Nata agli inizi del XIX secolo, la Biblioteca del Seminario vescovile di Molfetta negli ultimi anni ha riaperto in modo sistematico le sue porte al pubblico, che qui trova non solo fonti e risorse per lo studio, ma anche uno spazio da ammirare dal punto di vista artistico ed uno scrigno ricco di tesori in carta e pergamena.
Lo straordinario valore di questo luogo è stato di recente “ufficialmente” riconosciuto dal MIBAC, attraverso la “Dichiarazione di eccezionale interesse culturale” per la sua raccolta bibliografica. Il giusto riconoscimento per una realtà che custodisce pergamene a partire dal XIV secolo, codici membranacei miniati, incunaboli, cinquecentine, manoscritti ed un fondo di libri antichi di circa 15.000 unità. A ciò si aggiunge la raccolta moderna, che fa contare alla biblioteca una consistenza di oltre 60.000 volumi.
Tra i beni più rappresentativi che la Biblioteca del Seminario vescovile conserva c’è il “Fondo Bello”, ovvero la libreria personale di don Tonino. Si tratta di una raccolta molto varia, di circa 3.000 volumi, che ci restituisce l’immagine di un uomo con uno sguardo attento all’attualità e alle sue problematiche e di un vescovo “dai piedi sporchi”, ma capace di grandi altezze spirituali. L’eredità culturale che questo fondo rappresenta è preziosa: questi libri, che don Tonino ha sfogliato, letto, in alcuni casi sottolineato ed annotato, offrono un’idea non solo della sua formazione, ma anche della costruzione della sua efficace capacità comunicativa.
Accanto a testi di argomento prettamente sacro, trovano posto saggi di antropologia, psicologia e sociologia, con un’attenzione particolare alle periferie della storia e dell’anima. Un’importante presenza è quella letteraria, con opere di narrativa e soprattutto di poesia. I versi contenuti in queste pagine spaziano dall’epoca classica alla contemporanea, dall’Europa all’America Latina. D’altronde non sorprende che don Tonino, capace nei suoi scritti di arditi giochi di parole e di efficaci costruzioni lessicali, abbia letto tanta poesia e l’abbia poi trasferita nella sua penna.
L’intero “Fondo Bello” è stato oggetto nell’ultimo anno della catalogazione informatizzata con software CeiBib ed inserito nel già ricco catalogo online della Biblioteca del Seminario vescovile visibile sulle piattaforme del Polo delle Biblioteche ecclesiastiche (PBE) e del Sistema bibliotecario nazionale (SBN) accessibili dal sito dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l‘edilizia di culto alla scheda dedicata all’istituto culturale su BEWeB all’indirizzo https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/1250/.
Questa operazione permetterà a chiunque vorrà avvicinarsi a questo patrimonio di consultarlo e conoscerlo.
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