Secondo Cammino diocesano delle Confraternite

A Giovinazzo dal 27 al 29 aprile 2012

Consapevoli del ruolo che, come presbiteri e laici, abbiamo nell’attuare la Nuova Evangelizzazione auspicata dal Papa anche nelle comunità e associazioni a noi affidate, il Cammino delle Confraternite è un occasione per incontrarci e per condividere non solo ledifficoltà, ma anche le prospettive, le modalità e gli strumenti al fine di educarci ed educare alla fede oggi.

Programma:
 
Venerdì, 27 aprile
Incontro degli Assistenti Ecclesiastici delle Confraternite della nostra Diocesi alle ore 10,00 presso l’auditorium don Tonino Bello (parrocchia Immacolata) a Giovinazzo.
Tale iniziativa si inserisce all’interno del II Cammino Diocesano delle Confraternite, approvato in sede di Consulta diocesana delle Confraternite.
 
Sabato, 28 aprile
ore 19,00 presso l’Auditorium don Tonino Bello (Giovinazzo): Relazione sul tema Educarsi ed educare alla fede nella Confraternita;
 
Domenica, 29 aprile
ore 9,00 Raduno delle Confraternite nel piazzale antistante l’Auditorium;
ore 9,30 Saluto di S.E. Mons. Luigi Martella, vescovo della Diocesi e inizio del percorso in alcune vie della città;
ore 11,30, presso la parrocchia Immacolata, Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Domenico Amato, vicario generale.
 
Cos’è il Cammino? Il cammino è un viaggio, è un andare, che bisogna compiere per raggiungere un luogo. Per la fede cristiana, il cammino è un andare alla ricerca di Cristo per incontrarlo. Le confraternite, dunque, pubblicamente si impegnano ad andare incontro a Cristo. Il Cammino confraternale vuole rappresentare anche una metafora della vita che cammina verso la patria celeste, verso la casa del Padre. E’ una testimonianza di fede verso la città ospitante e la gente che si incontra lungo il cammino. E’ un momento di accoglienza, cordialità e comunione fra noi confratelli che ci riconosciamo appartenenti alla medesima esperienza di fede. E’ una manifestazione di Chiesa che vive in mezzo alla gente.
Sembra un discorso scontato per le confraternite, e invece non lo è. Dobbiamo, purtroppo, riconoscere che oggi i nostri sodalizi sono piuttosto espressione di devozione più che di fede: spendiamo gran parte delle nostre energie per programmare processioni e funzioni religiose, lasciando poco spazio alla testimonianza del Vangelo.
Il Cammino, pertanto, non assume il significato povero di un passaggio di abiti variopinti per le strade della città, ma vuole essere un segno col quale le confraternite, prime associazioni di volontariato nella storia dell’uomo, vogliono ribadire il proprio ruolo privilegiato al servizio della società, attuando le nuove forme di carità che la stessa oggi impone. È il momento per rendersi consapevoli che, nella molteplicità di carismi, tutti si è uniti al solo Corpo di Cristo nostro Signore, che è la Chiesa, la Chiesa diocesana nel caso specifico, e che l’obiettivo comune deve essere la santificazione di ciascuno.
Durante il Cammino, noi confratelli preghiamo affinché sull’esempio di Maria e dei santi titolari delle nostre confraternite, impariamo a tenere tutti i giorni la lampada accesa, in attesa dell’arrivo dello Sposo. Preghiamo affinché le porte del nostro cuore siano sempre aperte alla grazia divina, senza farsi distrarre dalle lusinghe della vita terrena, ma si lascino catturare dell’unica lusinga che è Dio amore. Un amore di cui molto spesso dimentichiamo di essere destinatari; un amore che non sappiamo far sbocciare nei nostri cuori perché non allenati alla preghiera; un amore che non vogliamo tradurre in opere perché abbiamo paura di sporcarci le mani; un amore che non richiede gesti eroici, ma che ha bisogno di concretizzarsi nelle piccole cose di ogni giorno. È ora che i nostri sodalizi, alla luce della fede, diventino il sale della terra, riscoprendosi testimoni di amore, di giustizia, di pace, di carità, di amicizia, di rispetto, di con-fraternità.
Come diceva un autore, ‘dove finiscono le nostre capacità inizia la nostra fede. Una forte fede vede l’invisibile, crede l’incredibile e riceve l’impossibile’ e su questo dobbiamo riflettere: noi siamo uomini, per natura limitati nelle nostre capacità, ma non dobbiamo dimenticare che c’è Qualcuno più grande che tutto può. Bisogna affidarsi a Lui e constatare che l’Amore è principio e fine di ogni cosa.
Andare per le vie di Giovinazzo, dunque, non è mostrarsi, autocelebrarsi, ma è un momento concesso per guardarsi dentro, interrogare il cuore e trovare le risposte alla particolare vocazione dell’essere confratello. A noi che partecipiamo, a coloro che incontriamo per le strade, a quanti sentono parlare di noi, il Cammino lanci un triplice messaggio: che le confraternite siano autentici luoghi di fede, in cui far risplendere la luce del Risorto; autentici luoghi di speranza, in cui annunciare Cristo a tutti gli uomini; autentici luoghi di carità, in cui testimoniare l’amore per Dio e per i fratelli.
La Beata Vergine Maria sia sempre la nostra guida.