Accogliere le parole del Papa e ripensare l’economia. Intervista a Zanotelli

Intervista a padre Alex Zanotelli, a cura di Luigi Sparapano

Padre Alex, dopo molti anni torni a Molfetta. Come stai?
«Bene, direi. Sto bene e dico a tutti: guai a lamentarsi, anche perchè i tempi sono duri quindi c’è molto da lavorare».
Dove vivi e di cosa ti occupi adesso?
«Vivo al Rione Sanità di Napoli, una delle zone più difficili della città, nella maniera più semplice possibile, tra la gente e sul territorio
e portando avanti una serie di attività. Ma anche su altre zone della città, con i senza fissa dimora, immigrati, Rom, con gli ultimi di Napoli,
oltre che portando avanti i grandi impegni, ad esempio sull’acqua bene comune».
Sono passati quasi 21 anni dalla morte di don Tonino. Che cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale sul piano sociale nazionale ed internazionale?
«Direi che le cose sono di molto peggiorate e penso che nessuno possa negarlo. Siamo in una situazione difficile. Quello che è invece migliorato, e Tonino avrebbe certamente goduto, è che almeno abbiamo un Papa che sta dicendo le cose che lui ha detto e per le quali è stato quasi perseguitato».
Il papa ha parlato recentemente alla Focsiv di Chiesa del grembiule. É una coincidenza o si è ispirato a don Tonino?
«Credo che certamente si sia ispirato a don Tonino anche se non penso lo conoscesse di persona. Ma adesso che in Italia di don Tonino se
ne parla sempre più e girano i suoi testi, può aver letto ed essersi ispirato. Del resto il Papa viene da un’altra esperienza di Chiesa però è giunto a quelle scelte evangeliche che anche don Tonino ha personificato».
Uno dei tuoi argomenti di battaglia è stato ed è quello del mercato delle armi. L’Italia ha una grave crisi economica che potrebbe essere aggredita con la rinuncia agli F35. Com’è la situazione del mercato delle armi?
«Proprio a questo livello le cose sono molto peggiorate rispetto agli anni di don Tonino. Oggi l’Italia spende in armamenti 25-26 mld di euro all’anno, cui bisogna aggiungere 15 mld per gli F35 e ha già investito 5 mld per navi militari. Questa è pazzia totale! Davanti al disastro economico di tanta gente, e dell’Italia stessa, andare a spendere tanti soldi in armi è proprio assurdo, è la negazione di tutto, eppure
le cose peggioreranno. Il Governo Renzi ha già promesso a New Port, in Galles durante il summit della Nato, di portare al 2% del Pil gli investimenti in armi. Vale a dire che spenderemo 100 milioni di euro al giorno in armi. Follia pura! Ma dobbiamo ricordarci una cosa: le armi servono a proteggere lo stile di vita del 20% della popolazione mondiale. Sono praticamente necessarie se vogliamo continuare così, ma non
possiamo permettercelo perchè anche il pianeta non ci sopporta più».
2015. Quale passo in avanti vorresti facessero lo Stato e la Chiesa italiana?
«Penso che la Chiesa italiana dovrà ascoltare il Papa. Finora direi che dei suoi discorsi ben poco ha recepito. Forse una delle Chiese che fanno
più resistenza, soprattutto sul versante di una Chiesa povera con i poveri. Siamo lontanissimi. Deve lasciarsi profondamente toccare dalle sue parole. A livello di Stato italiano penso che deve rimettersi radicalmente in discussione. Non è più concepibile andare avanti pensando alla crescita. É finita la crescita! Se cresciamo ancora il pianeta ci spazzerà via tra tempeste e altre catastrofi. Non c’è altra via. É inconcepibile che il Governo Renzi con lo sblocca-Italia apra alle trivellazioni, al petrolio… petrolio, carbone devono rimanere dove sono. Non è possibile! Dobbiamo
inventarci altro. L’economia va ripensata radicalmente».