La preghiera di tutti per don Mimmo

di Luigi Sparapano

Caro don Mimmo,
non so quali parole avresti utilizzato tu  dovendo scrivere di questa dolorosa vicenda. Ancora una volta, dopo meno di tre mesi, la nostra chiesa locale è provata da una sofferenza tanto improvvisa quanto profonda, che questa volta ha colpito te. Un'ischemia cerebrale che ha disarmato la tua vita, la tua intelligenza, la tua disponibilità, la tua generosità e ha scosso la tua famiglia e noi, sbattendoci di fronte alla dura legge della provvisorietà. 
Guardandoti mentre ti trasportavano tra i reparti, poi immobile nel riquadro di un monitor al di là del vetro della rianimazione, quel tuo possente corpo confitto su un letto, non abbiamo potuto chiederci altro se non: perchè? Cosa sta succedendo? Cosa ci vuol dire il Signore? 
Perchè, tu lo sai bene e lo hai insegnato continuamente, ogni avvenimento della nostra esistenza dobbiamo leggerlo nella prospettiva di fede. Ma questo a volte diventa ancor più faticoso, insopportabile, se pensiamo che ti accingevi a celebrare l'eucaristia domenicale e ti sei invece ritrovato riverso sul pavimento di casa tua, a celebrare una liturgia del dolore che non vorremmo per alcuno. 
È vero! Ogni giorno accadono casi di persone colpite da malattie improvvise e gravi, molte delle quali vissute nel piccolo degli affetti strettamente famigliari, smarriti, disorientati sul da farsi, e la gran parte di esse ricevono sì le attenzioni delle persone vicine, ma sono involontariamente ignorate dalla gran parte della gente. Quando però la fatalità riguarda una persona come te, carissimo don Mimmo, inevitabilmente si accendono i riflettori, perchè la tua presenza è riferimento sicuro per tutti noi e non da oggi, accentuata dal delicato ruolo di vicario generale, e poi di amministratore diocesano, che ha dovuto vivere e gestire, solo pochi giorni fa, il decesso del vescovo don Gino e, senza un adeguato tempo per rielaborare il dolore, assumerne le onerose responsabilità di governo. Ecco perchè lo smarrimento diventa più visibile e la solidarietà corale più necessaria.
Preghiamo tutti! Per te. Per la tua vita, per la tua mamma e i tuoi cari. 
Osiamo affidarti all'intercessione di don Tonino, “debitore” per tutto il grandioso lavoro che hai fatto per la sua causa di beatificazione, e a don Gino Martella, che hai affiancato generosamente e saggiamente nel suo ruolo episcopale. 
Soprattutto ti affidiamo alla Vergine Maria, di cui da sempre sei devoto.
Preghiamo, e tu con noi, per la nostra diocesi, perchè nell'attesa del nuovo Pastore, continui a camminare, guidata dai nostri zelanti sacerdoti, e si fortifichi nella fede e nella testimonianza, che proprio nella sofferenza si purifica e si rigenera.
La solidarietà e la preghiera della città di Molfetta e dell’intera diocesi, come delle numerose persone amiche che hai in tutta la Puglia e l’Italia, si è fatta sentire viva mediante i diversi mezzi di comunicazione, a conferma dei semi di amore e di saggezza che hai saputo spargere.
Noi ti aspettiamo, comunque, per un incontro di festa, di vita nuova.
Ti vogliamo bene!