Quanto avvenuto nei giorni scorsi a Molfetta, a danno del Sindaco Paola Natalicchio e del Vicesindaco Bepi Maralfa, fatti oggetto di aggressione da parte di cittadini che reclamavano presunti diritti di contributi economici, non lascia spazio ad alcuna giustificazione e richiede una corale ferma presa di posizione da parte di ogni espressione politica, culturale e sociale della comunità cittadina.
La diocesi, nella persona del Vescovo, che ha contattato personalmente Sindaco e Vicesindaco per esprimere la sua vicinanza, e tutte le sue espressioni, è accanto all’Amministrazione comunale ed esprime compiacimento per come la vicenda si è conclusa, grazie anche alla capacità di dialogo messa in atto dal Sindaco e al riconoscimento degli errori commessi dai cittadini che hanno protestato.
Molfetta ha già pagato un altissimo contributo di sangue, con l’omicidio del Sindaco Carnicella, e quella è una lezione che non può ridursi a commemorazione, ma tradursi quotidianamente in rispetto e sostegno alle isitutzioni e soprattutto alle persone che le rappresentano.
Occorre prendere atto, ma questo non è ignorato da chi oggi governa le nostre città, del profondo disagio che vivono sempre più numerosi nuclei famigliari, prostrati dalla mancanza di lavoro e chiusi a progetti di speranza per il futuro. La comunità diocesana, con la Caritas e i centri di ascolto parrocchiali lo sanno bene perchè accolgono e si fanno carico ogni giorno di crescenti richieste di aiuto. E la disperazione può essere cattiva consigliera quando si va alla ricerca di risposte concrete.
Si auspica quindi il ritorno ad un clima più sereno cui deve contribuire chi governa e chi è all’opposizione, per il bene della città.
I problemi vanno discussi e affrontati cercando le soluzioni più ottimali, ma concrete e immediate, privilegiando gli ultimi, superando l’assistenzialismo, che ben può prestarsi anche a forme di clientelismo, e promuovendo la dignità anche in chi è costretto a chiedere un aiuto.
La violenza non è mai una risposta ai problemi, semmai la causa di problemi più grandi.
La diocesi, nella persona del Vescovo, che ha contattato personalmente Sindaco e Vicesindaco per esprimere la sua vicinanza, e tutte le sue espressioni, è accanto all’Amministrazione comunale ed esprime compiacimento per come la vicenda si è conclusa, grazie anche alla capacità di dialogo messa in atto dal Sindaco e al riconoscimento degli errori commessi dai cittadini che hanno protestato.
Molfetta ha già pagato un altissimo contributo di sangue, con l’omicidio del Sindaco Carnicella, e quella è una lezione che non può ridursi a commemorazione, ma tradursi quotidianamente in rispetto e sostegno alle isitutzioni e soprattutto alle persone che le rappresentano.
Occorre prendere atto, ma questo non è ignorato da chi oggi governa le nostre città, del profondo disagio che vivono sempre più numerosi nuclei famigliari, prostrati dalla mancanza di lavoro e chiusi a progetti di speranza per il futuro. La comunità diocesana, con la Caritas e i centri di ascolto parrocchiali lo sanno bene perchè accolgono e si fanno carico ogni giorno di crescenti richieste di aiuto. E la disperazione può essere cattiva consigliera quando si va alla ricerca di risposte concrete.
Si auspica quindi il ritorno ad un clima più sereno cui deve contribuire chi governa e chi è all’opposizione, per il bene della città.
I problemi vanno discussi e affrontati cercando le soluzioni più ottimali, ma concrete e immediate, privilegiando gli ultimi, superando l’assistenzialismo, che ben può prestarsi anche a forme di clientelismo, e promuovendo la dignità anche in chi è costretto a chiedere un aiuto.
La violenza non è mai una risposta ai problemi, semmai la causa di problemi più grandi.
*Direttore UCS- Luce e Vita