L’anno pastorale è già iniziato e il nostro vescovo Domenico ha indicato nella lettera pastorale Con Cristo in compagnia dei Giovani la strada che la nostra Chiesa locale dovrà percorrere.
Come si può evincere dal titolo il documento è in piena continuità con le indicazioni fornite lo scorso anno in Annunciare la gioia del Vangelo ai giovani, arricchito anche dall’esperienza che i giovani hanno fatto durante l’incontro con Papa Francesco lo scorso 11-12 agosto, in preparazione al prossimo Sinodo (3-28 ottobre 2018), dopo aver camminato Per mille strade verso Roma.
Significativa è l’icona evangelica scelta dal nostro Vescovo, quella dei due discepoli di Emmaus, racconto molto suggestivo perché ci trova estremamente coinvolti nella nostra realtà di gente sempre in cammino.
Il mondo del viaggio porta con sé molte certezze e, nello stesso tempo, tanti dubbi, perplessità, incertezze, interrogativi, desideri. Ed è qui che emerge l’importanza della Chiesa quale compagna di viaggio; come anche il ruolo fondamentale delle guide pastorali «perché i giovani sappiano fare scelte di vita mature, decisive e definitive».
Mons. Cornacchia sottolinea che la figura dell’educatore, quando si accosta
alla vita di un giovane in ricerca, deve ispirarsi alle modalità che Gesù utilizza per accompagnare il vissuto dei due discepoli. Durante il cammino è molto importante saper accostarsi e ascoltare in silenzio e con rispetto la storia di ciascuno per «condividere gioie e speranze, ansie e delusioni, tristezze e insuccessi, sogni e desideri, prospettive e progetti». Dall’ascolto si apprende quanto la ricerca di risposte a quesiti chiari e decifrabili da parte dei giovani, sia fondamentale per guardare al futuro con più fiducia ed evitare il rischio di tornare indietro e cambiare direzione alla prima difficoltà. I giovani dovrebbero vivere più di “sogni” che di “ricordi”, scrive il Vescovo.
Per assumere decisioni importanti e poter realizzare e vivere i propri sogni, ogni giovane è chiamato a fare l’esercizio del discernimento, che non consiste solo nello scegliere cosa oggi è meglio, ma nel riconoscere la presenza di Dio in ogni volto, in ogni azione e a leggere ogni singola scelta con la discriminante dell’Amore, quell’amore che impreziosisce tutte le nostre giornate se abbiamo vissuto l’esperienza del Risorto, così come è accaduto ai due discepoli.
Per realizzare ciò che fin qui è stato descritto, nella lettera pastorale il Vescovo fornisce indicazioni pratiche da utilizzare durante tutto l’anno: consiglia di attivare percorsi formativi per sacerdoti e animatori di gruppi giovanili per apprendere e approfondire l’arte dell’accompagnamento spirituale e del discernimento vocazionale; organizzare scuole di preghiera per giovani, sia a livello parrocchiale che diocesano; programmare periodicamente esperienze che possano aiutare i giovani a sentirsi autentici protagonisti della missione evangelizzatrice della Chiesa.
Certo, non è facile per un giovane aprirsi e abbandonarsi al progetto di Dio e al mistero che lo accompagna, ma attraverso gli “strumenti” che la Chiesa offre – l’ascolto, la guida spirituale, la Parola, l’Eucarestia – è possibile essere autentici testimoni del Risorto e diventare a tutti gli effetti “artigiani di Futuro”.
di Michelangelo Parisi