Come la vita cambia adattandosi alla situazione emergenziale che ha colpito tutti, così anche le proposte pastorali si adeguano ai tempi offrendo possibilità nuove ed originali.
I restringimenti che da alcune settimane hanno fermato l’Italia, impediscono alla comunità cristiana di dare visibilità sociale alla propria fede e di esprimere un elemento caratterizzante della sequela cristiana che è quello comunitario.
In particolare, le proposte vocazionali che le Diocesi pugliesi avevano organizzato per questo periodo hanno subito una battuta d’arresto, nonostante non manchino i tentativi, generosi e lodevoli, di trovare alternative e sostituzioni. Tuttavia l’impossibilità di ritrovarsi in uno spazio concreto, tangibile, non relegato ad uno schermo, crea non poche difficoltà. Senza pretendere di dare risposte o di offrire soluzioni, ma desiderando abitare il tempo presente con le sue potenzialità e le sue fatiche, si è pensato di individuare percorsi alternativi per prepararci alla celebrazione della GMPV che, anche quest’anno cade, nella IV Domenica di Pasqua, 03 maggio p.v.
#paroledifuturo è l’hashtag che riassume il desiderio di stare con i piedi ben piantati in terra, nel nostro presente, senza nostalgie del passato, con uno sguardo attento e ascoltante, capace di intravedere e costruire il dopo, la parola più importante per l’oggi, come più volte papa Francesco ha ricordato negli ultimi giorni.
L’imminente celebrazione della GMPV e la relativa preparazione che ne deriva, vogliono essere occasione propizia per raccontare come vivere vocazionalmente il presente, mostrando i segni di bene e le possibilità di senso che già sono disseminate tra di noi.
#paroledifuturo va quindi a legarsi con il tema dell’anno #datevialmegliodellavita: “quando si parla di vita felice, spesso si immagina una vita tutta gioiosa, senza problemi, senza pensieri (cf. Francesco, Gaudete et exsultate, 75-76). Talvolta anche la vocazione, la vita cristiana, è stata annunciata così, come se la vita nuova promessa dal Vangelo introducesse “in un’altra vita” senza dolori, contraddizioni, fatiche. La felicità ha a che fare con la fecondità, una vita felice è una vita feconda; in questa prospettiva, il tema è estremamente vocazionale (cf. Francesco, Evangelii gaudium, 278). La fecondità della nostra vita consiste nella relazione con Cristo e con i fratelli, in una vita donata a Lui per il bene degli uomini. «Per quanto tu possa vivere e fare esperienze […] non conoscerai la vera pienezza dell’essere giovane se non incontri ogni giorno il grande Amico, se non vivi in amicizia con Gesù» (Francesco, Christus vivit, 150).
Scoprire la nostra vocazione significa, allora rendere la nostra vita feconda e dunque felice.
Non c’è, in fin dei conti, altro che chiediamo nella preghiera.
Una preghiera, che in occasione della 57a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, deve farsi più intensa per tutte le vocazioni, quelle che stanno sorgendo e quelle che già camminano anche nella lotta e nella fatica. Sia questa la giornata in cui annunciamo soprattutto la bellezza delle vocazioni di consacrazione a Dio. Perché queste vocazioni in modo specifico, insieme a tutte le altre a cui il Signore ci chiama, possano svilupparsi e crescere, dobbiamo riconoscere e coltivare quattro parole, quattro atteggiamenti che il Papa ci consegna nel suo messaggio per questa giornata: gratitudine, coraggio, fatica, lode. (Il corsivo è tratto da un editoriale scritto da don Nicola Simonetti, Direttore del CDV di Bari e che sarà pubblicato sui media diocesani).
Sulla pagina facebook diocesana pubblicheremo i materiali (video) che saranno prodotti dal Centro Regionale Vocazioni.