Siamo alla 49ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali. L’unica celebrazione mondiale voluta dal Concilio Vaticano II e promulgata da Paolo VI, che approvò il decreto Inter mirifica (4 dicembre 1963), questa “giornata” è diventata, sempre di più, un’importante occasione di riflessione sui molteplici aspetti legati al mondo della comunicazione. Senza dubbio, possiamo ritenerla tra le grandi intuizioni di Papa Montini, il quale ha contribuito non poco allo sviluppo e alla valorizzazione della dimensione mediatica in prospettiva della nuova evangelizzazione.
Quest’anno, il Messaggio proposto da Papa Francesco per l’occasione può dirsi abbastanza originale e, a prima vista, non sembrerebbe neppure per le comunicazioni sociali, bensì sulla vita familiare. In realtà è dedicato alla profonda interrelazione tra famiglia e comunicazione: «Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore». L’intento del Pontefice è sicuramente quello di orientare ulteriormente l’attenzione dei popoli sulla famiglia, dopo la celebrazione del Sinodo straordinario dell’ottobre scorso e in vista di quello del prossimo ottobre sempre sullo stesso tema. Non è un accanimento quello di Francesco, ma la consapevolezza che su questo fronte si gioca il futuro della società e quello della Chiesa, così come ebbe già ad affermare il suo grande predecessore Giovanni Paolo II. Nella parole dell’attuale Pontefice c’è la profonda consapevolezza del difficile travaglio che vive la famiglia oggi, eppure egli è convinto che la famiglia continua ad essere una grande risorsa; non è solo, dunque, un problema o una istituzione in crisi.
Le argomentazioni articolate su vari aspetti sono riassumibili nelle affermazioni conclusive: la famiglia è definita un ambiente in cui si impara a comunicare. Da qui l’impegno costante della Chiesa a far sì che i genitori si sentano responsabilmente coinvolti nel rapporto tra i figli e il continente digitale, attualmente così tremendamente e fortemente frequentato.
Ecco allora la necessità che una preoccupazione della pastorale familiare sia proprio quella di vedere come e in che misura i genitori aiutano i figli non proibendone l’accesso, ma educando, aiutando a riscoprire che senso ha questa nostra presenza, il come essere presenti e anche con che responsabilità essere presenti. La famiglia, pertanto, diventa vera e propria «scuola di comunicazione» perché è differenza che diventa accoglienza, occasione di incontro e di confronto, “luogo” di formazione di identità. Il Papa richiama l’immagine del «grembo», un grembo «fatto di persone diverse, in relazione». Egli evidenzia che «nella famiglia è soprattutto la capacità di abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così importanti l’una per l’altra, a farci capire che cosa è veramente la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità».Il Messaggio del Papa ridona, in un certo senso, dignità alla comunicazione e lo fa partendo proprio da quel «grembo» che è la famiglia, cellula fondamentale della comunità umana.
In occasione di questa “Giornata”, pertanto, abbiamo pensato di introdurre in diocesi la prassi del mandato agli animatori parrocchiali della comunicazione, al fine di favorire sempre di più la crescita dell’attenzione rispetto all’importanza, all’urgenza e alla qualità della comunicazione.
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