Chiesa locale

Siamo chiamati a sedere alla tavola dell’Amore

Messa in Coena Domini. Omelia e photogallery

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Nonostante la partecipazione contenuta alle celebrazioni del triduo della settimana santa, non è mancata la solennità e l’intensità.

 

Nella coena Domini abbiamo ricevuto doni preziosissimi: l’eucarestia, il sacerdozio e il servizio.

 

Mons. Cornacchia, presiedendo la liturgia del giovedì santo in Cattedrale, ha ricordato l’invito che Gesù rivolse ai discepoli e che tutt’oggi vale per i fedeli: sedere alla tavola dell’amore.

 

«Noi sacerdoti per vocazione siamo chiamati ad essere il prolungamento di Cristo, che è maestro, fratello, esempio da imitare». Egli è sacerdote e vittima al tempo stesso: offre e si offre, per amore.

 

«Gesù è l’amore non amato, direbbe Francesco d’Assisi, discende dal trono regale per assumere il ruolo del servo e a questo modello di sacerdote io vorrei conformarmi» ha dichiarato il Vescovo, esortando a non sottrarci alla sua volontà di purificarci.

 

Quest’anno non è stato possibile rinnovare il gesto della lavanda dei piedi, ma questo non deve far dimenticare il senso profondo di quell’atto di servizio. Spesso il nostro cuore e i nostri pensieri sono appesantiti e nascondono la bellezza dell’amore. «Lasciamo che il Signore possa graffiare, possa portare alla luce la bellezza della nostra identità», così che «l’Eucarestia sia quel nutrimento che dobbiamo desiderare e condividere», ma soprattutto desiderare.

 

Di qui l’incoraggiamento a dedicare tempo all’adorazione dell’Eucarestia, al colloquio con essa, ad avere fame e sete di Cristo. «Se ci bastasse e ci saziasse davvero, non andremmo a elemosinare un consenso o una soddisfazione effimera». Sarebbe opportuno «abbandonare le tavole opulente dei saccenti, dei sazi di potere e vanagloria». Più che farci guidare dalla convenienza interessata, cerchiamo di ravvivare la fede e di capire se ne abbiamo davvero desiderio, per incontrare il fratello in un amore autentico. Abbandoniamo l’esteriorità per andare al cuore della vita di fede, soprattutto in questo periodo che sembra metterci tutti alla prova.

 

Susanna M. de Candia

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