Un altro Natale è alle porte. E sono certo che, anche a motivo dei tempi difficili che stiamo attraversando, un giorno che attendiamo. Perché il ritorno del Natale riapre il cuore alla speranza. E tutti siamo invitati ad andare a Betlemme, la scuola di cui abbiamo bisogno, di fronte alla tentazione della sfiducia e della resa.
Assistiamo alla guerra dei mercati che mandano in crisi l’economia mondiale, provocando disoccupazione e crescente povertà; abbiamo una politica malata e litigiosa; le catastrofi naturali, la fame, il razzismo, le violenze sempre più banalizzate e impunite. Si fa forte in questa situazione il desiderio del Natale e non per la poesia a cui talvolta superficialmente viene ridotto, ma per l’evento che esso significa, per il messaggio che risponde ai bisogni più profondi del cuore umano e della storia.
Sgorga spontanea l’invocazione a Gesù perché venga presto a portarci la sua pace, la sua giustizia, la sua signoria. Abbiamo bisogno di te! Abbiamo bisogno di Gesù, il Dio-con-noi. Con Lui, «nella stalla di Betlemme il cielo e la terra si toccano. Con il suo Natale, il cielo è venuto sulla terra. Per questo da lì emanano una luce per tutti i tempi; per questo lì nasce il canto» (Benedetto XVI).
A Natale allora ci auguriamo: di andare a Betlemme per avvicinarci di più al mistero di Cristo; di ascoltare il silenzio contemplativo di Giuseppe e di Maria; di saper accogliere l’austerità di questo tempo con la semplicità della sacra famiglia e dei pastori. Ci auguriamo soprattutto di aprire gioiosamente la vita a Gesù che nasce per amore, a fare di noi la stalla che lo accoglie, il luogo dove cielo e terra si toccano’
Incarneremo la speranza che rende credibile l’annuncio di Natale nella complessa situazione del mondo di oggi, riaccenderemo nei cuori lo stupore e l’umile desiderio di essere migliori.
Si compirà così l’augurio che ci scambiamo e sarà il Natale di Gesù! Con affetto
+ don Gino – Vescovo