Pietra d’inciampo per Gianni Carnicella

di Sergio Amato

L’iniziativa di “Libera” per fare memoria del Sindaco molfettese nel 25° della morte. Venerdì 7 luglio 2017, alle ore 13,30, cerimonia di commemorazione con i rappresentanti istituzionali, associazioni e cittadini, sul luogo dell'omicidio, ai piedi della parrocchia S. Bernardino.

Fare memoria non è mai operazione semplice. Occorre lottare, prima di tutto, contro l’inesorabile scorrere del tempo che piano piano affievolisce e appanna il ricordo di eventi che pur avendo segnato, graffiato e lacerato in profondità il tessuto della comunità cittadina, lascia ben poche tracce nel vissuto delle giovani generazioni che poco o nulla sanno di quel tragico 7 luglio 1992.

Per chi quella storia la conosce e l’ha vissuta, una fioriera e una fascia da Sindaco adagiati sulla scalinata di una chiesa nel punto dove Gianni Carnicella subì la mortale aggressione, riporta la mente ad un tragico fatto di sangue.
A questi segni il Presidio Libera di Molfetta vuole dare ulteriore voce richiamando un passaggio dell’omelia pronunciata dal Vescovo don Tonino Bello in occasione del funerale di Carnicella in Cattedrale, inciso su una lapide in pietra da collocare ai piedi della scalinata della chiesa di San Bernardino, in continuità con il marciapiede.
Una raccolta di firme e una richiesta formale è stata depositata in Comune con l’auspicio che la nuova Amministrazione voglia dare seguito a questa idea, per fare memoria del Sindaco Carnicella a 25 anni dal suo assassinio.
Una pietra di inciampo che riporti alla memoria della nostra città un evento che ancora oggi interroga le istituzioni civili e religiose sulla responsabilità di fare scelte coerenti orientate al Bene Comune, sull’impegno degli amministratori a fugare ogni sospetto che adombri la trasparenza dell’azione amministrativa, sulla coscienza di essere cittadini attenti e pronti ad arginare derive sociali sempre in agguato, sulla consapevolezza che il Sindaco Carnicella e la sua famiglia hanno pagato un tributo molto alto a questa città e che fare memoria è un dovere civico e morale a cui nessuno può sottrarsi.
“…Resta la consolazione che a cadere sia stato un uomo onesto. Un amministratore coraggioso che stava dando chiari segni di inversione di marcia su certe arroganze consolidate. Un servo della città, alle cui leggi non ha voluto disobbedire…” (don Tonino Bello)
Perché chi sa non dimentichi e chi non sa conosca.

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