Pubblicato il n.3 di “Audiant et laetentur”

Periodico a cura della Postulazione per la Causa di Canonizazzione di Mons. Antonio Bello

In questo numero:

  • Un Vescovo che profuma di popolo, di Mons. Domenico Amato (di seguito)
  • Nella storia della nostra Chiesa locale, Intervento introduttivo alla Liturgia eucaristica del 30 aprile, di Mons. Luigi Martella
  • “Io sono la via, la verità, la vita”, Omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica del 30 apriledi Mons. Angelo Amato
  • Segno di gioia e speranza, Cronaca della >Prima Sessione pubblica tenutasi il 30 aprile 2010, di Francesca Polacco
  • Elenco offerenti per la Causa di Beatificazione
  • In Guatemala una scuola dedicata a don Tonino, di Gianni Iannone

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Un Vescovo che profuma di popolo

di mons. Domenico Amato, vicepostulatore

La recente celebrazione della Prima Sessione pubblica, di cui pubblichiamo un’ampia rassegna in questo bollettino, ha messo in evidenza una volta di più la popolarità del Servo di Dio Antonio Bello. Si era appena sparsa la notizia che ci sarebbe stato l’insediamento del Tribunale ecclesiastico che le pagine del web si mettevano in moto con migliaia di adesioni e volontà di prendere parte in qualche modo all’evento. Ma si sa la rete è ingannevole, non è facile scoprire quali sentimenti albergano dietro quelle manifestazioni di entusiasmo. La cartina di tornasole è stata proprio la celebrazione della Messa il 30 aprile presieduta del Prefetto della Congregazione dei Santi mons. Angelo Amato. Al rito erano presenti più di tremila persone dentro e ancor di più fuori la Cattedrale. Un popolo composto, silenzioso, attento, emozionato, partecipe, consapevole di essere protagonista di un evento di fede. Ed è stata proprio la fede dei semplici, del popolo, che ha sorpreso gli stessi cronisti delle varie testate giornalistiche arrivati copiosi. Gente che non si è mossa durante la Messa, che si è inginocchiata, che ha pianto.

Del resto sono queste le testimonianze più belle che sto ricevendo in questi mesi. Persone semplici che mi fermano anche per strada per dirmi i loro ricordi, per raccontarmi le loro sofferenze e di come si sentono “protetti” da don Tonino. Come si rivolgono a lui per una intercessione, come lo pregano. Gente che non ha preteso nulla, né i primi posti, né la ribalta, gente di popolo che voleva semplicemente esserci perché don Tonino è il loro “santo”, il loro amico. Fra questi c’è una generazione nuova di giovani che non ha incontrato don Tonino, che erano piccoli o non ancora nati quando il Servo di Dio lasciava questo mondo, ma che lo hanno conosciuto dai racconti del popolo, dai suoi scritti, dai video che circolano delle sue conferenze e omelie, e che sono rimasti affascinati dalla sua testimonianza di uomo di fede che crede nell’uomo perché crede profondamente in Dio.

Un evento che ha sbalordito anche noi della Postulazione che abbiamo dovuto contenere gli entusiasmi piuttosto che sollecitarli. La sua fama di santità presso il popolo ha avuto un altro termometro, per noi inusuale, la diretta televisiva della Prima Sessione pubblica trasmessa da TeleNorba.

Un lavoro immane di preparazione tecnica, e uno sforamento di orario inusitato per una trasmissione che non prevedeva alcuno spazio pubblicitario, eppure, e di questo ringraziamo ancora il Presidente dell’emittente e tutto lo staff tecnico, non c’è stato alcun oscuramento, perché incollate al televisore c’erano trecentocinquantamila persone.

È questa il popolo di don Tonino, è questa la gente semplice che lui sempre ha prediletto e che da sempre lo ama. Un evento aperto a tutti, così distante da chi, pochi in verità, pretendeva primi posti e inviti. Vissuto in semplicità anche da chi, pur avendo titolo, si è accontentato di un posto sui gradini della Cattedrale.

Ad agosto sono sceso ad Alessano per pregare sulla tomba del Servo di Dio.

Era una giornata assolata, feriale, per certi versi anonima, appesi all’albero di ulivo sopra una grande foto usata per il manifesto della Prima Sessione i segni della fede dei semplici: fogliettini in cui dire a don Tonino la propria sofferenza per un figlio che non c’è più e da cui non traspare la disperazione ma la speranza; una preghiera per invocare dal “caro don Tonino” protezione per il proprio parroco, e poi centinaia di altre piccole semplici testimonianze: biglietti, fiori, ceri’ Arriva una famiglia, sono arrivati con due o tre macchine, si ferma, un segno di croce, una preghiera silenziosa, una lacrima.

Rimango solo col vento leggero dell’estate che muove appena l’aria. Prego e ringrazio Dio per il dono grande che ho ricevuto.

Per aver ricevuto il sacerdozio dalle mani di questo grande Vescovo, per aver condiviso con lui le fatiche apostoliche, per essere stato chiamato a vivere questa esperienza preziosa del suo processo di canonizzazione.