Terremoto e neve: L’attenzione del Papa. mons. Valentinetti (Pescara), “momento difficile, ma non dobbiamo perdere la speranza”

a cura della Redazione

“Il Papa è informato costantemente. So che lui stesso ogni tanto chiama qualche vescovo e qualche realtà, è informatissimo. Non solo invita alla preghiera ma sta stimolando noi come Conferenza episcopale a fare tutto il possibile per far sentire la vicinanza della Chiesa a queste realtà” colpite dal terremoto. Lo ha detto al Sir il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, a margine della presentazione, oggi a Roma, del progetto di ricerca “Educarsi alla Bellezza. Indagine sulla formazione del clero e degli artisti in vista della committenza di opere d’arte per il culto cristiano”. Il presule, che tra ieri sera e questa mattina ha contattato telefonicamente i vescovi delle diocesi colpite dalle nuove scosse di terremoto e sepolte sotto la neve, riferisce che a preoccupare i presuli è “il disagio psicologico che sta diventando anche più grave del freddo e della mancanza di beni primari, il disagio psicologico e la fatica che fanno a tenere in piedi un minimo di speranza”.

“È un momento difficile, ma non dobbiamo perdere la speranza”. Sono queste le parole di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, all’indomani del terremoto che ha colpito l’Abruzzo, insieme all’esondazione di diversi fiumi e alla neve che non sembra lasciar tregua. “L’hanno definita l’Apocalisse d’Abruzzo – continua Valentinetti – perché ci sentiamo inadeguati e impotenti di fronte a quanto accade. Non siamo e non eravamo pronti a fronteggiare l’allerta meteo per cui si è addirittura mobilitato l’Esercito e ci sentiamo nuovamente inermi per la terra che continua a muoversi con forza”. Pescara allagata, diversi paesi senza corrente elettrica da più di 48 ore, tanta neve nelle comunità della diocesi metropolitana, soprattutto sulla sponda teramana della chiesa locale e nelle ultime ore la slavina che si è abbattuta sul resort di montagna in provincia di Pescara.
“Siamo in apprensione per la situazione dell’hotel di Farindola, nel nostro territorio, anche se le ultime notizie sono drammatiche – ribadisce il presule – e continuiamo a sperare per gli ospiti e i dipendenti della struttura. Abbiamo, inoltre, paesi irraggiungibili perché ricoperti dalla neve e diversi parroci, insieme alle loro comunità, sono barricati in casa come topi. Avere speranza, però, significa non abbatterci, rimboccarci le maniche, dare il massimo per la risoluzione dei problemi e attivare quei sistemi di solidarietà necessari almeno per tamponare le situazioni di emergenza. Avere speranza vuol dire saper porgere lo sguardo sulle situazioni positive – seppur minori delle disgrazie – che si realizzano nei momenti più bui”. Si riferisce ai tanti volontari che in questi giorni si danno da fare senza sosta, il vescovo di Pescara, e alle reti di sostegno amicale e familiare che sempre si attivano nelle situazioni difficili. “Con le forze che abbiamo, e soprattutto con la Caritas diocesana ce la stiamo mettendo tutta – conclude Valentinetti – per offrire un pasto e un posto caldo e per andare in soccorso di coloro che stanno affrontando questo momento di calamità nella solitudine. Stiamo, altresì, cercando di attrezzarci per raggiungere le parrocchie isolate e per portare sostegno ai nostri fedeli e ai nostri sacerdoti”.