XIX Giornata per il dialogo tra Ebrei e Cristiani

17 gennaio 2015

Il rapporto tra cristiani ed ebrei è stato segnato da una trasformazione nei documenti della Chiesa, a partire dalla Dichiarazione Nostra Aetate, del Concilio Vaticano II, firmata il 28 ottobre 1965. Da quel momento sono state generate notevoli riflessioni e acquisite notevoli convinzioni che la teologa cattolica Mary Boys ha riassunto così: 1. il rifiuto dell’antisemitismo; 2. la confutazione e il rigetto dell’accusa del deicidio; 3. il pentimento per la shoah; 4. il riconoscimento dello Stato di Israele; 5. la rivisitazione e revisione dell’insegnamento dottrinale in relazione agli ebrei e all’ebraismo; 6. il rifiuto di ogni proselitismo nei confronti degli ebrei.
Grazie a figure di spicco in campo ecclesiale e del rabbinato si è sviluppato nel corso dei cinquant’anni dalla Dichiarazione conciliare un movimento di pensiero, volto a rivedere l’interpretazione delle fonti religiose di ciascuna tradizione, che ha in comune i libri dell’Antico Testamento scritti in ebraico. Il legame tra la Chiesa e la Sinagoga si è rafforzato e approfondito con la visita del Santo Padre alla Sinagoga di Roma nel 1986. 
Non basta rammaricarsi e condannare le diverse forme di ostilità contro il popolo ebraico, bisognerebbe piuttosto promuovere molto di più l’amicizia, il rispetto e le relazioni fraterne con esso. I cristiani hanno bisogno della fede ebraica per scoprire e conoscere meglio Gesù. Gli ebrei hanno bisogno della fede cristiana per comprendere il contributo spirituale apportato dai discepoli di Cristo a milioni di esseri umani nel corso dei secoli. 
Il dialogo tra ebrei e cristiani è oggi alimentato da associazioni denominate Amicizie ebraico-cristiane. Tali associazioni intendono promuovere e approfondire la conoscenza tra ebrei e cristiani nel rispetto della loro identità e nella rinunzia a qualsiasi forma di proselitismo. È chiaro che in ogni paese la vicinanza tra la Chiesa e Israele assume sfumature diverse, in base alla presenza e all’attività di incontri di conoscenza e di ascolto reciproco. Ciò che è avvenuto al cuore della cristianità, avviene in percorsi comuni, all’interno di alcune città dove storicamente si è creata una certa fraternità e dialogo tra gruppi di ebrei e cristiani. Certamente la Chiesa Cattolica può avere un effetto di trascinamento verso altre chiese cristiane per un rapporto positivo con gli ebrei da parte di altre religioni.
Tra le acquisizioni del Concilio c’è l’affermazione che alla stirpe ebraica appartengono i patriarchi e “da essi è Cristo secondo la carne, Figlio di Maria Vergine. Dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il vangelo di Cristo”.
Alla luce del nuovo clima instauratosi, si celebra il 17 gennaio la XIX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che quest’anno riflette sulla nona parola di Es 20,16: Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo, in continuità con i temi degli anni precedenti, i quali riprendono le Dieci Parole dell’Alleanza tra Dio e Israele, fondamentali per le due fedi.
 
don Giovanni de Nicolo
direttore del Segretariato diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso