Strade di coraggio…diritti al futuro!

Agesci Clan Molfetta 1 - Molfetta 4

Questo il tema della Route nazionale tanto attesa da migliaia di Rover e Scolte di tutta Italia: la “route” è la strada che i giovani dell’Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani) percorrono ogni anno nel periodo estivo.

Tuttavia, l’associazione ha organizzato per l’estate 2014 un incontro nazionale di tutti i clan della penisola nella località di San Rossore: più di 30000 ragazzi dai 16 ai 21 anni riuniti in un unico luogo, accomunati dagli stessi principi e dalle stesse speranze per il futuro.

La route nazionale, che ha avuto inizio il 1 agosto e fine il 10 nello stesso mese, prevedeva due fasi: durante i primi 5 giorni Clan d’Italia si sono riuniti  in varie parti della nostra penisola e hanno preso vita le “Route ragionali”; i giovani , così , hanno percorso insieme strade in montagne, città e villaggi, incontrando e conoscendo le tante realtà dell’Italia e della storia del nostro Paese e le storie di coraggio che i territori raccontano.

Gli ultimi 5 giorni, invece, prevedevano l’incontro nazionale: la meta comune è la “città delle tende” nel parco regionale di San Rossore (Pisa), dove c’è stato il momento del confronto e della condivisone sul tema comune del “coraggio”.

Anche il clan “cime Bianche” del Molfetta 1 e il clan “Antonio Patruno” del Molfetta 4 hanno preso parte all’evento nazionale di Branca R/S: insieme, infatti, hanno organizzato una route in Puglia per i ragazzi del clan “Stella Alpina” del Pavullo 1 ( MO).

Tutto è cominciato quando in un caldo pomeriggio estivo , in una veranda sul mare, abbiamo accolto con grande entusiasmo i venti ragazzi provenienti dall’Emilia Romagna; insieme a noi inoltre due ospiti e amici: Marilina La Forgia, presidente del comitato nazionale Agesci, e Ferri Cormio, neo eletto Capo Scout, che con le loro parole hanno infuso una grande carica di entusiasmo e coraggio, utile per cominciare al meglio la route. Dopo un giro nel centro storico della nostra Molfetta, abbiamo avuto il piacere di incontrare Guglielmo Minervini, amico e compagno di strada del vescovo ormai simbolo di coraggio della nostra città, don Tonino. La sua figura ci ha guidato lungo tutta la Route regionale :il nostro motto, infatti, è stato “L’importante è muoversi”.

È così che ci siamo mossi non soltanto lungo la strada ma anche nelle diverse realtà che ci circondano e ci appartengono. Grazie agli occhi dei nostri compagni, abbiamo riscoperto una Puglia tanto arida nel suo paesaggio quanto generosa nel donare nuove possibilità a coloro che si sono smarriti nel loro cammino. In particolare abbiamo potuto riscontrare ciò grazie alle testimonianze del prete don Michele Stragapede e al confronto con alcuni ospiti della C.A.S.A. di Ruvo ( Comunità Accoglienza Solidarità Amicizia), struttura fondata dallo stesso vescovo don Tonino per il recupero dei tossico-dipendenti. Accanto al coraggio trasmessoci da questi giovani, abbiamo fatto nostro il coraggio di farsi promotori di una rinascita culturale, sociale e territoriale grazie alle parole della sociologa Gabriella, del signor Nicola e del signor Corrado.

Illuminanti , inoltre, le parole del frate missionario, incontrato nel monastero di Giovinazzo, reduce dall’esperienza di servizio in Albania: il suo coraggio è stato quello di seguire la chiamata del Signore, preferendo la fatica del servizio alle comodità della vita quotidiana.

A coronare  e accompagnare la nostra route, le suggestive immagini che ci hanno lasciato i luoghi caratteristici della nostra terra, primi fra tutti Castel del Monte e lo splendido mare. Ma il percorso insieme ai ragazzi del Pavullo non è finito in Puglia; il giorno 6 agosto, infatti cominciava la seconda parte della “ROute nazionale”.

Destinazione “san Rossore”, questo l’ obiettivo di più di 30000 scout provenienti da tutta l’Italia: il sogno di un intero anno di lavoro per ogni clan si stava finalmente realizzando. Giunti al campo fisso si respirava un’aria diversa, l’atmosfera era coinvolgente e i sorrisi segnavano i volti di ogni singolo ragazzo, nonché dei capi addetti alle varie tipologie di servizio. Il giorno 7 agosto la “città delle tende” era ormai costruita e cominciava a prendere già forma un senso di comunità senza pari: ragazzi che condividono gli stessi principi non impiegano troppo tempo per stringere rapporti e legami forti.

