A proposito di San Valentino

di Cosmo Tridente

Valentino é ed era il nome che le giovani ragazze usavano dare al loro cavalier servente ogni volta che la fanciulla lo sceglieva per partecipare ad una festa mondana. In certe regioni il «Valentino» era orgoglioso di essere stato eletto ad accompagnare la damigella, e per questo aveva l’obbligo di offrire un presente alla giovane che lo aveva prediletto. Questa usanza si é conservata ed era praticata in certe contee d’Inghilterra, il 14 febbraio, giorno di San Valentino, ed é poi diventata e riconosciuta mondialmente, come la festa degli innamorati. 
Perché Valentino, il «cavalier servente», lo si festeggia proprio il 14 febbraio? L’origine é puramente popolare. Siccome il 14 febbraio la Chiesa commemora San Valentino, vescovo di Terni, incarcerato perché rifiutò di abiurare la sua fede, e che fu martirizzato verso il 270 d.c., se ne desume che la coincidenza della data sia unicamente onomastica. Non sembra opportuno, a mio avviso, commemorare nelle sale da ballo e nei pub il San Valentino, sarebbe sufficiente e più consono festeggiare il Valentino: lui, con la santità, non ha niente a che vedere. L’impressione di molti è che la cosiddetta «festa degli innamorati», che si celebra per l’appunto il 14 febbraio, faccia parte di quelle occasioni che, sfruttando il sentimentalismo, sono state sapientemente introdotte per soddisfare bisogni commerciali e consumistici.
A Torino, importante é il castello del Valentino, che dà il nome ad uno dei più ameni giardini d’Italia. Luogo frequentato dalle coppiette di giovani innamorati. A questo parco é stata dedicata una nota canzone agl’innamorati. Una frase: «Ricordi quelle sere passate al Valentino col dolce studentino che ti stringeva sul cuor?». Ma neppure questa mi sembra la direzione più logica per scoprire l’origine della festa di Valentino. Non restano molte alternative, l’unica e la più valida rimane quella anglosassone. 
Oggi il commercio ha creato tutta una strategia di mercato attorno alla festa di Valentino: i cuori rossi, l’Eros, palloncini colorati, carte d’auguri con frasi d’amore, e tante altre cianfrusaglie. Eros, é importante citarlo. Dio greco dell’amore, fanciullo alato, capriccioso e scaltro, crudele e spietato (come l’amore), armato di arco e frecce per colpire i cuori affranti, si trastulla volentieri con le sue vittime.
La mia ricerca termina qui, ma spero sufficiente per aumentare la conocenza su questa nuova festa, resa davvero popolare nell’ultimo cinquantennio. A tutti i giovani, ed in particolare a coloro che sono innamorati cotti, buona festa e tanti auguri. Divertitevi decorosamente, e come declama il grande poeta Giacomo Leopardi nella poesia Il passero solitario anch’io concludo: «Tutta vestita a festa la gioventù del loco lascia le case, e per le vie si spande; e mira ed é mirata, e in cor s’allegra».