Ufficio pastorale

La sfida educativa: la segnaletica dell’educatore

Convegno pastorale diocesano 19-20 settembre 2011 - Relazione Sigismondi

Gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo, “”intendono offrire alcune linee di fondo per una crescita concorde delle Chiese in Italia nell’arte delicata e sublime dell’educazione””. In essa i vescovi riconoscono una sfida culturale e un segno dei tempi, ma prima ancora una dimensione costitutiva e permanente della missione pastorale della Chiesa. L’opera educativa in favore delle giovani generazioni non è mai stata un’impresa facile, e tuttavia il clima culturale e l’atmosfera che si respira rendono ancor più difficile tale compito. Quella educativa da “”esigenza”” fondamentale è diventata, a poco a poco, “”urgenza”” primaria, anzi, vera e propria “”emergenza””. Essa si configura come “”sfida””, soprattutto se si tiene conto dei diversi soggetti che entrano in varia misura nei processi formativi come protagonisti, vale a dire, in primo luogo, i giovani, quindi i genitori e l’ambiente familiare, poi il mondo della scuola, dello sport e quello dei media, infine ‘ non affatto ultimo! ‘ la realtà della parrocchia. La complessità dell’azione educativa sollecita ad adoperarsi affinché si realizzi una vera e propria “”alleanza”” tra tutti coloro che hanno responsabilità in questo delicato ambito della vita sociale ed ecclesiale. L’educazione è strutturalmente legata ai rapporti tra le generazioni, anzitutto all’interno della famiglia, lasciata sola a fronteggiare compiti enormi nella formazione integrale della persona. Nell’orizzonte della comunità cristiana la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante, il “”baricentro”” dell’esperienza formativa; il suo compito educativo non può essere delegato né surrogato. Esiste, in effetti, un nesso stretto tra educare e generare: la relazione educativa si innesta nell’atto generativo e nell’esperienza di essere figli. La famiglia è, senza dubbio, lo spazio vitale in cui matura l’esperienza della figliolanza, che, per così dire, costituisce il campo-base della fraternità, la quale, a sua volta, è uno dei terreni più fertili per piantare e coltivare il seme dell’amicizia. Il legame che si instaura all’interno della famiglia dalla nascita lascia un’impronta indelebile; il ruolo dei genitori incide, in maniera determinante, anche sulla rappresentazione e sull’esperienza di Dio.

 

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