“Amoris laetitia”: sull’amore nella famiglia

di Maria Sancilio

Lunedì 20 giugno, S. E. Rev.ma Mons. Felice di Molfetta, Vescovo emerito della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, è stato lieto ospite della parrocchia Santa Famiglia di Molfetta, nella quale ha tenuto un incontro mirato alla conoscenza e alla comprensione dell’Esortazione Apostolica sull’amore nella famiglia “Amoris Laetitia” di Papa Francesco.
Un appuntamento formativo per il quale la parrocchia ha aperto, ancor di più, le porte alle famiglie già consolidate, bisognose di riconfermare nella realtà di ogni giorno la loro promessa, e alle giovani coppie o educatori in cammino desiderosi di sintonizzarsi sulla giusta via indicata dal Santo Padre.
Il documento “Amoris laetitia”- (La gioia dell’amore), l’Esortazione apostolica post-sinodale “sull’amore nella famiglia”, datato non a caso 19 marzo, Solennità di San Giuseppe, raccoglie i risultati di due Sinodi sulla famiglia indetti da Papa Francesco nel 2014 e nel 2015.
Suddiviso in nove capitoli e oltre 300 paragrafi, il documento si apre con un rimando delle famiglie bibliche, ricordando come «la Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari».
Tocca nei capitoli successivi il tema della vocazione alla famiglia e quello dell’amore coniugale, fino a giungere alle indicazioni per una nuova integrazione dei divorziati separati. Tutto questo, sottolinea don Felice, avviene nella totale integrità della dottrina, modificando solo il suo approccio interpretativo.
Punto focale dell’appuntamento, è stato il capitolo quarto, uno dei più innovativi, in cui il Papa propone una parafrasi dell’Inno alla carità di San Paolo, ricavandone indicazioni concrete per gli sposi. La parola caritas è la nostra traduzione di Àgap o agàpe (dal greco ἀγάπη)  che significa amore disinteressato, fraterno, smisurato, come precisa don Felice. Il papa invita dunque gli sposi  alla «pazienza» reciproca, a essere benevoli e a «donarsi in modo sovrabbondante», senza «esigere ricompense». Li invita a non essere invidiosi  «arroganti e insopportabili», a essere umili e a «rendersi amabili», a non mettere «in rilievo i difetti e gli errori» dell’altro. Li invita a non finire mai la giornata «senza fare pace in famiglia», a perdonare senza portare rancore, a parlare «bene l’uno dell’altro, cercando di mostrare il lato buono del coniuge al di là delle sue debolezze.
Nelle battute finali, è stato fatto riferimento ad un’esortazione data  dal Santo Padre a tutte le famiglie cristiane:  “Le famiglie siano soggetti attivi della pastorale”.  Un invito ad essere fuoco ardente delle realtà cristiane, non soltanto impartendo insegnamenti teorici, ma fornendo una vera evangelizzazione ancorata ai reali problemi della gente comune. Adottare l’atteggiamento del «buon vicino di casa», come propone don Felice, che minuzioso e discreto, è sempre presente e ci tende una mano.
Operare con discrezione e concretezza: queste le parole più volte rimarcate durante l’incontro e che più hanno affascinato i numerosi presenti, con la consapevolezza di quanto ci sia ancora da camminare, ma di quanto insieme sia più possibile. Piccoli grandi passi questi, dunque, di una parrocchia che ha voglia di mettersi in gioco, di conoscere, di educarsi e di educare.