La festa della Madonna dei Martiri ad Hoboken

Don Giuseppe de Candia ci scrive dagli USA

Accogliamo con immenso affetto una mail di don Giuseppe De Candia, direttore diocesano e regionale dell’Ufficio Migrantes, che ci scrive dagli USA, dove rimarrà fino al 12 settembre per poi passare poi in Australia per il servizio Migrantes. Un modo per unire i nostri cuori nell’amore a Maria, Madonna dei Martiri, e rafforzare la nostra fede in Cristo suo Figlio.
 

«L’8 settembre e’ la grande festa. Ho tenuto la novena per nove sere nella chiesa di San Francesco in Hoboken N.J. con video catechesi ogni sera su temi mariani. I nostri fedeli hanno seguito con ottima partecipazione. Mi sembrava essere tornato sui banchi del catechismo con tante domande e le risposte più vicine alla comprensione degli uditori per lo più anziani. Quando abbiamo parlato della maternità divina della Madonna, e dell’affidamento nostro alla Madonna c’era un silenzio di godimento, da invidiare. Una sera abbiamo avuto ospite un coro Gospel che ha accompagnato la Santa Messa da me celebrata con quattro altri sacerdoti tra cui il nuovo parroco, un filippino che ha studiato a Roma. Ha aperto la serata poi un Sax tenore, suonato da un’esile signora, accompagnata da pianoforte e batteria, che ha dato il «la» alla serata, Sono seguiti diversi canti.

A fine serata i battimani non si fermavano.

Ora mi preparo a sabato: Celebra un Vescovo ausiliare, io terrò l’omelia. Alle 2 del pomeriggio si snoda la processione che attraversa Hoboken fino al fiume Hadson dove si depone la Statua della Madonna su di un Ferry. Al seguito un altro ferry trasporta centinaia di fedeli. Si attraversa il fiume fino sotto le ex torri gemelle, si recita una preghiera alla Madonna, si canta l’inno nazionale e si torna sulla riva del NJ. Nel Parco dove si svolge il Festival, quando arriva la Statua, migliaia di persone ascoltano e pregano. Ho già preparata la preghiera che viene letta anche in inglese:

 

Cara Mamma del cielo, ho paura di smarrirmi nel mare del tuo amore di Madre di Gesù e madre nostra, perciò ti scrivo.

Tu sei stata la prima creatura a posare gli occhi sul corpo nudo di Dio, e l’hai avvolto col tuo sguardo di mamma prima di coprire con poveri panni quel batuffolo di carne, Gesù.

In quanti occhi desiderosi, forse delusi, stanchi, Mamma cara, negli occhi tuoi,vedono riaccese le speranze.

Tu sola Mamma potevi accarezzare con gli occhi trasparenti, come il cielo che oggi ci sovrasta limpidissimo, la bellezza e la grandezza del piano che trasuda di bonta’ del Figlio di Dio e tuo. Tu sola, Mamma cara, potevi fasciare con la materna e tiepida trama del tuo sguardo, prima che il fieno pungesse e il freddo raggelasse il piccolo Gesù.

Fascia ognuno di noi, Mamma cara perche’ siamo fieno secco, duro e pungente. Siamo freddo che gela.

Grazie, Maria, mamma di impareggiabile dolcezza nel trattare gli altri. Tu sei il conforto quando il gelo prende il nostro cuore. Dai anche a noi un’occhiata, Madre di misericordia. Fa’ che sperimentiamo che, a volerci bene, non sei capace solo Tu ma anche noi possiamo percorrere la buona strada del perdono e dell’amore fraterno.

Mamma cara del cielo, si dice di te che: ‘accogliesti nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio’.

Accogliere è radice del verbo amare! Quante persone accogliesti, Maria? Anche Giuda’ Facci capire che Dio bussa alla nostra porta per riempire la nostra cocciuta solitudine, per toglierci le manette che ci stringono il cuore. Aiutaci Maria, ad essere ospitali, a demolire le porte blindate del nostro cuore.

Cara Mamma, ti chiedo di venire di persona in casa di ognuno di noi, a spalancarvi le finestre e darci l’augurio di buon cammino. Quanti incontri segreti con tuo Figlio Gesù hai avuto? Che vi siete detto? Specialmente al momento della resurrezione a cui certamente eri presente. Unica al momento dell’uscita dal tuo grembo, unica all’uscita dal grembo della terra.

Un’altra grazia, Mamma carissima, ti chiedo. Quando l’Angelo ti annunziò la maternità, ‘subito ti alzasti e andasti alla cugina Elisabetta’.

Alzati ancora in tutta fretta e vieni ad aiutarci, prima che sia troppo tardi. Ci paralizza il peccato, la nostra vita non prevede pentimento. Sempre gli altri hanno torto. Abbiamo perduto la speranza di addolcire e vivere come il Signore desidera i nostri rapporti umani. Forse non sentiamo più il bisogno di Dio, il bisogno di una vita non fatta di cose ma di cuori che si vogliono bene. Donaci, allora, la forza di partire per primi quando dobbiamo dare e ricevere il perdono. Non farci rimandare a domani quello che possiamo fare oggi. Sollecita a partire la nostra forzata attesa e la nostra indecisione. Facci muovere per primi. Prendici per mano. Accompagnaci. Saremo felici e sicuri che Tu sarai al fianco di Dio per accoglierci in paradiso.

La nostra vita, Mamma cara, prendi nelle tue mani. Vedi quanti pericoli e quanti mali schiacciano gli uomini e le donne del nostro tempo. Prendi nelle tue mani anche il bene, le grandi aspirazioni, i valori, i progressi compiuti nel produrre il bene. Ispiraci coraggio, fiducia in Dio, perché possiamo superare tutti gli ostacoli. Insegnaci a trattare il nostro mondo con vivo senso di responsabilità, nella gioiosa speranza della venuta del regno di Dio, dei cieli nuovi e della nuova terra.

 

Un abbraccio carico di tanta nostalgia da tutti i Molfettesi di Hoboken».

 

don Giuseppe