Rivestiti di sole

La Solennità dell'Assunta

L’estate finalmente, dopo tanti giorni di acquazzoni e temporali, è avanzata con i suoi colori e i suoi profumi di sole e mare, di aria di montagna con ventate di fieno ormai raccolto. Tutto parla di vita che esplode in una natura generosa che si dona per una pausa liberatrice dai consueti ritmi quotidiani, talvolta grigi ed affannosi.
La festa liturgica che segna la metà del mese e che banalmente viene detta Ferragosto ed invece si denomina Assunzione di Maria, porta in sé un’altra incisività che vuole imprimersi non in un momento transitorio ma nella radicalità della nostra esistenza.
Nel II secolo Ireneo di Lione affermava che Dio si era fatto uomo perché l’uomo potesse diventare Dio, potesse acquisire cioè una vita che ormai superasse i confini del tempo e della storia e fosse libera dal male e dalla morte.
Si tratta dell’assunzione della divinità da parte dell’umanità, proprio quando Maria accolse il Figlio che diventava bambino in lei.
L’icona di Novgorod del XIII sec. che raffigura la Dormizione e l’Assunzione di Maria la rappresenta nel suo centro, con i toni del nero che prevalgono ad indicare un corpo che verrà illuminato dalla luce di Cristo vittorioso che regge tra le braccia la stessa Madre, rappresentata come una bambina.
Lei, che ha dato inizio alla storia della salvezza, ora da inizio, anticipandola, tutta la trasfigurazione del creato: il divino assume l’umano. Seconda assunzione.
Il corpo della Donna infatti che aveva accolto il Verbo non poteva non essere consustanziale al Risorto, non poteva rimanere entro il limite orrendo della morte per la morte. La Donna vestita di Sole ne squarcia le tenebre e le infrange.
Portata da Gesù Cristo nel regno della luce Maria non vi rimane abbagliata e ‘inerte ma, proprio perché trapassata dalla Bellezza del mistero, vuole che questo mistero raggiunga ed abbracci ogni persona, perciò è totalmente rivolta alla nostra storia, a quelle vicende che si intessono quotidianamente e costituiscono il nostro cammino personale e comunitario verso Dio. Il cosmo tutto ne viene impregnato perché proprio Lei, la Donna vestita di Sole, investe con la sua preghiera l’inferno e ce lo preclude, aprendosi a tutti in salvezza universale.
Maria, ci insegna la Chiesa, non ebbe una morte travagliata, ma transitò in un sonno pacifico come chi, sicuro nella fede nel Risorto, può abbandonarsi ed entrare nella pace, prima di tutti noi ma con tutto noi stessi, corpo ed anima.
Le leggende fioriscono ma esprimono, nella loro saggezza popolare, alcune intuizioni che dicono semplicemente una ricchezza di legami che non si possono interrompere: gli apostoli accorrono dolenti, ma è Lei a consolarli per il distacco, prega per la pace del mondo e si lascia trasportare dall’energia di Cristo Risorto.
La Tradizione Ortodossa, tanto sensibile nella sua vena mariana, canta: ‘Ella è la Madre della vita, e colui che aveva abitato il suo seno verginale l’ha trasferita alla vita’ Ogni figlio della terra trasalga nel suo spirito e celebri con gioia la venerabile assunzione della Madre di Dio’. Maria è la Terra promessa a tutti.
Pausa estiva la nostra ma segno delle cose ultime, richiamo e anticipo di quanto avverrà nella glorificazione di tutto l’universo, negli antichi affreschi della Moldavia per questa ragione il tronco di Iesse diventa un unico, cosmico roveto ardente che tutto abbraccia. L’Oriente cristiano contempla Maria sempre inquadrata nel mistero del Figlio, nella luce originaria.
L’Assunta quindi, giorno di festa, di gioia, non di pianto e di lutto perché Maria raggiunge il Figlio e non si abbandona alla tenebra: “La fonte della vita è deposta in un sepolcro; la tomba diviene scala per il cielo”, canta la Liturgia.
Riaffiorano le parole del grande poeta B. Pasternak: “Da questo momento l’avvenimento della morte terrena non è più motivo di preoccupazione per l’uomo. Egli è stato redento dal sangue di Cristo, la sua vita è cambiata non perché lo ha raggiunto improvvisamente un incantesimo divino ma perché in lui è stato fissato un nuovo principio. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi […]. Non vi sarà morte, dice Giovanni Evangelista’ perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna”.
Maria, nel mistero della sua Assunzione, ci dona questa nuova certezza e questa nuova dimensione, la Sorella di tutti noi ha cancellato ogni preoccupazione e possiamo pensarci rivestiti di quel Sole che non tramonta mai.
L’Assunta ci depone nel mistero del Figlio ed allora possiamo sussurrare quella preghiera che Boris Pasternak intitolò In ospedale e di cui Cristina Campo offrì sensibile e partecipe traduzione, non soffermandoci sul dolore e sulla sofferenza, ma accogliendo lo slancio che ci strapperà dal tempo in piena fiducia:

Sento fiammeggiare le tue mani,
le mani che mi tengono e mi nascondono
come un anello nell’astuccio.

 
Cristiana Dobner