutture dominanti dell’attuale contesto sociale: da un lato la «cultura dello scarto», della «competitività» e della «legge del più forte», in cui l’essere umano, soprattutto chi è debole e indifeso, è considerato solo «come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare» (53); dall’altro, la «globalizzazione dell’indifferenza», di chi si chiude nei propri interessi ed è incapace «di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri» (54). Queste strutture, che escludono ed emarginano un numero crescente di persone, sono contrarie alla logica del Vangelo in cui Cristo si mostra sempre vicino ai poveri e agli esclusi.

In secondo luogo la famiglia. Nell’attuale tempo di crisi il desiderio di generare è fortemente penalizzato e mortificato da condizioni sociali sfavorevoli che non sostengono in alcun modo la scelta e il progetto di generare il futuro. Come tutte le comunità e i legami sociali, anche la famiglia attraversa una crisi culturale profonda. In essa la fragilità dei legami risulta ancora più grave «perché si tratta della cellula fondamentale della società, del luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli» (66). La famiglia necessita dunque di politiche e interventi adeguati che ne favoriscano la crescita e il benessere, anche in vista di un superamento dell’attuale crisi demografica. Il bambino che nasce è un dono non solo per la famiglia, in cui i genitori scelgono consapevolmente di collaborare con Dio Creatore nell’atto generativo, ma anche per la società, in quanto ogni figlio è un autentico bene sociale che va difeso, salvaguardato e tutelato: tra i deboli infatti «ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo(…). Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà» (213).

Infine un’attenzione particolare necessita il dialogo tra le generazioni, quale ulteriore e indispensabile mezzo per prospettare una comunità umana e in crescita. Il Papa sostiene che  giovani e anziani sono la «speranza dei popoli» e perciò occorre prestare ascolto ad entrambi. «Gli anziani apportano la memoria e la saggezza dell’esperienza, che invita a non ripetere stupidamente gli stessi errori del passato. I giovani ci chiamano a risvegliare e accrescere la speranza, perché portano in sé le nuove tendenze dell’umanità e ci aprono al futuro, in modo che non rimaniamo ancorati alla nostalgia di strutture e abitudini che non sono più portatrici di vita nel mondo attuale» (108). La capacità di ciascuna generazione di costruire il proprio futuro riguarda non solo il profondo desiderio di cambiare il mondo, ma consiste anche nell’interiorizzare l’esperienza e le radici del proprio passato.