Luce e Vita - Chiesa locale

don Michele Del Vecchio, 50 anni di sacerdozio all’insegna di gratitudine, libertà e amore

19 giugno 1971 - 2021

del vecchio

del vecchioDon Michele Del Vecchio, sacerdote ruvese, taglia il nastro dei 50 anni di sacerdozio. Su Luce e Vita di domenica 13 giugno, ampia intervista, a cura di Luigi Sparapano, per rileggere questi intensi anni. un triduo di preparazione, nella parrocchia San Michele Arcangelo, alla giornata anniversaria:

  • 16 giugno ore 19: Sacerdozio e vocazione S.E. Mons. Felice di Molfetta, vescovo
  • 17 giugno ore 19: Sacerdozio e missione, don Gianni Caliandro, Rettore
  • 18 giugno ore 19: Sacerdozio ed Eucaristia, Rev. Padre Carlo Maria Laborde
  • 19 giugno, ore 19,30: Ringraziamento S.E.Mons. Domenico Cornacchia, vescovo

Caro don Michele, ogni vocazione, come una pianta, è fatta di semi e di coltivatori amorevoli. Raccontaci la tua storia vocazionale e coloro che l’hanno accompagnata.
Sono nato, secondo di cinque fratelli, in una famiglia umile, semplice, dignitosa e, soprattutto, segnata dalla fede profonda e schietta.
Circa la mia vocazione sacerdotale tutto è cominciato dall’invito di un mio amico di classe (avevo 18 anni) a frequentare il mese di maggio in onore della Madonna, riservato ai giovani e guidato dal compianto don Vincenzo Pellicani presso la chiesa delle Suore Salesiane in Ruvo.
Iniziai a frequentare più per curiosità che per convinzione. Ma, grazie alle catechesi semplici e profonde tenute ogni sera da don Vincenzo e all’esemplarità della sua testimonianza sacerdotale, continuai e conclusi il mese di maggio non solo con il fermo proposito di non farmi più mancare quotidianamente la preghiera del Santo Rosario e la partecipazione alla Santa Messa, ma – soprattutto – con il chiaro e risoluto intento di entrare in seminario.
Qualche mese dopo, durante un incontro occasionale con don Vincenzo, in una indimenticabile mattina d’estate, prima che gli avessi manifestato qualcosa, fu lui stesso a dirmi: “Michele, perchè non entri in seminario?”. Era la ratifica del mio intento! Da allora cominciò ad accompagnarmi e a sostenermi con la sua presenza amorevole, discreta e illuminata. Mi invitò a completare il corso dei miei studi al Magistrale, frequentando l’ultimo anno, per poi entrare nel Seminario Regionale di Molfetta.
Nel settembre del ‘68, quando già da due anni ero in seminario, il Signore mi riservò un dono tanto inimmaginabile quanto straordinario: degli incontri incancellabili (due dei quali per la Confessione) con Padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo! Fu l’esperienza dalla quale restai “marchiato a fuoco” sia nel prosieguo del mio cammino formativo, sia nel compimento del mio ministero sacerdotale.

Dopo la semina, la cura e il nutrimento di quella pianta che procedeva nel suo sviluppo. Quale il tuo itinerario formativo?
Dopo la maturità magistrale, ho frequentato l’anno propedeutico e i quattro anni di teologia nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. L’ordinazione sacerdotale avvenne il 19 giugno 1971 nella Cattedrale di Ruvo di Puglia per le mani di S.E. Mons. Aurelio Marena, di venerata memoria, Vescovo di Ruvo e Bitonto. Iscrittomi alla facoltà di Teologia Pastorale presso il Laterano a Roma, dopo aver sostenuto tutti gli esami per la licenza, ho rinunciato a continuare per la sopravvenuta nomina a parroco.

del vecchioIn 50 anni il tuo ministero avrà incrociato innumerevoli persone nelle diverse esperienze pastorali che ti sono state affidate. Quali?
Primo incarico fu quello di segretario di S. Ecc. Mons. Aurelio Marena e padre spirituale presso il Seminario Vescovile a Bitonto; poi Vicario Parrocchiale a San Domenico in Ruvo; assistente diocesano settore giovani di A.C. in Ruvo. La prima esperienza di parrocato f alla Comunità di S.Lucia in Ruvo (1978-96); poi, su invito di Mons. Negro, accettai di andare parroco a Sant’Achille in Molfetta (1996-2005), successivamente da Mons. Martella fui inviato a Santa Maria della Stella in Terlizzi (2005-2012) e dal 2012 sono tornato a Ruvo, parroco a San Michele Arcangelo.
Ho anche svolto il ruolo di docente di Religione nelle scuole medie, all’I.T.C., al Liceo Scientifico di Molfetta ed al Classico di Terlizzi.

Anche a te chiediamo di sintetizzare in tre parole chiave il tuo sacerdozio.
Eccole:
GRATITUDINE senza fine al Signore per il dono ineffabile del Sacerdozio.
LIBERTÀ INTERIORE per lasciarmi inviare docilmente dallo Spirito ovunque i miei Vescovi mi hanno destinato.
AMORE incondizionato – nonostante le mie tante fragilità – al Signore ed alla sua Chiesa.

Guardando ai novelli o futuri sacerdoti in questo nostro tempo, quali caratteristiche avverti necessarie per rispondere alla vocazione secondo il cuore di Dio?
Sicuramente la necessità imprescindibile di curare la propria vita interiore.
Il coraggio di perseverare sino alla fine negli impegni sacerdotali liberamente assunti davanti a Dio ed alla sua Chiesa, nonostante le innumerevoli e imponderabili difficoltà, certi del sostegno del Signore e della sua tenerissima Madre.
Capacità di “incarnarsi” come Cristo nella storia, interpretando i segni dei tempi e facendosi compagni di viaggio di quanti intercetteranno nel loro cammino.

In 50 anni ci saranno stati alcuni rimpianti?
Rimpianti? Sì! In particolare quello di non aver corrisposto sempre, quanto e come avrei dovuto/potuto, ai tantissimi doni di grazia che il Signore ha continuamente riversato nella mia vita. E, inoltre, il rammarico per non essermi speso ancora di più in favore dei tantissimi fratelli che al Signore è piaciuto affidarmi.

Guardando al futuro?
Una sola prospettiva: l’impegno di restare fedele al Signore, continuando a servire Lui e la sua Chiesa sino alla fine della mia vita.
Grazie don Michele, ti ringraziano le comunità che hai servito e tutta la Diocesi, riconoscendo in te una precisa figura sacerdotale, totalmente intrisa del ministero ricevuto.