Ad accomunarli, inoltre, il tema comune nonché filo conduttore dell’intera route : il coraggio, argomento diventato caldo nella cultura e nel linguaggio politico, sociale e religioso negli ultimi anni.

Dopo l’apertura del grande evento nazionale, avvenuto nella gigantesca “piazza del Futuro”, sono cominciati i laboratori e le tavole rotonde: don Ciotti, Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, la presidente della Camera dei Depuati Laura Boldrini, Rossano Ercolini,  presidente dell’associazione Zero Waste Europe,   sono solo alcuni dei vari ospiti che hanno preso parte alle varie attività e che, insieme a capi scout, giovani imprenditori  e giovani talenti , hanno dato la loro testimonianza di coraggio.

 Inoltre prendeva forma un’altra grande novità all’interno del campo fisso: si formava per la prima volta il Consiglio dei Rover e delle Scolte costituito da ragazzi scelti nell’ambito delle diverse route regionali e chiamati “alfieri”. Il loro compito era quello di scrivere la “Carte del coraggio”, documento vero e proprio in cui raccogliere tutti gli impegni che gli scout d’Italia promettono di mantenere e tutte le richieste che pongono alle istituzioni quali Governo, Chiesa, comunità, quartieri e mondo dell’associazionismo.

Mentre le tavole rotonde e i laboratori prendevano forma in tutti i vari sottocampi di San  Rossore, in uno strano capannone da circo viola, si presentavano mozioni, proposte e modifiche da attuare nel documento: 456 ragazzi, a nome di 30000 giovani, stavano segnando la storia dell’Agesci. A dar loro ulteriore coraggio, non mancano inoltre le parole del presidente del Consiglio, meravigliato di come l’ascolto reciproco abbia guidato le scelte e le decisioni finali degli alfieri, l’invito a Montecitorio del presidente Boldrini e l’esortazione di Don Ciotti: “dovete avere coraggio di avere ancora più coraggio.”

Ultima serata nella città delle tende: l’appuntamento è alle 21,30 nella Piazza del Futuro con “Battiti di coraggio”. Musica, testimonianze, video, interviste, danze, parole: uno spettacolo organizzato non soltanto per far battere ancora i cuori dei 30000 giovani ma anche per farli riflettere  su temi importanti quali il coraggio di seguire i propri sogni, il coraggio di non abbattersi e il coraggio di andare sempre avanti.

Ormai è notte, e non resta che andare a vegliare e guardare le stelle in attesa dell’ultimo appuntamento a san Rossore: è mattina, e di nuovo ci si reca solerti verso la gigantesca piazza.

La cerimonia finale sta per avere inizio: il cardinal Bagnasco celebra la santa messa esortando tutti i giovani presenti a guardarsi dal conformismo e dalle mode, rimanendo se stessi e avendo il coraggio di pensare con la propria testa.  Al termine della messa, una sorpresa smuove tutte le anime in piazza: in diretta telefonica c’è Papa Francesco, il quale impartisce la benedizione finale ricordando con fermezza a tutti i giovani di proseguire sulle loro “strade di coraggio”.

Terminata la celebrazione, è il momento tanto atteso della presentazione della Carta del Coraggio; dopo una breve lettura di alcuni punti focali del documento, si passa alla consegna alle istituzioni presenti: alla Chiesa nella figura del cardinale, che ancora una volta ringrazia tutti i ragazzi per il grande impegno dimostrato e al Governo, nella figura del presidente del consiglio Matteo Renzi, il quale invita tutti ad assumere un impegno verso il paese: invita, infatti, a non lasciare l’Italia, assumendo come verbo ausiliare non più il verbo “avere”, ma il verbo “essere”, affinchè, dando con coraggio un calcio all’impossibile, il nostro paese torni alla sua bellezza originale.

Le parole degli incaricati nazionali alla branca R/S portano all’avvio della conclusione della cerimonia: “da San Rossore si muovono adesso 30000 sentinelle di positività e di coraggio; se oggi si conclude la route, domani si comincia a percorrere la strada di coraggio”. E così, zaini in spalla, i vari clan d’Italia ritorneranno verso il portale del campo, non prima, però, dell’ammainabandiera scandito dalla Promessa Scout.

Pianti, foto , scambi di fazzolettini, risate e saluti. Amicizie, nuove idee per il futuro, coraggio da vendere, legami inaspettati, e ancora senso del dovere e del servizio, umiltà nei rapporti, impegno verso noi e verso il nostro paese: questi sono i valori aggiunti allo zainone nella strada verso casa.

E ancora “Buona strada” a tutti.