L’annuale appuntamento per la festa della Madonna dei Martiri, pone l’animo di ogni molfettese in attesa, non solo del grande movimento che si sviluppa nelle strade, nelle piazze, nei locali di ristoro e di ricreazione, ma soprattutto dell’incontro ravvicinato con la Madre del cielo. È un momento di ristoro dello spirito, spesso appesantito da preoccupazioni, da problemi e difficoltà di ogni genere, da previsioni poco rassicuranti e da incerti punti di riferimento. Avvertiamo tutti un senso di disorientamento, non solo sul piano sociale, ma anche sul piano ecclesiale. Abbiamo, pertanto, tutti bisogno di ritrovare la “stella polare” del nostro cammino, ma sappiamo che nessuno di noi ha il potere magico di rimettere a “posto” le cose. Molti messianismi umani hanno seminato facili speranze, ma altrettanto numerose sono state le delusioni. Nonostante tutto, però, non ci è consentito rinunciare all’impegno di cercare ancora, di immaginare un futuro migliore. Mi viene in mente, in proposito, un passo del Vangelo di Giovanni, dove si parla di un difficile discorso di Gesù, il discorso del “pane della vita”. Il divino Maestro pone come condizione indispensabile l’assunzione di tale pane, cioè la sua carne, per la vita del mondo.
Molti ascoltatori si allontanarono ritenendo molto strane quelle parole di Gesù. Ma Pietro, rispondendo a nome di tutti i discepoli disse: “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68). La domanda del primo degli Apostoli ne suggerisce un’altra: “Cosa dobbiamo fare perché le cose cambino?”. La risposta è ovvia e ardua insieme: tutta la missione della comunità credente, il suo impegno nella storia, consiste nel creare le mediazioni giuste per favorire l’incontro con Gesù, riconosciuto come Signore che salva e dà un senso pieno alla vita di ogni persona.
Chi può veramente riportare l’umanità su giusti sentieri e l’amicizia con Dio, l’ascolto assiduo della sua Parola e la testimonianza credibile dei suoi insegnamenti? In tutto questo, la Madonna ha un ruolo insostituibile, perché oggi come ai primi discepoli alle nozze di Cana, Ella indicando il suo figlio Gesù, dice: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5).
Accogliamo, dunque, l’invito della Madre, e i segni di novità positive non mancheranno, né mai saranno deluse le nostre speranze.
Desidero augurare a tutti una bella festa nel cuore, soprattutto, perché ci sia un corale colpo d’ala, capace di sollevarci verso orizzonti luminosi, colorati di amore, di fiducia e di speranza.
Un augurio speciale lo rivolgo ai bambini, ai giovani, a quelli che sono lontani e a tutti coloro che sono feriti nell’anima e nel corpo.
Un fraterno abbraccio
+ Don GINO, Vescovo